Signore, abbi pietร di noi!
Nel vangelo odierno abbiamo ascoltato che nella sua salita a Gerusalemme ยซGesรน attraversava la Samaria e la Galileaยป e ยซentrando in un villaggio gli vennero incontro dieci lebbrosiยป. ร noto che nellโIsraele antico il lebbroso era lโemarginato per eccellenza, colpito da una malattia avvertita non solo come ripugnante, ma anche โ cosรฌ purtroppo si pensava โ strettamente connessa al castigo di Dio per i suoi peccati (cf Nm 12, 14); per questo il lebbroso viveva fuori dalle cittร , in luoghi deserti, in una solitudine disperata (cf Lv 13, 45-46). Ecco perchรฉ questo gruppo di malati, che sicuramente aveva sentito parlare di Gesรน e dei suoi miracoli, confidando nella sua compassione, si tiene a distanza, non osa avvicinarsi a lui โ cosรฌ ordinava la legge per evitare contagi -, ma da lontano e ad alta voce grida: ยซGesรน, maestro, abbi pietร di noi!ยป. ร una preghiera bellissima: non cโรจ presunzione, non cโรจ arroganza; cโรจ solo lโumile abbandono di chi non ha piรน speranze proprie e quindi si affida docilmente al Signoreโฆe attende!
A questa loro richiesta Gesรน risponde in modo insolito. Non guarisce subito i lebbrosi ma, come giร aveva fatto in un caso analogo (cf Lc 5, 14), li invita a presentarsi ai sacerdoti. ร da notare che Gesรน obbedisce alla Legge mosaica la quale prescriveva che solo allโautoritร religiosa spettava certificare lโavvenuta guarigione delle persone e di riammetterle nel consesso sociale (cf Lv 13, 16-17; 14, 1-32). E, annota lโevangelista, ยซmentre essi andavano, furono purificatiยป: tutti e dieci sono guariti, eppure uno solo riconosce che ciรฒ รจ avvenuto grazie alla potenza di Dio, e per questo ritorna indietro ยซlodando Dio a gran voceยป e, prostrandosi ai piedi di Gesรน lo ringrazia.
Dopo aver constatato con un certo stupore che uno solo su dieci โ e per giunta un samaritano, colui che per i giudei era il ยซnemicoยป religioso, il credente scismatico ed eretico (cf Lc 9, 53), un lontano da Dio, una persona che veniva trattata come indegna e spregevole: basti ricordare che per offendere e screditare Gesรน i giudei un giorno gli diranno: ยซtu sei un Samaritanoยป (cf (Gv 8, 48) โ รจ tornato per ยซrendere gloria a Dioยป, Gesรน afferma: ยซAlzati e vaโ; la tua fede ti ha salvato!ยป.
Le parole di Gesรน sulla fede significano che non serve a niente avere la salute, se la salute la viviamo stupidamente consumandola per accumulare tesori che non contano o per cercare divertimenti che non daranno mai vera felicitร . La vera salute non รจ quella del corpo; la vera salute, nella fede, si chiama salvezza, cioรจ accoglienza di Dio, amore di Dio, speranza e riconoscenza.
Inoltre, lโinsegnamento del vangelo sottolinea lโuniversalitร della salvezza perchรฉ Dio giudica partendo dal cuore di ciascuno e non come noi che ci fermiamo allโapparenza, allโesterioritร . Diventiamo piรน umili e, invece di dare lezioni agli altri, cerchiamo di correggere i nostri difetti: impariamo a guardare la trave che รจ nel nostro occhio e non la pagliuzza che รจ nellโocchio del nostro fratello.
Impariamo anche noi, come il samaritano, a ringraziare il Signore per i tanti doni che ogni giorno ci concede e non solo quando ci fa comodo: noi parliamo, vediamo, sentiamo e camminiamo; pensiamo a quante persone nel mondo non vedono, non sentono, non parlano, non camminano. Pensiamo a quante persone sono nei letti degli ospedali o nei letti delle proprie abitazioni. Quanti doni il Signore ci concede ma per noi, purtroppo, tutto รจ scontato e pensiamo che tutto ci sia dovuto!
Sforziamoci di vivere, con autenticitร , le parole che pronunciamo al termine delle letture e della celebrazione eucaristica: ยซRendiamo grazie a Dioยป. Il rendimento di grazie รจ dunque unโespressione di gratitudine al Padre che ci ha dato il suo Figlio e ci comunica il suo Spirito e questa riconoscenza si manifesti nella gioia, nella fiducia, nella speranza da effondere intorno a noi, negli impegni e negli incontri della vita quotidiana. Ebbene sรฌ, ogni giorno รจ per noi un dono dellโamore di Dio in Gesรน Cristo! Amen.
Don Lucio D’Abbraccio
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