don Lucio D’Abbraccio – Commento al Vangelo del 16 Ottobre 2022

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Cโ€™รจ fede sulla terra?

La liturgia della Parola ci invita a riflettere sulla preghiera. Ogni volta, purtroppo, che parliamo di preghiera ci portiamo dietro tanti pregiudizi. Per esempio: la preghiera รจ noiosa, la preghiera รจ inutile, la preghiera รจ superata. Ma cosa รจ per noi la preghiera? รˆ innanzitutto silenzio per ascoltare, per riflettere, per contemplare. Senza questo silenzio (interiore soprattutto) rischiamo di accumulare parole, e contro questo pericolo Gesรน ci mette in guardia (cf Mt 6, 7). Perchรฉ si prega? Perchรฉ crediamo nella paterna premura di Dio e la nostra fede viene alimentata, confortata, sostenuta dalla preghiera. La preghiera, dunque, รจ necessaria in tutte le circostanze della vita.

Nel libro dellโ€™Esodo (I Lettura) abbiamo ascoltato che Mosรจ prega e, mentre egli prega, il popolo combatte e vince. รˆ chiarissima lโ€™affermazione che la preghiera รจ il sostegno dellโ€™azione e che la pretesa di cambiare il mondo con le nostre sole forze inevitabilmente approda al naufragio.

Ma per sentire la forza della preghiera รจ necessario pregare veramente. Come? A questa domanda risponde il Vangelo con una parabola ardita. Gesรน, scrive lโ€™evangelista Luca, presenta la situazione di una donna debole, calpestata ingiustamente, che perรฒ non si stanca di chiedere giustizia a un giudice freddo, insensibile, disumano. Il giudice della parabola รจ una figura odiosa, ma Gesรน non vuole portarlo come esempio, bensรฌ vuole sottolineare il comportamento della donna che non si stanca di pregare: e alla fine ottiene giustizia. Il comportamento della vedova, dunque, rivela una grande volontร , una grande umiltร , una grande tenacia.

Gesรน, inoltre, vuole ricordarci che la condizione della vera preghiera รจ la fede. La parabola, infatti, termina con queste parole: ยซMa il Figlio dellโ€™uomo, quando verrร , troverร  la fede sulla terra?ยป. รˆ un interrogativo che fa venire i brividi. รˆ un interrogativo che mette il dito nella piaga: senza fede non esiste preghiera, ma soltanto formule di preghiere. Ma cosโ€™รจ la fede? Credere in qualcuno significa abbandonarsi, consegnarsi con totale fiducia; credere significa non contare piรน su se stessi, ma su un altro. Credere in Dio, allora, significa abbandonarsi, consegnarsi a Lui, contare totalmente e fiduciosamente su di Lui. Per questo la preghiera di fede e piรน bella consiste in un ยซsรฌยป. La preghiera, infatti, รจ il respiro del cuore pieno dโ€™amore.

Maria a Nazareth si rivela maestra straordinaria di preghiera. Cosa dice allโ€™angelo? ยซEcco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parolaยป (cf Lc 1, 38). E Gesรน sulla croce? ยซPadre, nelle tue mani consegno il mio spiritoยป (cf Lc 23, 46). E per noi peccatori il modello di preghiera รจ quello del pubblicano: ยซO Dio, abbi pietร  di me peccatoreยป (cf Lc 18, 13). Sono le vere preghiere, quelle che fanno cambiare la vita, quelle che aprono a Dio lo spazio per agire.

La nostra preghiera deve puntare in questa direzione: ancora in noi ci sono incertezze, vanitร , resistenze, dubbi, pretese, ma la direzione della preghiera รจ una sola: fare un passo verso la volontร  di Dio, abbandonarsi a Lui, perchรฉ solo Dio puรฒ guarire la nostra povertร .

E che cosa dobbiamo chiedere nella preghiera? Di essere coerenti con noi stessi: non si puรฒ chiedere la pace e non essere operatori di pace, non si puรฒ chiedere la giustizia e non lavorare per una societร  piรน giusta e umana. In Luca (11, 13) ci รจ garantito il dono dello Spirito, invocato con fiducia e accolto con docilitร .

La seconda Lettura ci parla dellโ€™importanza insostituibile della Sacra Scrittura. La parola di Dio ascoltata o letta, riflettuta a livello personale o comunitario, รจ alimento della nostra preghiera. E Dio che ci parla, che ci sprona, che ci corregge, che ci conforta. รˆ lo Spirito che mette sulle nostre labbra invocazioni, suppliche, grida di lode e di adorazione. Se la nostra preghiera รจ autentica ci aiuterร  a mantenere la nostra fede e la fiducia in Dio.

Ebbene, ogni giorno il credente non deve cessare di gridare al Signore con la propria vita, ancor prima che con le parole: ยซMaranร  thaยป, vieni Signore Gesรน, vieni presto! (cf 1Cor 16, 22; Ap 22, 20). Questa รจ la preghiera che nasce dalla fede e si traduce in un desiderio quotidiano dellโ€™evento che noi cristiani dovremmo attendere con tutte le nostre forze: la venuta del Signore Gesรน nella gloria, mediante il quale Dio instaurerร  il suo Regno di giustizia e di pace per tutti gli uomini.

Fonte

Don Lucio D’Abbraccio

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