don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 3 Novembre 2024

Domenica 3 Novembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 12, 28-34

Data:

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“Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?»”.

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Questa è davvero una bella domanda. E anche se abbiamo letto e riletto tante volte questa pagina del Vangelo, si ha sempre bisogno di ridire bene e ad alta voce qual è la prima cosa che conta, la cosa più essenziale.

Gesù risponde citando parola per parola la Scrittura, ma alla citazione cambia l’ortografia, aggiunge una nuova punteggiatura, mette un “e” congiunzione, e trasforma il punto in virgola.

Così al comandamento di amare Dio “con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”, Gesù ci aggiunge l’amore al prossimo: “E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”.

Attraverso questa “unione” Gesù riconcilia i due rischi che corriamo costantemente quando pensiamo alla fede e alla nostra vita: amare Dio fino a disinteressarci degli altri, o amare gli altri fino a dimenticare Dio. Le due cose devono stare sempre unite e parzializzarle significa cadere giocoforza in errore.

“Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici»”.

Vivere invece una religione fatta solo di olocausti e sacrifici significa dimenticare che l’unica cosa che rende davvero e pienamente culto a Dio è l’amore.

Tornano così alla mente le parole che Dio pronuncia attraverso il profeta Osea: “Misericordia io voglio, non sacrificio” (Os 6,6).

“Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo”.

Infatti chi ha capito che è il cuore a dover funzionare e non il commercio dei meriti allora certamente non è lontano dalla strada giusta, anzi non è lontano dalla meta stessa.

Fonte


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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