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don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 5 Maggio 2024

Domenica 5 Maggio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 15, 9-17

       1° Lettura

Il fatto narrato avviene a Cesarea

fondata da Erode il grande.

I protagonisti sono tre:

Pietro

Cornelio, un comandante del presidio romano

                  in quella città,

lo Spirito Santo.

– Pietro era un tradizionalista,

un ebreo puro sangue,

convinto che Cristo fosse venuto

esclusivamente per il popolo ebreo:

un Messia Ebreo, Gesù,

mandato a salvare tutto il popolo ebraico.

Gli ebrei convertiti e Pietro stesso, all’inizio,

erano convinti che Dio

fosse il Dio solo degli ebrei.

Pietro aveva sempre evitato i contatti con i pagani

che chiedevano il Battesimo:

non sapeva come comportarsi con loro

e non sapeva che cosa significasse

“conversione” per un pagano;

e ancor più temeva gli ebrei convertiti

che vedevano i pagani come nemici,

incapaci di conversione e di Battesimo.

Pietro temeva le critiche da parte dei suoi amici,

come temeva una possibile spaccatura

dentro le comunità cristiane

tra ebrei convertiti

e pagani convertiti.

Non c’era mai stato alcun dialogo

tra le due etnie…

come poteva crearsi ora?

– Un giorno Pietro ha una visione:

vede scendere dal cielo una tavola da pranzo

piena di ogni tipo di vivande e alimenti,

tutta roba da mangiare,

però quasi tutti cibi proibiti

dalla religione e tradizione ebraica

(es. la carne di maiale).

Mentre Pietro ammira tutto quel bene di Dio

e non capisce il senso della visione,

una voce misteriosa gli ordina:

“Mangia”

Lui si rifiuta di toccare quel cibo,

anche se ha fame,

perché sono tutti alimenti proibiti dalla legge.

La voce misteriosa continua

per tre volte a intimargli di mangiare…

Pietro rifiuta di toccare quei cibi.

Poi la tavola imbandita sparisce

e Pietro rimane interdetto per quanto avevo visto:

si chiede che cosa volesse significare

quella tavola imbandita con alimenti illeciti.

Stava ancora riflettendo

quando sente bussare alla porta di casa

e alcuni forestieri gli chiedono

se poteva andare con loro a Cesarea

perché in quella città

c’è un personaggio importante,

un comandante della legione romana,

che vorrebbe conoscerlo

e ricevere il Battesimo.

– La pagina che abbiamo appena letto

narra appunto questo incontro

tra Pietro e il centurione Cornelio.

– Finalmente Pietro capisce il significato

della visione che aveva avuto

qualche istante prima:

“Dio non fa differenze di persone”,

per Lui non ci sono cibi leciti e buoni

e altri proibiti e impuri,

come non ci sono persone buone

e altre cattive da buttare.

Dio vuole bene e salvare

ebrei e pagani.

“Chi pratica la giustizia

(fa bene, fa il proprio dovere,

si comporta con bontà e carità,

non fa del male al prossimo,

chi è rispettoso

e cerca di seminare un po’ di bontà, ecc…)

a qualsiasi razza e popolo appartenga,

per Dio non fa differenza;

a Lui sono tutti cari

e vuole tutti salvi”.

– Pietro si fa accompagnare a Cesarea

e in casa di Cornelio

fa un discorso illuminante,

afferma che stava avvenendo

una cosa straordinaria:

lo Spirito Santo

veniva sui presenti:

cristiani e pagani

senza distinzione tra gli uni e gli altri;

infatti parlavano lingue sconosciute,

dicevano parole strane…

tutti avvertivano

che erano sotto l’effetto

dell’unico Spirito di Dio.

Tutti capiscono

che l’apertura ai pagani

era la strada da percorrere,

senza fare preclusioni ad alcuno.

Immediatamente Cornelio e la sua famiglia

vengono battezzati

e inseriti nella comunità cristiana.

