Don Antonio Mancuso – Commento al Vangelo del 29 Gennaio 2023

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È una delle pagine più famose e conosciute del vangelo e anche una di quelle che più facilmente può essere fraintesa. 

Non si tratta di un inno alla sofferenza ma di un invito a credere che Dio ci vuole beati, felici nonostante tocchiamo con mano il dolore, il male, il pianto, la persecuzione, il dispiacere di vivere o vedere cose che non vanno nella nostra vita e in quella degli altri. 

È un invito alla speranza… a credere cioè che il male non è l’ultima parola e vivere con questa speranza, con questa certezza significa dare un peso diverso a questo male.

La fatica di un viaggio viene vissuta con più leggerezza se si conosce la bellezza della meta.

In questa ottica, allora, possiamo comprendere così le beatitudini:

è felice chi ha compreso di avere bisogno solo di Dio (i poveri in spirito) perché vivrà già ora fidandosi e affidandosi solo a Lui. Troverà in Dio la consolazione quando soffrirà (nel pianto), sarà sempre nella pace (mite) perché sarà Dio la motivazione della sua pace e Dio non glielo potrà togliere nessuna difficoltà.

È felice chi non si adegua alle ingiustizie e ai compromessi di questo mondo e chi è pronto a perdonare perché sarà perdonato. È felice chi sa cercare e vedere sempre il bene (puro di cuore) perché il bene c’è sempre anche quando è difficile trovarlo e vivrà felice chi ha compreso che nelle relazioni la comunione è più importante anche dell’avere ragione.

E sarà felice anche chi per vivere così dovrà andare controcorrente, dovrà essere minoranza… perché è sempre meglio essere rifiutati perché si sta dalla parte di Dio che apprezzati per essere contro di Lui. 

Insomma… Solo Dio può trasformare il dolore in danza!

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AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK

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