don Antonino Sgrò – Parole che si cantano. Commenti ai Vangeli della Domeniche dell’Anno C

835

Parole che si cantano è una raccolta di commenti esegetico-spirituali ai Vangeli della Domenica dell’Anno C scritti per il settimanale L’Avvenire di Calabria.

Ciascun testo è accompagnato da un componimento poetico inedito che costituisce la risposta orante al dono di Dio. Il Signore parla al popolo, facendo vibrare le corde del cuore ed elevando lo spirito umano, che nel canto riflette la ricerca della Verità e talvolta ne proclama una più luminosa visione.

Prosa e poesia si intrecciano e si pongono così al servizio del Vangelo, quali gocce nell’oceano dell’interpretazione biblica, mostrando come la bellezza della Sacra Pagina si esprima mediante linguaggi plurali, che mai ne esauriscono la ricchezza.

Antonino Sgrò (1975) è sacerdote della diocesi di Reggio Calabria–Bova. Ha conseguito la Licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma nel 2008 e il Dottorato in Teologia Biblica alla Pontificia Università Gregoriana nel 2011. Attualmente è docente di esegesi e Direttore dell’Istituto Teologico ‘Pio XI’, parroco in San Domenico e Assistente Giovani dell’Azione Cattolica

Giovanna Monorchio (1974) vive a Reggio Calabria. Ha conseguito la Laurea in Lettere ind. classico, continuando ad approfondire aspetti e metodologie dell’insegnamento e alcuni poeti di particolare interesse. Attualmente è docente di Lettere presso il Liceo Scientifico ‘A. Volta’ di Reggio Calabria. È stata Segretaria dell’Azione Cattolica diocesana dal 2006 al 2009. Ha partecipato a diverse pubblicazioni antologiche.

AMAZON | IBS | LA FELTRINELLI | LIBRERIA DEL SANTO

Leggi la prefazione del Vescovo Fortunato Morrone

«L’omelia è la pietra di paragone per valutare la vicinanza e la capacità d’incontro di un Pastore con il suo popolo. Di fatto, sappiamo che i fedeli le danno molta importanza; ed essi, come gli stessi ministri ordinati, molte volte soffrono, gli uni ad ascoltare e gli altri a predicare. È triste che sia così. L’omelia può essere realmente un’intensa e felice esperienza dello Spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita» (EG 135).

In queste prime battute dedicate da papa Francesco in Evangelii Gaudium all’omelia, troviamo in sintesi la sfida e l’opportunità, la fatica e la gioia che la predicazione del Vangelo, di domenica in domenica, comporta per un pastore chiamato a custodire e a nutrire la sua comunità con il pane sostanzioso della Parola.

Il discorso omiletico è un lavoro personale del ministro il cui frutto è l’azione sinergica tra il suo ascolto della Parola e l’esercizio spirituale e culturale per trasmettere e attualizzare la Parola agli ascoltatori che compongono l’assemblea. È evidente che il predicatore è chiamato ad attingere al proprio pozzo, la cui acqua non è solo la Parola (Scrittura e Tradizione), ma anche in qualche modo i volti degli uditori, che con la loro vicenda personale interrogano l’intelligenza pastorale del predicatore.

Essendo parte integrante e specifica del ministero dell’ordine sacro (vescovo, presbitero, diacono), l’annuncio della Parola, specialmente nell’ambito liturgico-sacramentale, è un’arte (ars praedicandi) che si apprende con pazienza e umiltà, motivata e sorretta dalla passione per il Vangelo. Chi predica è anzitutto discepolo della medesima Parola posta dalla Chiesa nelle sue mani, perché i fratelli e le sorelle nella comune fede crescano nella conoscenza e nella condivisione dei medesimi sentimenti del Signore Gesù.

L’obbedienza alla Parola esercitata nella predicazione è pertanto atto di fede personale del ministro (fides qua creditur) in cui confluiscono esperienza di vita e preghiera, intelligenza e cuore, cultura umanistica e teologica, insieme alla personalizzazione dei dati della fede e della tradizione della Chiesa (fides quae creditur), per evitare la sottile tentazione di predicare se stessi (cfr. 2Cor 4,5).

Preparare e pronunciare l’omelia, che necessita anche di un minimo di attitudine retorica ed empatica con l’uditorio, è perciò una grande responsabilità del ministro; per i presbiteri in “cura d’anime”, pertanto, avere la possibilità di accedere a strumenti che facilitano un approccio contenutistico e metodologico ai testi biblici domenicali è un aiuto non indifferente per la predicazione.

In tal senso il presente volume, che attenziona il percorso liturgico dell’anno C, è un ulteriore sussidio che contribuisce in modo originale all’offerta omiletica presente nell’editoria cattolica e non.

Il taglio dato dall’autore, infatti, è colloquiale e meditativo, frutto della sua predicazione, indirizzata e pensata per la comunità parrocchiale da lui guidata come parroco. Non ci troviamo di fronte ad un classico testo “tecnico”, quale sussidio biblico-teologico per l’omelia domenicale, quanto piuttosto ad un commento “dal vivo”, utile a tutti i membri del popolo di Dio sia per la riflessione personale sia per attingere spunti, da parte del predicatore, per l’omelia domenicale o per altre circostanze liturgiche adatte. Il contributo di don Antonino Sgrò, seguendo l’itinerario liturgico domenicale, si presta quindi come un buon percorso spirituale per entrare sempre più nel mistero salvifico del Signore Gesù, vita nostra e di tutta l’umanità.

I singoli commenti sono impreziositi da una poesia, ciascuna delle quali trae spunto da un valore emergente dalla pagina evangelica in esame. Tali componimenti ci ricordano il carattere laudativo della Parola, che nella fede diventa un canto all’amore di Dio e alla estrema dignità dell’uomo. Alcune poesie appaiono più esplicitamente ispirate al testo evangelico; altre richiedono un’ermeneutica che impegnerà il lettore in una ricerca interessante e spiritualmente fruttuosa.

Un grazie agli autori e un augurio di feconda lettura ai fruitori del presente libro.

I commenti al Vangelo di don Antonino Sgrò li puoi leggere anche qui su “Cerco il Tuo volto”.

AMAZON | IBS | LA FELTRINELLI | LIBRERIA DEL SANTO