don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 23 Marzo 2025

Domenica 23 Marzo 2025 - III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 13,1-9

Data:

- Pubblicitร  -

1ยฐ Lettura

– Il protagonista รจ Mosรจ;

siamo intorno al 1250 a.C.

Mosรจ era stato allevato ed educato

alla corte del Faraone.

Da giovane aveva commesso un reato,

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aveva ucciso un egiziano

per difendere un ebreo maltrattato

e aveva dovuto scappare 

rifugiandosi lontano nel Sinai.

Un giorno difese delle pastorelle 

da alcuni pastori sbruffoni 

che cercavano di impedire loro

di abbeverare il gregge al medesimo pozzo.

Mosรจ trova ospitalitร 

in casa del padre di queste ragazze;

anzi Mosรจ diventa a sua volta pastore

e sposa una figlia di Ietro.

Il fatto narrato in questa pagina

si colloca proprio in questo periodo:

Mosรจ sta conducendo una vita tranquilla

e non ha alcuna ambizione di diventare qualcuno.

– Dio irrompe nella sua vita

e gliela sconvolge totalmente.

Il racconto รจ la chiamata di Mosรจ

a una missione impensabile e grandiosa:

portare fuori il popolo ebreo dalla terra dโ€™Egitto

e condurlo verso una nuova patria 

e una nuova terra,

che da questo momento diventerร : 

la โ€œTerra promessaโ€ da Dio al suo popolo.

N.B.

Da tenere presente.

Allora ogni popolo era convinto

che esistessero tante divinitร , tanti dei,

e che ogni divinitร  presiedesse su una zona;

ogni territorio aveva una propria divinitร 

a proteggerla;

non pensavano che potesse esistere 

un solo Dio

uguale per tutti 

e per tutto lโ€™universo.

Anche Mosรจ era convinto che gli Egiziani

avessero le loro divinitร ,

sul Sinai dove stava pascolando il gregge

doveva esserci una divinitร  particolare,

ma non se ne era mai interessato;

comunque ogni popolo aveva un proprio Dio

a difenderlo.

– Il fuoco.

Eโ€™ immagine simbolo di Dio;

perchรจ รจ vivo, si muove, riscalda, illumina,

non si puรฒ afferrare e stringere, 

sfugge da tutte le parti

difficilmente si puรฒ gestire e comandare…

Anche il โ€œventoโ€ nella Bibbia

รจ simbolo di Dio,

appunto perchรฉ รจ immateriale,

puรฒ essere forte,

non lo si vede, 

non si puรฒ circoscrivere a piacere, ecc… 

– Dio gli chiede di levarsi i sandali,

come segno di rispetto:

la terra che sta calpestando รจ terra sacra,

come noi quando entriamo in chiesa,

ci leviamo il cappello,

i musulmani si tolgono le scarpe 

prima di entrare in moschea,

gli ebrei si mettono un zucchetto

come segno di rispetto, umiltร  

e sottomissione a Dio presente.

– Dio chiede a Mosรจ di andare in Egitto

parlare al Faraone

chiedergli di lasciare libero il popolo ebreo;

deve cercare di convincere anche gli ebrei 

a seguirlo nel deserto,

verso lโ€™ignoto,

verso una terra che non sanno quale sia…

– A un certo punto

Mosรจ chiede:

โ€œCon quale autoritร  mi presento 

al faraone o a quelli della mia razza?

Chi dico che mi manda?

Dio non gli dice il nome,

ma usa una parola che ha una molteplicitร  di significati:

1ยฐ Sono il Creatore dellโ€™Universo,

2ยฐ Io sono Colui che sono,

3ยฐ Sono Colui che รจ e non puรฒ non essere;

4ยฐ Sono Colui che sarรฒ

significa: caperete in futuro chi sono Io,

quando vedrete come agisco.

Vi renderete conto in futuro chi sono Io;

Vedrete da ciรฒ che farรฒ chi sono io.

– Che cosa vedranno in futuro?

