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don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 2 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 20, 11-18

“Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva”.

È interessante come la Pasqua inizi sempre con un fraintendimento. Tutti sono convinti che ormai la storia e la vicenda di Gesù sia finita, ma invece quella fine è solo un nuovo inizio. Eppure tutti hanno solo gli occhi sulla fine.

C’è bisogno di tempo prima che capiscano che in quella fine c’è anche altro. Maria di Magdala è lì vicino al sepolcro vuoto. Non può ancora sapere che quel sepolcro vuoto rimarrà per sempre come il segno più tangibile della resurrezione di Gesù.

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Per lei quel sepolcro vuoto è solo l’ennesimo capitolo di dolore nella grande tragedia di quei giorni terribili di passione. Eppure Maria di Magdala ci dà una lezione immensa: ella rimane lì davanti a quel vuoto. Non scappa, non edulcora quella esperienza tanto terribile.

Noi molto spesso non sopportiamo il vuoto, e pur di non sentirlo siamo disposti a riempirlo con qualunque cosa. L’esperienza più decisiva della vita spirituale è abitare il vuoto che tante volte si affaccia dentro il nostro cuore.

Abitarlo con l’ostinazione dell’amore. Abitarlo come la Maddalena. Ma non basta l’amore e il desiderio di questa donna, serve che accada qualcosa di imprevisto. È qui che entra in scena Gesù:

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“Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?»”.

Già un’altra volta Gesù aveva fatto la medesima domanda. Era nel Getsemani e all’arrivo delle guardie domanda proprio “Chi cercate?”. L’esperienza di fede è l’esperienza di lasciarci raggiungere da questa grande domanda: chi cerchi veramente? Infatti si può ricercare la fede solo come un modo per trovare noi stessi.

Ma la fede vera è quando ti accorgi che esiste qualcosa di più interessante di te stesso, e questo è Dio. La Maddalena non sta pensando a sé, sta pensando a Gesù e proprio per questo Gesù può parlarle rivelandole chi è veramente.

E non servono effetti speciali, basta solo che Egli pronunci il suo nome:

“Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!»”.

Fonte


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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