– Pietro avrà ancora altri ripensamenti

e tentennamenti in seguito,

specie per le critiche che gli rivolgeranno

gli ex amici, ebrei convertiti…

Ma ormai la strada era aperta

e non si poteva più tornare indietro.

       La questione dei pagani convertiti,

se dovessero osservare o meno

la legge ebraica,

sarà un ulteriore intoppo per gli Apostoli,

su come comportarsi;

e sarò l’argomento

del Concilio di Gerusalemme (49 d.C.)

       VANGELO

– Questa pagina del Vangelo

è una parte del lungo discorso di Gesù

durante l’Ultima Cena

e di cui ci ha riferito Giovanni.

Gesù ha appena parlato della vite e dei tralci.

Lui è la Vite

noi siamo i tralci,

Dio Padre è il contadino.

Ora il discorso continua con un verbo:

“Rimanere”

nel suo Amore.

“Questo vi comando:

che vi amiate gli uni gli altri”

e in altra occasione aveva detto:

“Amatevi,

come io vi ho amato”

Questa parola “amore”

è una parola

inflazionata

ed

equivoca.

Inflazionata

Non solo ne parla Gesù

ma ne parlano tutti i mezzi di comunicazione,

tutti noi,

in famiglia,

con le persone che abbiamo care…

credo sia la parola più usata e scritta al mondo,

pensiamo al mondo della musica

e dei cantautori…

“Equivoca”

perché con “amore”

si intendono tante cose:

sesso, amicizia, riconoscenza,

dedizione, rapporti di famiglia,

sentimenti e sensibilità, immoralità,…

E’ sempre “amore”

ma un amore che va dall’egoismo

(es. nella violenza sessuale)

al sacrificio di sé di un genitore

che dà la vita per amore del proprio figlio.

Amore    vuol dire sacrificio.

Amore    significa volere il bene

              della persona amata.

Amore    significa dare

              senza aspettarsi ritorni di sorta.

Amore    comporta sacrificare se stessi

              perché possa crescere chi si ama.

Amore    è donarsi

              per aiutare chi si ama…

Dio è Amore

e noi siamo fatti

a immagine e somiglianza di Dio

perché viviamo del suo Amore

e trasmettiamo il suo amore amando gli altri.

Noi riceviamo l’Amore di Dio

e a nostra volta siamo in grado di amare.

Noi non siamo la fonte e origine di amore.

Ciò che educa,

ciò che libera,

ciò che aiuta,

ciò di cui si ha veramente bisogno

ciò che salva…

è solo l’Amore.

Il mondo ha bisogno di amore,

tutti abbiamo bisogno di amore.

Le cose in Italia e nel mondo

vanno male:

perché l’Amore ancora è lasciato fuori;

si dà spazio all’indifferenza,

all’egoismo,

all’interesse, alla forza,

alla vendetta, all’ignoranza…

Eppure l’Amore ha già vinto:

“Io ho vinto il mondo”

dice Gesù.

Il male,

il peccato,

è  “non fare l’amore”,

è non mettere in atto l’amore;

Peccato

è fare del male a qualcuno,

è non far nulla per aiutare il fratello…

è approfittare della debolezza degli altri

per i propri interessi,

fare le leggi per favorire alcuni

a scapito della maggioranza dei poveri.

(pensiamo al mondo dell’economia,

della finanza,

della politica

che fanno leggi a loro vantaggio).

Il male,

il peccato,

non lo facciamo a Dio,

ma sempre e solo agli altri,

a quelli come noi,

a quelli che ci stanno vicino.

Segno:  Disertiamo alla domenica

              i Centri Commerciali

              e stiamo con la famiglia

              e la comunità.

              Giochiamo !

Domande:

       Che cosa sento come mio male?

       Che cosa mi farebbe bene

       e di cui sento bisogno?  

Fonte

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