don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 22 Gennaio 2023

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Il Vangelo delle periferie

In un documentario che ho visto tempo fa, veniva esposta l’interessante teoria che dice che l’universo è in continua espansione a iniziare da un iniziale “big-bang”, e che la sua fine avverrà quando questa espansione sarà così grande che finirà l’energia iniziale. Un’altra teoria simile dice invece che la fine dell’universo avverrà al termine del ciclo di espansione e contrazione fino al punto iniziale di un altro “big-bang”.
L’evangelista Matteo, concorde con gli altri evangelisti, ci racconta che l’inizio della missione di Gesù è avvenuta proprio con un moto di espansione.

Non inizia dal centro della religione del suo tempo, Gerusalemme, ma andando ai confini del popolo di Israele, in quel territorio chiamato “Galilea delle genti” o anche “Galilea dei pagani”. A noi non dice molto questo nome, ma ai tempi di Gesù dire “Galilea delle genti”, significava nominare un territorio lontano dal centro religioso, a rischio continuo di contaminazioni culturali e religiose, zona pericolosa sotto tanti punti di vista.

La Galilea, da dove inizia la missione di Gesù di annuncio di Dio con parole ed opere, oggi potrebbe essere paragonata alle periferie delle nostre grandi città, quelle zone dove abitano persone venute da posti diversi, anche nazioni, culture e religioni diverse, con quei palazzoni dove si trova di tutto, e dove non è raro si creino sacche di povertà culturale e materiale, tensioni e degrado.

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Le periferie sono spesso meno “belle” dei centri storici, hanno meno servizi comunitari, ed è facile siano abitate da chi non si può permettere un posto comodo in centro, anche perché non essendo del luogo non ha qualche casa in eredità. Ci sono città in alcuni paesi del cosiddetto “terzo mondo”, dove la differenza tra centro e periferie è stridente e terribile. Il centro ricco di palazzi nuovissimi, centri commerciali, servizi pubblici impeccabili, e poi periferie degradate e fatiscenti con vere baraccopoli e un fiume di umanità che vive in piccoli spazi.

Gesù inizia proprio dalla Galilea, dalla periferia, da quei luoghi lontani dal centro, ricci di problemi, ma a quanto pare più disponibili a incontrare e farsi coinvolgere. Gesù troverà i suoi amici e discepoli proprio in Galilea, camminando lungo il lago e tra pescatori che non hanno certo la fama di essere esperti di Dio e di moralità. Gesù inizia annunciando che il centro di tutto, Dio, non rimane chiuso nei cieli ma arriva ovunque, si espande in ogni angolo dell’universo umano, in ogni Galilea, su ogni “barca” di vita.

“Convertitevi, il regno dei cieli è vicino” è il riassunto della missione di Gesù, rivolto ad ogni uomo e non solo a pochi “addetti ai lavori” chiusi in un tempio sacro. Gesù allarga l’universo dell’esperienza di Dio in ogni luogo, tempo e situazione umana e chiede solo di cambiare mentalità. La conversione che chiede è proprio questa, quella di accettare che Dio non è chiuso in cielo e nemmeno in un luogo sacro e separato dal mondo (la parola “sacro” indica proprio “separazione”), ma arriva attraverso noi in ogni luogo.

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Diventare “pescatori di uomini”, come Gesù dice a Pietro e amici, significa proprio prendere il lago e arrivare ovunque c’è umanità e portare questo annuncio come ha fatto Gesù, come hanno fatto i discepoli e come ha fatto la Chiesa nella sua storia.

L’universo finirà, non sappiamo come e non sappiamo se per espansione o contrazione (sono cose da scienziati!), ma certamente il Vangelo, la buona notizia che Dio è qui dentro la nostra storia, non finirà, si espanderà sempre donando vita ed energia divina ad ogni essere umano.

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)