Gesรน ci porta alla pienezza della vita vera
Con lโascensione di Gesรน in cielo contempliamo che il punto di arrivo della missione di Cristo non รจ su questa terra, perchรฉ Egli ha assunto la carne umana per portarla alla sua pienezza; che non รจ qui, cosรฌ come la nostra pienezza non รจ di questa terra. Lโelevazione al cielo ci apre alla prospettiva della nostra veritร .
La realtร รจ che noi stiamo qui in una fredda e confusa anticamera di un posto meraviglioso, di uno splendore infinito: ognuno di noi รจ troppo importante e imprescindibile per non essere legato allโeternitร e alla bellezza. Gesรน si รจ incarnato per mostrarci il punto di arrivo, che รจ il Padre.
Pensiamo alla celebre frase di san Filippo Neri: ยซPreferisco il Paradisoยป; significa che in ogni scelta io posso mettere il cielo come direzione e meta. Siamo fatti โdi cieloโ e se andiamo a scrutare il nostro cuore, questo ยซabissoยป โ cosรฌ il cuore รจ definito nella Bibbia (Sal 73,7) โ puรฒ essere colmato solo dal cielo.
Tante cose vanno relativizzate e dobbiamo sempre chiederci dove ci conduce ogni sรฌ o no che dobbiamo pronunciare nella vita. La spiritualitร cristiana descrive fondamentalmente il viaggio dallโuomo terrestre allโuomo celeste, dallโuomo nato dalla carne allโuomo che nasce dallo Spirito. Questo movimento ascensionale lo facciamo ogni volta che ci apriamo al bene e ci opponiamo al vizio, alla debolezza, allo sconforto.
Pensiamo alle mongolfiere che, per cominciare ad alzarsi, devono liberarsi dai sacchi di sabbia mentre la combustione del gas che scalda lโaria permette il distacco: comโรจ diversa la prospettiva dallโalto! Cosรฌ รจ per noi: Dio ci chiede di togliere i sacchi di sabbia, di lasciarsi alimentare dal fuoco dello Spirito Santo โ con la preghiera, la caritร , il nutrimento dei sacramenti โ cosรฌ che la nostra anima, unita allo Spirito, diventi piรน leggera dellโanima pesante di questo mondo e possa ergersi e contemplare le vette dellโeternitร , che ci attende e che, intimamente, percepiamo come โnostalgia di qualcosaโ che abbiamo sempre in noi: la nostalgia del Padre, nostalgia di casa.
Non cerchiamo di comprendere tutto di questa vita: i conti torneranno solo in cielo. Nella nostra avventura terrena abbiamo la possibilitร di imitare il Padre nelle sue due attivitร , che spettano solo a Lui ma che Egli ha voluto condividere con noi, suoi figli: lโessere creatore e lโessere redentore, tramite il Figlio. Sono le due vocazioni che riceviamo con il battesimo: essere co-creatori โ generando nuove vite, nel luogo sacro del matrimonio โ o essere co-redentori โ salvando anime nel ministero ordinato o nella vita religiosa, professa o laica.
Contemplando il mistero dellโAscensione di Gesรน al cielo nei misteri gloriosi, ci apriamo alla sua opera in noi, alla sua signoria. Se la nostra vita รจ fatta di rivendicazioni, che cosa ci puรฒ interessare che Cristo sia asceso al cielo e sia il Signore? Se in fondo al nostro cuore quel che resta รจ che dobbiamo essere affermati, riconosciuti, stimati, e tutte le cose relative di questa vita, la preghiera ci scivolerร via di dosso perchรฉ cercheremo altri signori e altre potestร .
Per la comunione con Cristo, che ha portato la carne nel cielo, il cielo entra nella carne e possiamo tirar fuori la nostra piรน grande veritร . Seguire Cristo non รจ sfigurarsi, emaciarsi, rovinarsi, ma รจ perdere la vita piccola per scegliere la vita grande; perdere lโinfimo per acquistare lโinfinito.
Commento di don Luciano Condina
Fonte – Arcidiocesi di Vercelli



