Lโamore e la morte
La morte ci visita sovente: o perchรฉ ci strappa parenti e amici o perchรฉ ci chiede di chiudere una partita per aprirne unโaltra. Ciรฒ che a volte ci impedisce di guardare alla morte come feconda รจ il dolore del travaglio, la fatica dellโaccettare che qualcuno o qualcosa si allontani da noi. Dipendesse da noi, infatti, cristallizzeremmo persone ed eventi, quasi fermando il tempoโฆ
Quella morte che per noi suona come unโavventura senza ritorno รจ in realtร qualcosa di provvisorio: essa non รจ lโultima parola sulla storia del mondo e sulla vita dellโuomo.
Nel Cantico dei Cantici รจ scritto che cโรจ una realtร piรน forte della morte, ed รจ lโamore: piรน forte della morte รจ lโamore. La morte di Gesรน ci ricorda proprio questo: ha talmente amato che la morte non ha potuto costringerlo piรน a lungo in una tomba.
San Giovanni gli farร eco:ย Da questo sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, se amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Da temere, infatti, non รจ la morte fisica, ma quella che accade mentre si รจ ancora convinti di vivere.
La paura della morte arretra se si accetta di lasciar cadere lungo la propria strada il mantello dellโegoismo per indossare quello della compassione con il quale ricoprire se stessi e i propri fratelli in umanitร .
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La paura della morte arretra se accettiamo di vivere ogni nostra giornata non nel timore ma con la consapevolezza di una avventura ancora aperta. Il peccato piรน grave di cui forse chiedere perdono รจ spegnere la vita nella banalitร , in una sorta di appiattimento indistinto. Non viviamo i giorni nella perenne riedizione di un passato. Ogni attimo รจ un istante nuovo con cui misurarci e in cui imparare a ripetere: eccomi, o Padre.
Se accettassimo di vivere la vita con lโintensitร e la gioia del primo giorno e con la consapevolezza lieve dellโultimo giorno come si essenzializzerebbe la vita! Avremmo il senso di ciรฒ che passa e di ciรฒ che permane, di ciรฒ che vale e di ciรฒ che non vale. Vale soltanto quello che resta e resta soltanto quello che vale: non รจ un gioco di parole.
Impariamo a ridare il giusto valore a ogni nostro gesto, a ogni nostra parola: verremo trovati pronti per lโultimo gesto umano che saremo chiamati a compiere, quello del nostro consegnarci alle mani del Padre.



