don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 24 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 26-38

Data:

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La pagina dellโ€™annunciazione rimane come un capolavoro che non si smette di ammirare. Anche se si conosce ogni dettaglio del racconto la bellezza che ne traspare non permette mai di abituarsi. Credo che sia Maria la fonte di questa luce.

In lei, infatti, la parola di Dio non trova un ostacolo ma uno specchio, un modo tutto originale di riflettersi, di propagarsi, di espandersi. E tutto ciรฒ accade con tutto quello che di piรน umano ci portiamo appresso: la paura, le domande, lโ€™incertezza. โ€œElla fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale salutoโ€.

Ma il punto di svolta della sua storia non consiste nel non avere paura o domande, ma nel sapersi fidare di Dio nonostante la propria paura e le proprie domande. โ€œNon temere, Maria, perchรฉ hai trovato grazia presso Dioโ€, le dice lโ€™angelo, ma avere paura e sentirsi dire di non doverne avere non ti fa passare la paura, ti fa sentire solo non capito.

Credo che questo sia il motivo per cui Maria pronuncerร  la sua gioia piena davanti a Elisabetta e non davanti a Gabriele, perchรฉ con la cugina si sentirร  abbastanza capita da trovare finalmente la chiave di lettura giusta a ciรฒ che le รจ accaduto.

Ma oggi il Vangelo ci dice solo lโ€™immenso eccomi: โ€œMaria disse: ยซEcco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parolaยปโ€. รˆ la messa a disposizione piena della sua umanitร  a ciรฒ che di misterioso Dio sta per compiere.

Queste parole di Maria sono come la prefigurazione del Padre nostro. Il suo eccomi รจ davvero un โ€œsia fatta la tua volontร โ€, ma non con la cecitร  di chi esegue, ma con la fiducia di chi sa che vedrร  e capirร  con il tempo.

Credo che questo sia il motivo per cui Dio non si accontenta di Maria come una qualunque serva, ma che ne faccia di Lei una madre. E non una madre qualunque, ma la Madre di Dio. Ogni volta che si dice di sรฌ a Dio, qualcosa cambia in noi, ma sempre in meglio.

รˆ il meglio di chi si riconosce come argilla nelle mani di un vasaio e attende da lui la propria forma, il proprio scopo.

Fonte

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Autore: don Luigi Maria Epicoco
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