Gli apostoli ascoltarono questo discorso la Pasqua precedente a quella della sua morte e risurrezione: Gesรน era in Galilea presso il lago e, dopo avere dato da mangiare al popolo in modo straordinario, spiegรฒ; “Sono io il pane da mangiare. Vi ho dato da mangiare un pane prodigioso per farvi capire che io nutro veramente ed รจ la mia carne e il mio sangue che dovete mangiare”.
Anche gli apostoli rimasero meravigliati, sicuramente si domandarono: “Ma che cosa vuol dire? Come รจ possibile una cosa del genere?”. Durante l’ultima cena capirono il progetto straordinario di Gesรน: trasforma il pane e il vino โ alimento base della cena pasquale ebraica โ nel suo corpo e nel suo sangue, per continuare ad essere presente con la sua persona.
Carne e sangue appartengono al linguaggio propriamente biblico per indicare la concretezza di una persona: non l’idea di qualcuno, ma la realtร della sua persona, “in carne e ossa” diremmo noi, Gesรน non pensava ad un rito semplicemente da ripetere, ma desiderava โ e desidera โ una profonda comunione personale con noi, per questo dice che vuole essere mangiato da noi: รจ un mendicante d’amore che chiede di essere amato, di essere preso, accolto, inserito dentro, assimilato. Fare la comunione allora non รจ un rito, ma lo stile della vita!
ร l’atteggiamento di chi assimila Gesรน, di chi gli vuole bene come una persona realmente presente da accogliere, abbracciare, tenere con sรฉ tutta la vita, nell’attesa dell’incontro finale nella pienezza della vita divina.
AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
โ๏ธย Commento al brano del Vangelo di:ย ย โย Gv 6,51-58ย –ย Corpus Domini



