don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 1 Giugno 2021

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Il canto più bello

Questa settimana la santa liturgia ci propone la lettura di alcuni brani del libro di Tobia. È una storia molto bella anche sul piano letterario, ma a noi interessa perché è Parola di Dio. Questo vuol dire che è una storia capace di illuminare la nostra storia. In particolare, questo racconto illumina il mistero della sofferenza umana, prefigurando l’opera redentrice di Gesù.

Tobi era un uomo giusto e aveva a cuore al di sopra di ogni cosa di non trasgredire la legge del Signore. Ma è vittima di una contrarietà che ha dell’incredibile: diviene cieco a causa dei farmaci impiegati per curare gli occhi dal danno provocato dalla caduta accidentale di escrementi di uccelli. Nonostante questo, continua a mostrarsi fedele alla legge di Dio. Tuttavia, la prova più dura è rappresentata dalle parole impietose della moglie: «Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!».

Questo è un tipico ritornello del principe del male. Di fronte a una contrarietà, ci vuole far credere che non valga la pena continuare a fidarsi di Dio. Tobi rimane saldo nella fede, come dice il Salmo di oggi: «Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia. Cattive notizie non avrà da temere, saldo è il suo cuore, confida nel Signore». Proprio grazie a questa fede, la cecità di Tobi diviene il mezzo di cui si servirà la Provvidenza per ricolmare di benedizioni la sua famiglia.

Tobi anticipa così una spiritualità neotestamentaria: riconosce che tutto viene da Dio e tutto va a lui e quindi – come si proclama in ogni Messa -,  «è  veramente cosa buona e giusta rendere grazie sempre e in ogni luogo a Dio». È in questo modo che mettiamo in pratica l’esortazione di Gesù: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».

Rendiamo a Dio tutto ciò che viviamo, ringraziandolo con il cuore “sempre e in ogni luogo”.  Si dice che il canto del merlo sia tra i più belli e melodiosi, perché sa cantare anche sotto la pioggia. Anche noi alleniamoci a cantare a Dio sempre, anche quando piove. Amen!

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