don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 24 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 19,45-48

Data:

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Adempimenti o legami?

Cosโ€™era diventato per Israele il fatto che Dio abitasse in un tempio? Aveva favorito la presunzione di possedere Dio in maniera unica e definitiva. Il rapporto con Dio era coniugato secondo il versante di un formalismo religioso contro il quale piรน volte si erano scagliati gli antichi profeti: lโ€™adempimento di un rito, la ripetizione di una formula restituiva la convinzione di aver incontrato Dio. In quel tempio si credeva che Dio si offrisse al miglior offerente.

Il baratto restituiva lโ€™illusione di poter comprare lโ€™accondiscendenza di Dio, come se quello che lโ€™uomo era disposto a pagare fosse il criterio per avere o meno accesso a Dio. Illusione, appunto, che riduceva Dio a un manufatto, un idolo, lo considerava destinatario di una transazione commerciale, lo immaginava come una persona potente che in qualche modo poteva essere piegata alla propria volontร . Era solo lโ€™illusione dโ€™Israele? Non รจ forse lโ€™illusione che soggiace a una prassi cristiana che poco sa (non come sapere ma come sapore) di Gesรน Cristo?

Il gesto che Gesรน compie con tanta forza, invece, รจ lรฌ a ricordare che Dio non รจ mai merce in vendita. Vorremmo sentire tutto il suo zelo, la passione che ha per ciascuno di noi e non rivestire i panni di chi allora come oggi lo contesta.

Ancora una volta Gesรน entra nel tempio della nostra vita per mandare allโ€™aria uno stile che persegue solo interessi personali. Guai a fare di una istituzione religiosa come di un rapporto, una relazione, un affetto, un comitato di affari! Una simile realtร  non ha futuro, รจ una realtร  senza scampo:ย non rimarrร  pietra su pietra!

Cosa resta dei nostri legami quando sono coniugati secondo un versante commerciale? La loro deflagrazione รจ a portata di mano. Risorge, invece, rimane per sempre solo ciรฒ che porta i segni della dedizione. Dio lo si incontra non grazie a offerte o sacrifici ma mediante un cuore che, libero da ogni schiavitรน, si apre a legami dโ€™amore. Non lo si incontra, anzitutto, in una casa di pietra o in un sistema religioso ma attraverso la persona di Gesรน Cristo il quale fa dono della sua esistenza proprio per favorire una comunione mai interrotta con Dio.

Quella comunione resterร  a disposizione anche quando lโ€™uomo dovesse rinnegarla o tradirla. Ciรฒ che conta, dโ€™ora in avanti, รจ solo il dono gratuito di sรฉ per il bene dellโ€™altro. Non abbiamo altro tempio che il nostro corpo per far sรฌ che Dio si renda presente alla storia di ogni uomo. Dopo essersi manifestato attraverso lโ€™esistenza di una persona, il Figlio, che diventa criterio di vita per tutti coloro che credono in lui, Dio continua a manifestarsi attraverso lโ€™esistenza dei figli, di ciascuno di noi.

รˆ nel confronto aperto con le contraddizioni della vita che i figli rendono il culto gradito a Dio dimostrando di saper amare come Gesรน ci ha insegnato, di giudicare e di scegliere come ha giudicato e scelto lui. Sarร  il suo corpo spezzato il luogo nel quale Dio sarร  riconosciuto dal centurione romano il quale, al vedere Gesรน morire in quel modo, riconoscerร  in lui il Figlio di Dio.
Cosรฌ i figli di Dio: a dire la veritร  di quello che siamo non รจ una professione verbale di identitร  ma il segno di una vita offerta per qualcuno. In che modo i nostri corpi, le nostre storie diventano il segno di un Dio che parla allโ€™uomo?

Per gentile concessione di don Antonio Savone.

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