Parola definitiva quella del Signore nel Vangelo di oggi. Parola che fa evaporare le tante chiacchiere sulla guerra, tristemente comiche nella loro presunta sapienza, di cui ci dilettiamo sui social o al bar dell’ufficio. Parole che, sul fronte del combattimento quotidiano, ci ricordano l’essenziale: un cristiano è perfetto come suo Padre, e per questo ama il nemico. Sine glossa, ovvero parole che non possono essere diluite nelle trasmissioni o nei post e commenti sui social.
“Amate i vostri nemici, lasciate che gli invasori vi spoglino di tutto, pregate per loro”. Questa è la vita quotidiana di un cristiano. Follia? Certamente lo è per il mondo soggiogato dalla menzogna del demonio diluita nelle ideologie e nella propaganda delle ideologie a servizio dell’anticristo. E potremmo esserne sedotti tutti, proprio oggi.
Perché per un cristiano l’amore al nemico è invece l’unica forma ragionevole, autentica e piena di vivere. Di vivere loro, non di imporlo al mondo e agli Stati. Sarebbe impossibile, perché si tratta di una Grazia accolta dai cristiani per aprire a tutti, anche in questo tempo di guerra, il Cielo del Destino eterno, attraverso la vita nuova che scaturisce dall’incontro con Cristo.
Mosso da un amore infinito, il Signore ci ha cercato per dirci “Pace!” mentre gli muovevamo guerra e il suo amore ci era totalmente indifferente, intenti a saziarci di passioni e concupiscenze. Se non ci avesse amato così non ci avrebbe strappato al demonio.
Per amare non servono a nulla leggi, anche se le “abbiamo udite” e, tutte, ci dicono “amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Se Gesù avesse applicato questa legge con noi, dove saremmo? Invece non solo ci ha amato così come siamo, dandoci il sole anche quando facevamo malvagità, e pioggia alle nostre piantagioni di odio.
Non ci ha fulminati, togliendoci la vita; ci ha amato, come nessuno, continuando a darci il respiro, e l’ossigeno, perché lì, nella melma di peccato, sarebbe sceso ad abbracciarci e a perdonarci. Come fece con il ladrone sulla Croce: s’era fatto inchiodare allo stesso supplizio per salvarlo.
Questo amore è il sigillo della conversione. Siamo “perfetti”, cristiani compiuti e realizzati nell’amore, solo nascosti tra le sue ferite d’amore. Trafitti dalla sua misericordia diventiamo noi stessi le sue ferite aperte sul mondo, segno di salvezza, vita e perdono per ogni uomo.
Le nostre piaghe quotidiane unite alle sue piaghe sono la perfezione che salva il mondo. Disprezzati, rifiutati, insultati, derisi, licenziati, trattati ingiustamente sul lavoro, e poi da mogli e mariti, suocere, figli, nipoti, nuore e generi. Così, ogni nemico diviene fratello di Cristo e di ciascuno di noi.
Offrire il sangue è consegnare la consanguineità anche all’estraneo, al nemico. È una trasfusione di vita, natura e dignità. È il miracolo dell’amore: il nemico combattuto diventa mio fratello, parte della mia famiglia, della mia casa.
Vuoi recuperare il rapporto con tua moglie che non ti parla da due settimane? Vuoi tornare ad essere una cosa sola con lei? Lasciati unire a Cristo nella Chiesa attraverso l’ascolto della Parola di Dio e della predicazione, i Sacramenti e la vita di comunione con i fratelli; e poi offrile il tuo sangue, perdonala, parlale con misericordia, accompagnala al supermercato, rinuncia a te stesso, fai un gesto di umiltà, lava il bagno, inginocchiati davanti a lei e chiedile di scusarti.
Vuoi che tua figlia ricominci a parlare e si apra con te? Non giudicarla, scendi dove lei si trova, ascoltala anche se dice tonterie infantili, aprile il cuore perché sappia che tu la ami così come è.
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In questa Quaresima possiamo dunque preparaci alla Pasqua lasciando che Cristo ci unisca a sé e trasformi la nostra vita nell’amore perfetto che si fa Pasqua per accogliere di nuovo tutti i nemici dispersi.
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