don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 30 Marzo 2025

Domenica 30 Marzo 2025 - III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 15,1-3.11-32

Data:

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La parabola delโ€ฆ? Che titolo possiamo trovare per questo famosissimo racconto nel quale Gesรน presenta la storia di un padre e dei suoi due figli? I titoletti che troviamo in mezzo al testo dei vangeli che abbiamo in mano sono un’aggiunta posteriore fatta dalla Chiesa, e non erano certamente previsti nel testo originario scritto dagli evangelisti.

La vignetta di don Giovanni Berti

Qualche anno fa Michela Murgia, durante una conferenza sulla Bibbia insieme a un’altra teologa, arrivรฒ a sostenere che in quelle “aggiunte” dei titoli c’era giร  un piccolo tradimento del testo e una forma di “potere” della Chiesa che orienta a trarre un insegnamento rispetto a un altro. La sua era chiaramente una provocazione molto efficace, perchรฉ mi ricorda che il Vangelo, che ci tramanda le parole e i gesti di Gesรน, รจ sempre piรน grande e piรน ricco di ogni possibile spiegazione, e non รจ mai “riducibile” a un’unica spiegazione. Il Vangelo non puรฒ avere titoli che lo contengano se non il nome “Vangelo”, che significa “buona notizia”.

Questa parabola, che troviamo nel capitolo 15 del Vangelo di Luca, veniva chiamata tradizionalmente “del figliol prodigo”, puntando l’attenzione sul figlio minore che spende in modo sconsiderato i beni ricevuti dal padre e si ritrova immerso fino al collo nella miseria materiale e spirituale.

Continua dopo il video.

Questo titolo, “del figliol prodigo”, pur sottolineando una parte importante del racconto, rischiava perรฒ di non evidenziare il vero protagonista della storia, che รจ il padre. Gesรน racconta di un padre dall’amore senza misura per i propri figli, capace di riaccogliere con gesti “esagerati” il figlio che lo ha abbandonato non solo fisicamente, ma anche con il cuore. Lo stesso padre, poi, fa letteralmente la spola tra i due fratelli, divisi da tutto, pur di riallacciare la loro unione, andando dal fratello maggiore, chiuso nella sua rabbia e nel suo giudizio.

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Per questo motivo, oggi la parabola รจ piรน correttamente chiamata “del padre misericordioso”, anche perchรฉ in questa esagerata misericordia Gesรน identifica sรฉ stesso, quando accoglie tutti e si lascia avvicinare anche dai piรน emarginati della societร  del suo tempo. E Gesรน lo fa anche se gli costerร  letteralmente la vita.

Stamattina, ai ragazzi del catechismo delle medie, ho chiesto di trovare un altro titolo a questo racconto. Abbiamo lavorato un po’ sul testo, perchรฉ non entrasse solo nelle orecchie con un ascolto superficiale, ma anche nel cuore, provando il piรน possibile a identificarsi con i personaggi. Al di lร  del risultato finale, che era quello di individuare il titolo piรน adatto a questa parabola, รจ stato il viaggio dentro la storia ad appassionare, cercando di evidenziare, per quanto possibile, i sentimenti dei singoli personaggi.

Scrutando i sentimenti della storia, i ragazzi hanno provato a sentirla rivolta a sรฉ stessi, in dialogo con la propria storia personale. Era questo quello che voleva Gesรน quando parlava alla gente utilizzando le parabole. Gesรน voleva che le sue parole non fossero ridotte a semplici “comandi” da eseguire, e non voleva che Dio fosse ridotto a un padrone dai comandi esigenti e dalla paga giusta a seconda dell’esecuzione del lavoro affidato.

Gesรน voleva arrivare al cuore dei suoi ascoltatori e che in questo cuore risuonasse l’amore di Dio Padre. Tante volte, se guardo alla mia vita interiore, mi sento proprio come i figli della parabola, cioรจ lontano dal cuore di Dio, e mi scopro preoccupato solamente di eseguire i comandamenti in attesa della ricompensa o della punizione.

E cosรฌ, scopro contemporaneamente di diventare spietato giudice degli altri. Guardato da lontano, lontano dal cuore, Dio diventa una “caricatura”, e questo porta anche a una “caricatura” del rapporto tra esseri umani, dimenticando che siamo fratelli e sorelle, e non avversari in continua competizione su chi รจ piรน bravo e meritevole.

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Tra i vari titoli che i ragazzi hanno trovato, mi piace “la parabola senza fine”, perchรฉ effettivamente lascia aperto il finale, non dicendo se i due fratelli alla fine si sono ritrovati e hanno fatto festa. La fine della parabola, che in fondo รจ il fine stesso della storia di Gesรน, la facciamo noi, dipende da noi. Io ho pensato a un titolo “nuovo”, ed รจ quello che combina i due titoli tradizionali. La parola “prodigo” significa letteralmente “spendaccione” o “che dona senza calcolo”.

Quindi, il titolo che sento piรน vicino alla mia sensibilitร  รจ questo: la parabola “del padre prodigo”. Questo padre, come il figlio, sembra buttare via tutto quello che ha valore economico e sociale pur di essere sรฉ stesso. Se il figlio รจ prodigo perchรฉ butta via il denaro in cose inutili dopo aver buttato via anche la sua famiglia, il padre, invece, butta via ogni reticenza, ogni pretesa di potere e di superioritร , pur di riavere i due figli.

Ecco, quindi, cosa mi rivela questa parabola “del padre prodigo”: Dio, con me e con l’umanitร , รจ un vero padre prodigo. Perchรฉ Lui รจ cosรฌ: ha dato tutto quello che aveva, il proprio Figlio e anche la sua stessa onnipotenza, pur di farci arrivare il suo amore, pur di farci sperimentare il suo perdono.”

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)

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