Una pagina da lasciar parlare proprio nella sua sequenza.
Si parla di Dio con il linguaggio e le occasioni che piรน noi conosciamo: lโincarnazione in atto in tutta la sua essenzialitร e nuditร . Non ci sono templi, non ci sono altari, non ci sono riti, non parole religiose che stabiliscono una separatezza. Qui tutto ha il linguaggio umano, quello di una umanitร malata. Unโumanitร malata e un Dio accanto, anzi, un Dio immerso nelle esperienze e nelle ore di questa umanitร , un Dio non separato ma alle prese con la carne dellโumanitร . Luoghi e situazioni non creati ad hoc ma quelli che sono: questi Dio visita. La sinagoga, la strada, la casa, davanti alla porta, il luogo deserto. In questo visitare luoghi e situazioni cโรจ spazio addirittura per la donna, in un tempo in cui questa figura non aveva nessuna rilevanza se non quella di trasmettere la vita.
Un Dio che nega ogni religione che viva sulla distanza da produrre tra lโuomo e Dio, nega โogni religione che non sia incarnazioneโ. Non ha paura dellโuomo, Dio. Non si tiene a distanza, Dio. Tocca addirittura una donna, appunto, senza paura nรฉ del contatto nรฉ del corpo. Si lascia disturbare e interessare da ciรฒ che sta a cuore alle nostre relazioni: le parlarono di lei.
E quando giunge nella casa della suocera di Simone di nuovo non parole magiche ma gesti tra i piรน comuni: โsi accostรฒ, la prese per mano, la sollevรฒโ. Il tenersi a distanza, infatti, non solleva nessuno. Verbi che Gesรน consegna a ogni comunitร di credenti: creare vicinanza e farsi carico, assumere, non per risolvere, anzitutto, ma per sollevare. E nellโavvicinarsi nonย viene soltantoย a guarire ma a rivelare unโaltra umanitร .
Mi pare emerga un invito a non sfuggire lโimmersione, come Gesรน non lโha sfuggita. Lโimmersione nella vita degli uomini รจ il segno della fedeltร allโuomo, alla storia. ร lโunica forma della rivelazione evangelica di Dio. Qui sta o cade il nostro cristianesimo, la nostra fede.
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Lโimmersione di Gesรน รจ una immersione in un certo tipo di umanitร , unโumanitร sofferente. Gesรน passa dentro le sofferenze della gente. Perchรฉ? Perchรฉ al problema del male, della sofferenza, non ci sono risposte. E Gesรน infatti non risponde con le parole al problema del male. La risposta non sta in chissร quale pronunciamento ecclesiastico. La risposta รจ la condivisione del male di vivere, la risposta รจ un Dio immerso, un Dio che sta accanto con infinita compassione. La risposta รจ un amore che condivide la sofferenza degli uomini. Siamo continuamente chiamati a scegliere tra il chiarore della veritร e il calore dellโamore.
Dicevamo di un Dio immerso. Ma poi, come dโimprovviso, Mc ci parla anche di un Dio che se ne va: Andiamocene altrove. Altrove: cioรจ via dalle gabbie dellโovvio e dellโaccaparramento. Rifugge da una relazione che cerca Dio come soddisfacimento della propria curiositร e del proprio bisogno. Rifugge da una fede che nasce sullโonda di una evidenza. Solo alla fine del vangelo di Mc ci sarร detto il motivo di questo suo continuo andarsene e di quel suo continuo chiedere di non dire chi egli fosse. Solo una volta spirato โsolo quando, cioรจ, egli stesso avrร provato nel suo corpo il mistero del male โ un centurione pagano potrร annunciare: veramente questโuomo era Figlio di Dio!
Quellโaltrove a cui Gesรน miraย รจ ancora un segno del non tenersi a distanza: per questo, infatti, sono venuto. ร solo la gratuitร di chi condivide la sorte dei fratelli e muore per dare frutto che rivela chi รจ Dio.
AUTORE: don Antonio Savone
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