don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 20 Aprile 2025

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Gesรน non cโ€™รจ

PASQUA del SIGNORE

โ€œGesรน non cโ€™รจ, รจ andato viaโ€ฆโ€ Insieme al canto gioioso dellโ€™Alleluia, proprio della Pasqua, nella mia mente risuonano anche le parole di una celebre canzone di Nek di trentโ€™anni fa, che iniziava cosรฌ: โ€œLaura non cโ€™รจ, รจ andata viaโ€ฆโ€. Quel brano descrive un amore finito ma vivo nel ricordo e nel cuore di chi รจ stato lasciato. Nonostante una nuova relazione, la nostalgia per Laura รจ cosรฌ intensa da sentirla ancora presente nella nuova compagna, quasi a sminuire il legame attuale di fronte al ricordo di lei.

Allo stesso modo, le donne che si recano al sepolcro di Gesรน sono immerse in un profondo dolore e nella mancanza del Maestro. I suoi amici piรน intimi sono fuggiti, lasciando sole queste donne che, come ci ricorda lโ€™evangelista Luca, pur mantenendosi a distanza, erano state testimoni della sua morte.

Portano con sรฉ aromi per ungere il corpo senza vita, secondo la tradizione. Ma รจ proprio in questo luogo e in quest’atmosfera di lutto che irrompe un messaggio di tutt’altro genere. I due uomini vestiti di luce sfolgorante contrastano nettamente con il clima funebre. La pietra rotolata via dall’ingresso del sepolcro รจ un segno tangibile di un cambiamento radicale. E soprattutto, le loro parole ribaltano ogni aspettativa: Gesรน non รจ tra i morti, non si trova lรฌ dove ci si aspetterebbe, irrigidito e imprigionato dalla morte.

La domanda con cui i due uomini iniziano il loro discorso รจ come un campanello che scuote la mente e il cuore dal torpore della tristezza: โ€œPerchรฉ cercate tra i morti colui che รจ vivo?โ€.

Quelle donne cercano un corpo da imbalsamare, ma incontrano due messaggeri che indicano un compito diverso: da custodi della morte a annunciatrici di vita!

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Qual รจ la prima reazione al loro annuncio? Incredulitร . Proprio i discepoli, i piรน vicini a Gesรน, considerano quelle parole di vita come unโ€™assurditร  priva di senso e concretezza. Gesรน รจ morto, punto.

La morte, dunque, non aveva colpito solo il corpo di Gesรน sulla croce, ma anche i cuori, le speranze e il futuro di quanti gli erano legati. Parlare di vita in una situazione simile sembrava un vaneggiamento fuori luogo.

Fortunatamente, Pietro, spinto da quella curiositร  mista a speranza che alberga in ognuno di noi, non si arrende e va a verificare di persona. E anche lui constata che davvero qualcosa รจ cambiato e che la parola fine su Gesรน non รจ la morte. Il racconto del giorno della resurrezione, che occupa l’intero capitolo 24 del Vangelo, ci mostra Gesรน che si manifesta vivo, non come un fantasma, ma come essere vivente in carne e ossa, come vita nuova. E questa esperienza รจ giunta fino a noi attraverso i secoli.

Parlare di vita oggi puรฒ sembrare a volte unโ€™illusione, specialmente in unโ€™epoca segnata da morte, guerra e ingiustizia. Sperare nella pace e credere nella fratellanza umana appare fuori luogo. Ma proprio in questa Pasqua segnata da una “guerra mondiale a pezzi” (come la definisce spesso Papa Francesco) e da conflitti di vario genere (armati, economici, sociali, con l’indifferenza verso i piรน poveriโ€ฆ), a noi cristiani รจ affidato questo messaggio: Gesรน รจ vivo, e il suo messaggio non รจ stato ucciso e non potrร  mai esserlo.

Gesรน non va cercato nei luoghi di morte, che come cristiani dobbiamo fuggire per andare dove egli vive e ci cerca a sua volta. Come cristiani non possiamo quindi coltivare morte, guerra, ingiustizia, pregiudizio e indifferenza, perchรฉ se davvero ci sta a cuore Gesรน, non รจ lรฌ che lo troveremo! Lui รจ vivente, non morto e imbalsamato in ritualitร  vuote e tradizioni stucchevoli. Imitiamo Pietro! Anche se spesso le parole della fede ci sembrano belle ma distanti dalla realtร , crediamoci e andiamo in cerca di segni di vita. Come Pietro e gli altri discepoli, saremo pieni di stupore.

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Gesรน non cโ€™รจ, รจ andato viaโ€ฆ Mettiamoci in cammino anche noi alla sua ricerca, perchรฉ dentro il nostro cuore, se lo sappiamo ascoltare, continua a vivere e ci invita a crederci, per cambiare il mondo

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)

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