don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 8 Luglio 2020

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Nel vangelo secondo Matteo, Gesรน costituisce il gruppo dei Dodici solo dopo che sono giร  accadute certe cose, non prima, quasi intravedesse il rischio di ridurre lโ€™essere apostoli allโ€™esercizio di un ruolo e perciรฒ di un potere. Gesรน ha giร  pronunciato il discorso della montagna e ha giร  compiuto non pochi gesti sui piรน bisognosi: ha constatato la realtร  attraverso le beatitudini e lโ€™ha assunta attraverso le guarigioni. Collocare qui la costituzione dei Dodici significa che essi sono pensati come prolungamento di uno sguardo privilegiato sui piccoli e sui poveri.

Il gruppo dei Dodici annovera sin dallโ€™inizio il vulnus, il limite, la fragilitร . Giuda non รจ scelto a caso o per sbaglio dal Signore. Pur scelto dal Signore non sarร  mai un โ€œgruppo sceltoโ€, immune da debolezze e imperfezioni. La presenza di Giuda attesta come lโ€™abbandono e il tradimento siano parte integrante dello stesso annuncio evangelico, perchรฉ come ha fatto il Signore possa fare anche lโ€™apostolo qualora un suo compagno lo abbandoni o lo tradisca. Lโ€™impuritร , ancor prima che essere un elemento esterno da scacciare, รจ una realtร  presente nel cuore stesso dellโ€™inviato. รˆ la vicinanza di Dio a persone limitate e imperfette che puรฒ mettere in atto un itinerario di conversione. Tale vicinanza il Maestro la attesterร  fino alla fine nei confronti dellโ€™impuritร  del traditore nella ferma speranza che egli possa ravvedersi. Il vangelo si annuncia e diventa esperienza di salvezza allorquando si ha la forza di continuare ad attestare la vicinanza di Dio proprio a ciรฒ che porta il carattere della fragilitร . รˆ questa vicinanza che lo rende credibile: sarร  cosรฌ per Pietro, sarร  cosรฌ per Tommaso, per i due di Emmaus e per tutti coloro che accetteranno intento ad aver cura per il loro limite

โ€œStrada facendoโ€ฆโ€: il vangelo si annuncia non dallโ€™alto di una cattedra quasi fosse un insegnamento ma nella condivisione di un cammino che sa di polvere calpestata e di mete condivise, sa di fatiche sostenute nellโ€™affrontare un viaggio, sa di ostacoli affrontati, sa di possibili deviazioni lungo il percorso. Non la cattedra, dunque, ma la strada, non lo sguardo dallโ€™alto in basso, ma lโ€™umile affiancarsi nei percorsi che lโ€™uomo di ogni tempo intraprende.

La chiamata profuma giร  di missione. Gesรน ha costituito i dodici perchรฉ vadano. Lโ€™andare dei discepoli รจ segno e simbolo di un Dio cercatore dellโ€™uomo cosรฌ comโ€™รจ. Una Chiesa che va. Gesรน disegna per i discepoli la stessa avventura: andare per le strade e per le case. Perchรฉ? Perchรฉ la strada e la casa sono immagini della vita concreta e sono appello permanente ad entrare nelle situazioni concrete. Camminare con lโ€™altro, accompagnarsi. Ma la capacitร  di mettersi in cammino รจ direttamente proporzionale alla memoria dello sguardo di predilezione che si รจ posato su di noi e che continuamente ci rimette in strada perchรฉ altri ne possano beneficiare.

I discepoli sono inviati a due a due perchรฉ ad annunciare la vicinanza del regno di Dio รจ solo la testimonianza di una esperienza di comunione. Lร  dove ci sono uomini e donne che si sostengono a vicenda, lรฌ cโ€™รจ Dio. รˆ solo una vita capace di relazione che annuncia la presenza del Signore. รˆ per questo che lโ€™annuncio del vangelo mal si coniuga con il dispiegamento di forze o di chissร  quali strategie.

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A due a due perchรฉ nessuno di noi ha lโ€™esclusiva del vangelo: ciascuno di noi ne rivela sempre e solo una parte che necessita dellโ€™apporto dellโ€™altro.

Discepoli sรฌ, allora, ma a piedi scalzi, vale a dire senza potere e senza forza.

Discepoli sรฌ, ma contrassegnati da una vita semplice che non conosce arroganza.

Discepoli che annunciano la pace nella misura in cui sono operatori di pace.

Ai discepoli Gesรน chiede di accogliere la non accoglienza ribadendo comunque la sua vicinanza: sappiate che il regno di Dio รจ vicino.


AUTORE: don Antonio Savone
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