don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo di domenica 18 Dicembre 2022

Un nuovo inizio

«Così fu generato Gesù Cristo». Inizia con queste parole il vangelo della quarta domenica di Avvento. Ogni essere umano nasce da un uomo e da una donna ed è frutto di una discendenza contaminata sin dalle sue origini dall’egoismo, dal peccato. Ogni essere umano riceve in eredità la “natura di Adamo”, che lo inclina al male, nonostante nel cuore abiti un insopprimibile desiderio di bene. Ogni essere umano… tranne Gesù e Maria.

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«Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43,19), dice il Signore. La nascita di Gesù è qualcosa di totalmente nuovo: è l’inizio di una “NUOVA UMANITÀ”. La “nuova umanità” non è il frutto dei progetti umani di massoni e illuminati di ogni tempo, ma del progetto di salvezza di Dio che trova compimento in Cristo. 

Scrive Matteo «il bambino che è generato in Maria viene dallo Spirito Santo». È un nuovo inizio, una nuova genesi, un nuovo “big bang”. È “l’Uomo nuovo” (Ef 2,15), come lo chiama san Paolo. Questo inizio è stato preparato nei secoli: per questo c’è una lunga genealogia che precede il brano evangelico odierno. «Giuseppe, figlio di Davide» è colui che la Provvidenza ha preparato per custodire e educare il Figlio di Dio. Era perciò è un «uomo giusto», cioè che metteva al di sopra di tutto l’amore per la legge e l’obbedienza a Dio

Il cristiano è colui che è stato innestato in questa nuova umanità tramite il Battesimo. Perciò la nostra giustizia non si basa più su un’obbedienza servile della legge, ma sull’«obbedienza della fede» (seconda lettura): cioè su un’obbedienza libera e gioiosa che deriva dall’opera in noi dello Spirito Santo e dalla consapevolezza di essere FIGLI NEL FIGLIO, immensamente amati da Dio. 

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Prepararsi al Natale è chiedere la grazia di un NUOVO INIZIO, ricordando che siamo RI-NATI mediante i sacramenti dell’iniziazione cristianaBattesimo, Cresima ed Eucaristia – indispensabili per rivestire la nuova umanità di Cristo e per vivere le parole che l’Apostolo rivolge a coloro che erano da poco divenuti cristiani: «Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo» (Ef 4,31-32). 

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