don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 11 Luglio 2020 – Mt 19, 27-29

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<<Allora Pietro prendendo la parola disse: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?”>>.

L’umanissimo Pietro dร  voce a quelle umanissime domande che delle volte attraversano la testa e il cuore e non troviamo il coraggio di dire ad alta voce. Qual รจ la vera contropartita nel seguire Gesรน? <<Gesรน disse loro: “In veritร  vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarร  seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribรน di Israele. Chiunque avrร  lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverร  cento volte tanto e avrร  in ereditร  la vita eterna”>>.

La prima cosa che Gesรน promette รจ la possibilitร  di giudicare. Vorrei cogliere da queste parole tutta una portata esistenziale, prima ancora che teologica. Giudicare significa valutare, dare un significato concreto alle cose. Gesรน รจ colui che ci porta a saper chiamare le cose con il loro vero nome, a pesarle per ciรฒ che sono davvero. Poi aggiunge che ogni cosa lasciata sarร  centuplicata, spalancando davanti a noi un orizzonte inedito.

Infatti noi siamo quasi sempre spaventati dal lasciare qualcosa. Le mancanze sono le ferite che molto spesso guidano e distorcono la nostra vita. Gesรน ci dice che se scegliamo di donare qualcosa senza subire quella scelta, sperimentiamo un aumento di vita pari al cento per uno. Ma se non doniamo con libertร  qualcosa allora quella mancanza diventa frustrazione e invece di diventare il cento per uno di vita diventa il cento per uno di infelicitร . Forse per questo leggiamo nella parola di Dio un dettaglio che non dovremmo mai dimenticare: <<Il Signore ama chi dona con gioia>>.

Infatti il problema non รจ semplicemente quello di donare, ma di imparare a farlo con gioia. E la gioia non si puรฒ simularla, o c’รจ o non c’รจ. Solo chi sceglie liberamente sperimenta gioia, ma chi si sente costretto non riesce mai ad essere felice delle proprie scelte.

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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