don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 3 Ottobre 2023

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La decisione

A Pietro e agli altri discepoli che con sinceritร  ed entusiasmo avevano detto di riconoscere in lui chi essi da sempre attendevano, Gesรน aveva chiesto di rinunciare a se stessi e di assumere la croce ogni giorno, vale a dire: ogni giorno assumere quellโ€™elemento di fatica che la vita comporta quando la si vuole vivere in veritร . Affatto scontato o facile. Non poche volte, infatti, misuriamo sulla nostra stessa pelle una sorta di conflitto interiore tra ciรฒ che desideriamo profondamente e il come poterlo realizzare.

Sarร  costato anche a lui e non poco prendere la ferma decisione di dirigersi verso Gerusalemme. Perchรฉ mai questa determinazione e questa risolutezza nellโ€™intraprendere un cammino che peraltro si rivelerร  fallimentare al prezzo della sua stessa vita? Perchรฉ โ€œla tua grazia vale piรน della vitaโ€ฆโ€, cosรฌ ripete il salmista. Cโ€™รจ qualcosa che conta piรน di se stesso e questo qualcosa non รจ condizionato dallโ€™accoglienza o dal rifiuto. Cโ€™รจ. E tanto basta. Cโ€™รจ in me qualcosa che vale almeno la mia stessa esistenza se non di piรน?

Facciamo fatica a star dietro a un simile Gesรน: lo avevano compreso molto bene quei Samaritani che non vollero accoglierlo proprio perchรฉ la sua faccia era quella di uno che va a Gerusalemme.

Cโ€™รจ un villaggio di Samaritani anche per noi: una realtร , cioรจ, che continuamente misura la consistenza o lโ€™inconsistenza dei nostri progetti e desideri. Molto spesso, quanto portiamo nel cuore si infrange e sfuma al primo villaggio di Samaritani. E tutto svanisce nel nulla e nel risentimento. Lโ€™invito รจ a non fermarsi al primo ostacolo nella consapevolezza che cโ€™รจ ancora un villaggio verso cui incamminarsi.

Ma che faccia sarร  mai stata quella di uno che va a Gerusalemme? Doveva essere la faccia di chi ha scelto di essere segno di un altro modo di stare al mondo; un modo che contempla addirittura il rendersi estraneo allโ€™ambito rassicurante di parenti e amici; il modo di chi, se una violenza รจ da esercitare โ€“ come avevano proposto Giacomo e Giovanni โ€“ questa non รจ certo verso gli altri ma verso se stesso, verso tutti quegli aspetti di sรฉ che poco hanno a che vedere con il vangelo. E la mia che faccia รจ? Cosa dice il mio volto? Cosa annuncia? Di cosa รจ segno? Si legge su di esso la passione che abita il mio cuore?

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Gerusalemme non รจ tanto un luogo fisico: essa rappresenta piuttosto quella situazione o quella realtร  in cui si รจ chiamati ad esprimere ciรฒ che piรน ci sta a cuore, ciรฒ che anima il nostro essere al mondo. Ciascuno ha la sua Gerusalemme verso cui decidere se volersi incamminare con risolutezza e determinazione. Questo รจ quello che ha scelto per sรฉ il Maestro, questo รจ quello che egli chiede, senza mezze misure, a chi vuol essere suo discepolo. La vita รจ cammino, รจ sequela, รจ viaggio: lo spostamento รจ la cifra della fede. Continuamente chiamati a smontare e rimontare la propria tenda lร  dove il Signore chiede di piantarla. E questo รจ sempre accompagnato da non poche difficoltร  e da innumerevoli resistenze e timori perchรฉ non tutto รจ programmato in partenza. La disponibilitร  ad assumere lโ€™imprevisto non รจ qualcosa che si improvvisa: perchรฉ accada รจ necessaria una decisione previa: quella di accettare di stare nello spostamento. Altrimenti non si comprenderebbe il fatto che, anche a prezzo della sua stessa vita, Gesรน abbia scelto di proseguire risoluto il suo viaggio. Nulla potrร  bloccare o impedire quel percorso.

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