Il commento alle Letture di domenica 12 gennaio 2020, a cura di don Claudio Doglio.
Nella tradizione della Chiesa d’Oriente l’Epifania celebra la teofania al Giordano, mentre in Occidente si รจ preferito collegarla alla visita dei magi, primizia dei popoli che giungono alla fede: ma nella domenica seguente si riprende il tema della rivelazione e la festa del battesimo del Signore puรฒ essere considerata una seconda epifania.
L’immersione di Gesรน nel Giordano รจ solo l’occasione per contemplare il mistero dell’umanitร di Cristo, fonte della nostra salvezza: a lui il Padre si rivolge, confermandolo nella sua identitร personale di figlio e di messia; in lui รจ riconosciuto l’intervento salvifico del servo di Dio che comunica al popolo il dono della pace.
Giovanni Battista annunciava l’arrivo del Messia e chiedeva come gesto preparatorio una immersione: un gesto rituale e simbolico con cui l’uomo riconosce di avere l’acqua alla gola, di non aver via di scampo sommerso com’รจ dai suoi peccati. Gesรน deve aver sentito parlare di questo predicatore e dalla Galilea scende al Giordano, per partecipare a questo rito penitenziale.
Tale fatto perรฒ puรฒ creare confusione: sembra che Giovanni sia piรน importante di Gesรน e che Gesรน abbia dei peccati da cui debba essere purificato. Perciรฒ Matteo si impegna a correggere queste idee sbagliate, mostrando il Battista perplesso, con la consapevolezza di essere inferiore a Gesรน e di aver bisogno del suo perdono.
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Con umiltร il Signore si mostra disponibile a compiere il progetto di Dio in tutti i suoi aspetti.
