don Fabio Rosini – Commento al Vangelo di domenica 5 Ottobre 2025

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Fede, Perdono e Servizio: Il Gelso Sradicato

Il commento di don Fabio si concentra sulla richiesta dei discepoli a Gesรน di accrescere la loro fede, motivata dall’arduo comando di perdonare piรน volte al giorno. Viene spiegato il linguaggio paradossale di Gesรน sull’avere fede, paragonandola a un granello di senape in grado di sradicare un gelso, sottolineando che la fede รจ una questione di qualitร  e relazione con Dio, non di quantitร .

Il commento fa riferimento anche alla Prima Lettura del profeta Abacuc, che contrappone l’animo retto a quello non retto e invita a servire il Signore senza deviazioni, proprio come una relazione d’amore indissolubile. Infine, viene interpretata la figura del servo inutile (Akreios), non come chi non serve a nulla, ma come colui che opera senza aspettarsi una ricompensa o un salario, poichรฉ il servizio a Dio รจ giร  una grazia e una ricompensa in sรฉ.

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Tre Lezioni Sulla Fede Che Rovesceranno La Tua Prospettiva

Quante volte, di fronte alle sfide della vita, abbiamo desiderato avere “piรน” fede? รˆ una richiesta che nasce dal profondo del cuore umano, un desiderio di certezza di fronte a ciรฒ che ci sembra impossibile. Ci immaginiamo la fede come un muscolo da allenare o un serbatoio da riempire, convinti che se solo ne avessimo una quantitร  maggiore, tutto sarebbe piรน semplice.

Questa stessa aspirazione fu espressa direttamente dai discepoli a Gesรน. Il loro non era un anelito astratto, ma la reazione a una richiesta schiacciante: Gesรน aveva appena chiesto loro di perdonare un fratello fino a sette volte al giorno. Sentendosi inadeguati di fronte a un simile comando, si rivolgono a lui con una preghiera che suona familiare a tutti noi: “Accresci in noi la fede”. La risposta di Gesรน, tuttavia, รจ paradossale e controintuitiva. Non offre una formula per aumentare una quantitร , ma un invito a rovesciare completamente la prospettiva, smontando la premessa stessa della loro domanda. Esploriamo insieme tre lezioni radicali che emergono dalle sue parole.

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La Fede Non รˆ Una Questione di Quantitร , Ma di Qualitร 

Di fronte alla richiesta di “piรน” fede, Gesรน risponde con un’immagine potente: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso, sradicati e vai a piantarti nel mare ed esso vi obbedirebbe”. Per cogliere la forza di questa metafora, serve un pizzico di conoscenza agronomica. Un granellino di senape รจ talmente piccolo che puรฒ letteralmente sparire tra le pieghe di una mano.

Dall’altra parte, abbiamo il gelso, un albero noto per il suo sistema di radici immenso e maestoso. Ancora oggi, per sradicare un gelso sono necessari macchinari potenti e complessi. L’idea poi di comandargli di piantarsi nel mare รจ un autentico assurdo. Eppure, Gesรน collega questo potere smisurato non a una fede enorme, ma a una fede piccola come un seme. La lezione รจ chiara e rivoluzionaria: la fede non รจ una cosa che si misura a peso. Non esistono “tre etti di fede” o “10 tonnellate di fede”. La fede non รจ una questione di quantitร , ma di qualitร : รจ una relazione, un rapporto di fiducia totale con il Padre, l’unico che merita di essere servito.

Non Esiste una “Terra di Nessuno” tra Fede e Idolatria

Se la fede รจ una relazione, allora non ammette pause o interruzioni. Per capire questo concetto, possiamo usare un’analogia semplice: se un uomo ama sua moglie, gli รจ forse permesso, a un certo punto, di “non amarla” per dedicarsi a un’altra donna? Chiaramente no. Allo stesso modo, la fede รจ una relazione costante che riempie tutta la vita.

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Il profeta Abacuc ci offre un’immagine potente quando parla dell’ “animo retto”. Un animo retto รจ quello che non devia, che permane nella veritร . Questo ci porta a una domanda cruciale: se smetto di servire il Signore, che cosa faccio? Vado in standby? La risposta รจ no. Non esiste una “terra di nessuno” tra la fede in Dio e l’idolatria. Se si smette di servire l’unico Signore, si inizia automaticamente a scivolare verso la menzogna, verso una realtร  contraffatta che si oppone a quella di Dio.

Soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrร  per la sua fede.

La fede, quindi, non รจ un’attivitร  part-time, ma una scelta totalizzante. O si vive in relazione con Dio, oppure si finisce per servire altro.

Se la fede รจ questa relazione totalizzante che non ammette pause, sorge spontanea una domanda: qual รจ il guadagno? Che cosa ci spinge a un impegno cosรฌ assoluto? La parabola del servo inutile risponde proprio a questo, smontando le nostre aspettative di ricompensa.

La Vera Ricompensa della Fede รจ la Fede Stessa

Spesso pensiamo alla fede in termini di “dare per avere”. Prego, servo, perdono… e mi aspetto una ricompensa. Gesรน smonta anche questa logica con la parabola del “servo inutile”. Questa espressione puรฒ essere fraintesa. La parola greca originale, Akreios, non significa “che non serve a niente”, ma letteralmente “privo di salario, senza utile”. Il servizio, cioรจ, รจ svolto senza l’aspettativa di un pagamento.

Pensiamoci bene: dopo aver partecipato ai miracoli di Dio, dopo aver avuto la forza di perdonare sette volte al giorno e aver visto gelsi sradicarsi con una parola, avrebbe senso chiedere anche di essere pagati? L’assurditร  รจ evidente. La vera ricompensa รจ giร  nell’atto stesso di servire, nel partecipare al suo regno. D’altronde, se non lavoriamo nella sua vigna, a quale insulsaggine dovremmo mai dare la nostra esistenza?

La nostra ricompensa, nel caso in cui lo serviamo, รจ la fede. Il contrario, di fatto, รจ la paura. Servire il Signore con animo retto non รจ un dovere gravoso, ma una grazia che dร  un sapore totalmente diverso alla nostra esistenza. รˆ un dono che รจ giร  ricompensa a se stesso, perchรฉ non c’รจ vita piรน bella e interessante di quella vissuta secondo Dio.

Un Invito a Vivere, Non ad Accumulare

Gesรน non ci offre un metodo per “avere piรน fede”; ci invita a uscire completamente dalla logica del possesso. La fede non si accumula, si abita. Smette di essere qualcosa da quantificare e diventa una relazione da vivere, momento per momento, senza interruzioni e senza aspettarsi altro premio se non la relazione stessa.

Questa รจ la qualitร  della fede che il Vangelo ci invita a ricevere come una grazia, a celebrare nella liturgia eucaristica, nella potenza dei sacramenti e della parola di Dio. A questo punto, la domanda non รจ piรน “Come posso avere piรน fede?”, ma un’altra, ben piรน profonda: qual รจ il “gelso” con radici profonde nella nostra vita che solo una fede qualitativa, e non quantitativa, puรฒ sperare di sradicare?

Qui tutti i commenti di don Fabio Rosini

Commento di don Fabio Rosini al Vangelo di domenica 5 ottobre 2025 – Anno C, dai microfoni di Radio Vaticana (dove potete trovare il file audio originale utilizzato nel video).

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