Don Lucio D’Abbraccio
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Questa vedova, cosรฌ povera, ha gettato nel tesoro piรน di tutti gli altri
Nel Vangelo abbiamo ascoltato che Gesรน nel suo insegnamento diceva alla folla: ยซGuardatevi dagli scribiยป. Puรฒ sembrare una condanna verso questa categoria di persone, ma in realtร non lo รจ perchรฉ il Maestro ha sempre predicato che Dio non guarda lโesterno ma lโinterno, dunque questa affermazione del Signore vuole farci capire che non esistono categorie condannate perchรฉ dentro ogni categoria esiste il buono e il cattivo. Allora non bisogna mai generalizzare nรฉ in bene nรฉ in male perchรฉ il Padre nostro che รจ nei cieli non giudica le categorie, ma le persone.
Fatta questa precisazione, chiediamoci che cosa significano le parole di Gesรน quando dice: ยซGuardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vestiยป. Le lunghe vesti erano quelle delle riunioni religiose. Ma questo non รจ peccato perchรฉ anche oggi il clero indossa sia durante la celebrazione eucaristica, sia durante le confessioni, sia durante le processioni etc lunghe vesti.
ยซRicevere saluti nelle piazzeยป. Non cโรจ nulla di male. La buona educazione ci insegna che salutare non รจ peccato. Un tempo, oggi un poโ meno, quando si incontrava il sacerdote lo si salutava dicendo โSia lodato Gesรน Cristoโ.
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ยซAvere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchettiยป. Anche questo non รจ peccato. Possiamo dire che cโรจ un poโ di vanitร , questo sรฌ. Notiamo, infatti, che alle riunioni, molte volte anche ai pranzi e alle cene, vengono riservati posti dโonore al clero e alle persone notabili.
E allora che cosa รจ peccato? Cosa condanna nostro Signore?
Gesรน โ prosegue lโevangelista โ continua dicendo: ยซDivorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna piรน severaยป. Il testo greco dice: ยซuna condanna maggioreยป. Questo รจ il punto decisivo; questo รจ ciรฒ che condanna il Maestro! Gesรน, alla folla vuol far capire, con lโaffermazione โGuardateviโ che deve stare โAttentaโ a coloro che sfruttano i poveri, i deboli (le vedove stanno ad indicare queste categorie) e poi โfanno lunghe preghiere per farsi vedere, per farsi elogiareโ. Qui sta il grande peccato! Il Signore, infatti, condanna lโipocrisia e ci ricorda: chi prega di piรน, deve amare di piรน. Chi si accosta a Dio, deve assomigliare a Dio. Quando preghiamo non dobbiamo metterci in mostra e soprattutto la nostra preghiera deve essere vera, sincera, fatta col cuore e non solo con le labbra.
Molte volte sento dire: โDio non mi ascoltaโ. Non รจ vero che Dio non ci ascolta. Siamo noi che non ascoltiamo Dio perchรฉ il nostro cuore รจ chiuso alla sua misericordia, al suo amore. Dio ascolta sempre le preghiere che nascono dal cuore.
Nella seconda parte del Vangelo si parla di una vedova (le vedove si riconoscevano dal modo di vestire) che ha gettato due monetine nel tesoro. Il testo greco parla di due spiccioli gettati nella cassa delle offerte. Due spiccioli equivalevano ad un quadrante ossia ad un soldo (0,01โฌ). Gesรน, nel vedere questa scena, chiama i suoi discepoli e dice loro: ยซQuesta vedova, cosรฌ povera, ha gettato nel tesoro piรน di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivereยป.
Che cosa, Gesรน, vuol far capire ai suoi discepoli e a noi? Che il valore di unโazione dipende dallโintenzione con cui si fa; unโintenzione buona e generosa puรฒ rendere grande unโazione in sรฉ piccola ed insignificante. Dio giudica il cuore non lโapparenza.
Nel primo libro dei Re si parla del profeta Elia che a Sarรจpta ha incontrato una vedova, la quale, benchรฉ ridotta alla miseria estrema, seppe condividere con lui le poche cose che le rimanevano per vivere insieme a suo figlio. Questa povera vedova ha donato tutto con amore e, quando si dona tutto, si riceve tutto: ยซLa farina della giara non venne meno e lโorcio dellโolio non diminuรฌ, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Eliaยป (I Lettura).
Queste due vedove, entrambe molto povere, dimostrano una grande fede in Dio. Da questi due episodi biblici, sapientemente accostati, si puรฒ ricavare un prezioso insegnamento sulle fede. Essa appare come lโatteggiamento interiore di chi fonda la propria vita su Dio, sulla sua Parola, e confida totalmente in lui. ร questo il dono che il Signore gradisce, lโofferta vera, il sacrificio autentico, il culto sincero. Di fronte a coloro che cercano la propria esaltazione, compiendo per questo gesti di generositร , la vedova รจ lโimmagine del dono puro, dellโofferta libera e gradita a Dio, della preghiera che lo Spirito suggerisce, della caritร vissuta, della fede che trasforma!
Verifichiamo, pertanto, le nostre intenzioni: Perchรฉ sono credente? Perchรฉ vengo in Chiesa? Perchรฉ faccio del bene? Sono disponibile a condividere i miei beni, il mio tempo, con chi รจ in difficoltร ? Se veniamo in Chiesa solo per metterci in mostra, se facciamo del bene solo ed esclusivamente per essere lodati dagli uomini, ciรฒ significa che lโesibizione ha preso il sopravvento e, per tale motivo, รจ necessario che tutti noi facciamo un attento esame di coscienza. Molti cristiani, purtroppo, credono di amare Cristo, il quale con il suo unico sacrificio ci purifica dal peccato (II Lettura), ma si illudono, perchรฉ amano solo ed esclusivamente loro stessi.
Impariamo ad aprire il cuore ai fratelli senza riserve o paure. Charles de Foucauld diceva: โLeggiamo e rileggiamo incessantemente e con attenzione il santo Vangelo per aver sempre incessantemente dinanzi alla mente gli atti, le parole, i pensieri di Gesรน, al fine di pensare, parlare, agire come Gesรนโ. Amen.




