Lasciamoci condurre dallo Spirito Santo, il Consolatore
Nel brano evangelico di questa domenica cโรจ la promessa dello Spirito che il Signore, dopo la sua glorificazione, manderร perchรฉ rimanga sempre con noi. Per questo noi non saremo mai orfani, non resteremo soli, abbandonati, perchรฉ lo Spirito del Signore รจ con noi.
Compito dello Spirito รจ quello di condurci alla comprensione del vangelo, allโobbedienza docile e filiale della parola di Dio, alla sequela generosa di Gesรน, per essere i testimoni della sua risurrezione ovunque. Egli รจ chiamato ยซconsolatoreยป perchรฉ viene in aiuto alla nostra debolezza, come ci ricorda lโapostolo Paolo, sia per le richieste da fare a Dio, sia per la serenitร e il coraggio nei momenti tristi della prova (cf Rm 8,18-30). Noi dobbiamo metterci nellโatteggiamento necessario per essere guidati dallo Spirito. Apparteniamo a Cristo nella misura in cui ci lasciamo possedere dallo Spirito di Dio: soltanto quelli che si lasciano condurre dallo Spirito sono figli di Dio.
Questo Spirito ci libera dalla paura, dal servilismo, da una religiositร soltanto moralistica e formalistica, per farci vivere la nostra fede nella dimensione della gioia, della fiducia, della pace interiore, nella profonda convinzione che Dio รจ per noi Abbร , Padre, che รจ amore, che ci avvolge e protegge con la sua premurosa provvidenza. Lo Spirito che รจ in noi ci fa accogliere i comandamenti del Signore, che si riassumono in un unico comandamento, quello dellโamore fraterno, modellato sullโamore di Cristo, e ci aiuta ad osservarli, a metterli in pratica, ad amare come Cristo ci ha amati: ยซSe mi amate, osserverete i miei comandamenti [โฆ]. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi รจ colui che mi ama. Chi ama me sarร amato dal Padre mio e anchโio lo amerรฒ e mi manifesterรฒ a luiยป.
Lo spirito che ci รจ donato รจ spirito di salvezza, di rispetto, di dialogo, di sincero confronto (II Lettura), non di integrismo, non di fanatismo religioso, non di chiusura e intolleranza. Purtroppo pensiamo poco alla vita dello Spirito in noi e nella Chiesa e per questo siamo portati a fare piรน affidamento su di noi che non su di lui che soffia dove e come vuole. La Chiesa primitiva viveva piรน intensamente la vita dello Spirito e lร dove era stata accolta la parola di Dio gli apostoli pregavano, imponevano le mani e lo Spirito scendeva in abbondanza.
Lo Spirito non fa preferenze di persone: scende su ebrei e samaritani, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, e rende tutti figli di Dio, seguaci di Cristo, membri di unโunica famiglia, di un solo popolo.
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Ebbene, lo Spirito che il Signore trasmette, che continua ad effondere su di noi, รจ lo Spirito dellโamore che ci rende capaci di amare, di trovare i modi concreti con i quali andare incontro al nostro prossimo, non con sentimentalismo, nรฉ soltanto a parole, ma con i fatti, in maniera concreta e generosa. Lo Spirito ci farร comprendere sempre meglio che la partecipazione allโeucaristia richiede una vita basata sullโamore, orientata verso il servizio, vissuta nel dono di noi stessi agli altri. La verifica del nostro amore verso Gesรน sta nellโamore fraterno.
Chiediamo a Dio Spirito Santo affinchรฉ ci aiuti ad amare come Gesรน ci ha amati, in modo da essere pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che รจ in noi.
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Don Lucio D’Abbraccio
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