Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 28 Giugno 2020

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Prosegue la lettura del capitolo 10 del Vangelo di Matteo, in cui il Signore ci offre ulteriori criteri sulla vita del missionario, colui che รจ chiamato a rendergli testimonianza. Il primo elemento riguarda le sue relazioni familiari. Per chi รจ a servizio del Regno a tempo pieno, non puรฒ esserci altra modalitร  di ingaggio, se non quella di un amore totale e senza riserve a Cristo. Perchรจ Gesรน arriva a dire che chi non lo ama piรน di quanto ami suo padre e sua madre non รจ degno di Lui? Come puรฒ addirittura dire che non รจ degno di lui neanche chi ama suo figlio e sua figlia piรน di Lui?

Evidentemente Gesรน non sta dicendo di misconoscere e disprezzare i nostri genitori, nรจ tanto meno ai genitori di disprezzare i figli. Partendo dalle relazioni umane piรน profonde e immediate, la paternitร -maternitร  e la figliolanza, il Maestro vuole far comprendere ai propri discepoli che la relazione con Lui deve essere improntata su un amore tanto grande, da superare anche la forza dei legami umani e familiari piรน importanti. Subito dopo, Gesรน ci invita a seguirlo accogliendo la realtร  che si presenta nella nostra vita. Chi di noi, infatti, puรฒ dire di essere immune da difficoltร , contrarietร , debolezze e sconfitte? Tutto questo รจ ciรฒ che Gesรน definisce โ€œcroceโ€. Lui ha potuto prendere su di sรฉ la somma di tutte le contrarietร  dellโ€™umanitร , offrendo la sua vita sul Calvario per uccidere la morte per sempre. A noi chiede di seguirlo, accettando le sfide della nostra quotidianitร , senza ribellarci e senza idealizzare troppo le persone e le situazioni. Il Cardinale Giulio Bevilacqua, padre dellโ€™Oratorio, giร  direttore spirituale di Papa Paolo VI, era solito affermare: โ€œDue cose contano veramente: Cristo e la realtร  e bisogna farle incontrareโ€œ.

Accogliere la croce nella nostra vita significa proprio questo: sapere che nella realtร  โ€“ che puรฒ rappresentare una grande sfida per noi โ€“ siamo chiamati a seguire Cristo. Quando Lui, dunque, diventa contemporaneo del nostro pensare, del nostro parlare e del nostro agire, accettando le sfide della realtร  di ogni giorno, impariamo anche a saper rinunciare a qualcosa di noi stessi. La piena maturitร  in Lui ci renderร  disponibili a perdere la nostra stessa vita terrena, pur di entrare nella comunione piena e definitiva con Lui, che รจ la vita eterna. Dopo questi atteggiamenti che riguardano il discepolo in rapporto con Gesรน, nella parte finale del brano torna piรน volte un verbo: โ€œaccogliereโ€. Quando il discepolo, che vive questa relazione forte con Gesรน, viene accolto, รจ Lui stesso ad essere accolto. Cosรฌ chi accoglie il profeta, ossia chi parla in suo nome, e chi accoglie il giusto, ossia colui che compie la volontร  di Dio, riceve la stessa ricompensa preparata da Dio per loro.

Quando Cristo tocca davvero la vita delle persone, esse sono immerse nel vortice trasformante del suo amore, cosicchรฉ anche il gesto piรน semplice, come quello di dare un bicchiere dโ€™acqua al suo discepolo piรน piccolo, diventa caparra della vita eterna.


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