Sursum corda, in alto i nostri cuori!
Con lo stile sintetico e asciutto che lo caratterizza, lโEvangelista Marco associa il mistero dellโAscensione di Gesรน con lโinizio della missione della Chiesa. Il Risorto, avendo portato a termine la sua opera terrena con la sua morte e resurrezione, affida agli Undici il mandato di andare in tutto il mondo e annunciare la buona notizia. Tutto il mondo ed ogni creatura, ossia ogni luogo e ogni persona, sono destinatari della Parola di salvezza. Cristo ci provoca sempre di nuovo a riconoscere che il suo Vangelo รจ per tutti, nessuno puรฒ essere escluso o sentirsi escluso da questa luce.
Il compito dei discepoli รจ quello di continuare con forza questo annuncio, sebbene la libertร dei destinatari possa prevederne lโaccoglienza nella fede o anche un eventuale rifiuto. La veridicitร della fede รจ sugellata dai segni materiali e spirituali che lโaccompagnano: la vittoria sul male e sul peccato (scacciare i demoni), il dialogo, la comunione e le comunicazioni rinnovate (parlare lingue nuove), essere preservati dal soccombere alle difficoltร della realtร (prendere in mano i serpenti) e da quelle causate dalla malvagitร umana (bere veleno senza averne danno), prendersi cura dei fratelli in senso materiale e spirituale (imporre le mani ai malati e guarirli). Dopo aver consegnato ai suoi queste โarmi della luceโ, Gesรน รจ elevato in cielo e siede alla destra del Padre. Lโazione รจ descritta in senso passivo: รจ Dio Padre che attrae il Figlio con la sua umanitร glorificata nellโabbraccio amoroso della Trinitร .
Questa sparizione dalla vista dei discepoli, tuttavia, non li lascia orfani, perchรฉ Gesรน continua ad essere presente in un modo nuovo attraverso le membra del suo Corpo, la Chiesa, che continua la sua missione nella storia, in attesa di poter condividere in pienezza la stessa sorte del Figlio nella gloria. Salendo in cielo, Gesรน si fa presente in un modo nuovo, al di lร delle barriere del tempo e dello spazio, per accompagnare i suoi discepoli nella missione, portata avanti nel suo Nome. La sua umanitร glorificata nel seno della Trinitร รจ la caparra della nostra salvezza: se crediamo e accogliamo giร da ora la sua vita divina in noi, che ci giunge attraverso la sua Parola e i sacramenti della Chiesa, potremo condividere anche la luce della sua gloria nellโeternitร senza tramonto.
La solennitร dellโAscensione, proprio mentre la tendenza della cultura contemporanea รจ quella di porre tutta la nostra attenzione e il nostro impegno verso ciรฒ che รจ terreno, immanente e controllabile, ci sprona ad elevare lo sguardo del nostro cuore โverso le cose di lassรน, dove si trova Cristo assiso alla destra del Padreโ (Col 3,1), per ricordarci che noi tutti siamo creati per il cielo, rafforzando il nostro desiderio di eternitร e fissando tutta la nostra speranza in Dio. Questo, chiaramente, non si configura come una fuga dal mondo, ma come consapevolezza di dover vivere nel mondo, senza essere del mondo, perchรฉ la nostra vita รจ ormai โnascosta con Cristo in Dioโ (Col 3,3).
Nella celebrazione dellโEucaristia, nel dialogo precedente al Prefazio, prima del momento centrale della consacrazione delle specie del pane e del vino, il sacerdote con le parole โSursum cordaโ (โIn alto i nostri cuoriโ), invita lโassemblea ad assumere questo sguardo rinnovato e orientato verso il cielo. Tutti rispondono: โHabemus ad Dominumโ (Sono rivolti al Signore). Ciรฒ che si realizza nellโEucaristia, quando per andare incontro a Gesรน che si dona sullโaltare, assumiamo questo atteggiamento di elevazione spirituale, dovrebbe essere un atteggiamento spirituale costante per noi. Non siamo piรน soli, infatti, perchรจ aderendo a Cristo, possiamo camminare per le strade del mondo con la sua forza e la luce della sua presenza nella Chiesa senza temere alcun male: โle porte degli inferi non prevarranno contro di essaโ (Mt 16,18), mai!