Non certo un Dio che se ne sta tranquillo in Paradiso,

o che si disinteressa delle vicende umane,

o interessato a tenere la contabilitร  dei peccati umani,

che non vuole rogne e non vuole essere disturbato…

Il Dio che si rivelerร  al suo popolo

รจ un Dio che vive la storia del suo popolo,

che non tollera le ingiustizie,

nรฉ il potere dei re a scapito dei deboli,

che interviene per liberare e salvare…

un Dio che non si manifesta come Padrone, 

e Giudice esigente,

ma come Padre che perdona…

– Collegamento con la pagina del Vangelo:

la storia anche nei fatti negativi, 

una catastrofe, un terremoto,

un fatto di sangue…

ha sempre un insegnamento:

non significa che Dio ci vuole punire

ma per indicarci le scelte giuste da fare.

Dio interviene non per castigare,

ma per aiutare e salvare.

VANGELO

– La pagina del Vangelo fa riferimento

a due fatti successi in quei giorni a Gerusalemme:

– una sommossa di zeloti

soffocata nel sangue;

– il crollo di una torre che uccise 18 persone.

Dicono i discepoli a Gesรน:

-Eโ€™ stato certamente un castigo di Dio;

quelli che sono morti dovevano essere

piรน peccatori degli altri che lโ€™hanno fatta franca.

– โ€œNo   – risponde Gesรน โ€“ 

ma piuttosto dovreste cogliere lโ€™occasione

per ravvedervi e cambiare sistema

di comportamento:

sia nei confronti delle autoritร  

civili e militari romane,

sia nei confronti di Dio.โ€

E racconta una parabola:

Dio รจ come il padrone di un campo.

Ha nella sua campagna

una pianta che non gli rende nulla,

occupa il terreno senza portare alcun frutto.

Logica conclusione sarebbe:

Tagliare la pianta inutile 

e sostituirla con unโ€™altra che porti frutto…

Ma interviene il contadino-fattore (Gesรน)

suggerendogli di aspettare ancora un poco,

potrebbe darsi che quella pianta

sia cosรฌ perchรฉ non รจ stata abbastanza seguita,

potata, concimata, protetta, irrigata…

Il Fattore propone al Padrone 

di attendere ancora un anno;

Lui intanto la seguirร  piรน da vicino,

la irrigherร  con acqua abbondante,

allontanerร  i parassiti e le bestie selvatiche

che possono danneggiarla…

e poi si vedrร  se sarร  il caso 

di tagliarla alla radice.

– Eโ€™ Gesรน quel fattore

che si dedica con impegno indefesso 

alla sua pianta (il popolo ebreo)

forse riuscirร  ad evitare la disfatta.

โ€œGerusalemme, Gerusalemme  – dirร  Gesรน โ€“

quante volte ho tentato di radunare i tuoi figli 

come una chioccia sotto le ali,

ma tu non hai voluto…

ti sei ribellata… 

di te non rimarrร  pietra su pietraโ€.

Alcuni dei testimoni

che ascoltavano queste parole di Gesรน

erano ancora vivi,

qualche anno dopo,

quando Gerusalemme sarร  rasa al suolo

dalle legioni romane.

Il popolo ebreo era il prediletto,

coltivato da Dio come un figlio…

ma aveva preferito fare per suo conto,

fino alla disfatta finale.

La conclusione e lโ€™invito di Gesรน รจ: 

cambiare la maniera di pensare a Dio.

Il nostro Dio, non รจ un Dio che castiga,

che vuole tagliare la pianta… anzi…

Lui fa lโ€™impossibile per salvarla…

ma tutti devono rivedere il loro rapporto con Dio

e il rapporto con lโ€™autoritร  civile,

se non vogliono finire male.

Il โ€œtempoโ€ dato alla pianta per portare frutti

รจ il tempo che Gesรน chiede ai suoi connazionali

perchรฉ cambino mentalitร ,

sistema di vita sia dal punto di vista religioso, 

sia dal punto di vista sociale e politico.

La Quaresima รจ questo tempo utile

per rinnovare la nostra mentalitร 

sia religiosa:

rivedere le nostre convinzioni religiose,

di fede…

sia il nostro modesto impegno sociale e politico.
La politica รจ una cosa troppo importante

per lasciarla fare ai politici

o ai burocrati

o a quanti vogliono il potere e non il servizio.

Fonte

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