TRASFIGURATI NELLA LUCE DELLA PASQUA IRRADIAMO SUL MONDO LO SPLENDORE INCORRUTTIBILE DEL CIELO CHE BRILLA NELLA CARNE DI CRISTO
Sul Tabor quell’Uomo, quell’Amico e Maestro, stava capovolgendo ogniย idea diย Pietro, Giacomo e Giovanniย sull’uomo, l’amicizia, la vita. I loro occhi si erano aperti suย un di piรนย che puรฒ esplodere nella carne; stavano contemplando una possibilitร che appariva loro da un biancore e un’intensitร che esistono solo in Cielo. Nella sua Trasfigurazioneย Gesรน stava svelando che, nascosta nella carne, esiste una vita che nasce dal Cielo e ad esso รจ legata.
Mai visto niente di simile: nella debolezza che,ย come una veste, ricopre le ore dell’esistenza, puรฒ risplendere una luce mai vista; da ogni colore, anche dal grigio della routine, anche dal rosso della passione e del dolore, anche dal nero della morte e del dolore, puรฒ scaturire il candoreย della libertร , della gioia, della pace. Quel voltoย che avevano fissato tante volte, rigato di sudore, corrugato per la fatica, disteso nella gioia, oraย brillava come il sole, ed era un annuncio sconvolgente:ย la realtร , anche quella piรน familiare, la realtร delle persone con cui si parla, si cammina, si soffre e si gioisce, si mangia e si beve, non รจ solo quello che si vede, si ascolta e si tocca. Anzi, essa cela un segreto, pronto a rivelarsi in una “metamorfosi”, un “cambio di forma”, secondo l’originale greco tradotto con “trasfigurazione”.
L’evento prodigioso al quale i tre apostoli piรน intimi di Gesรน stavano assistendo affermava che soggiace in ciascuno un’identitร nascosta, una “forma” diversa da quella che appare ogni giorno, e che ha bisogno solo della Grazia per essere accesa e rendersi visibile.ย Mosรจ ed Elia che conversavano con Gesรน della sua Pasqua annunciavano che il destino di tutta la storia della salvezza, il compimento di tutte le Scritture e di ogni promessa era quel volto radiante e quelle vesti candide, profezia della Pasqua. Ciรฒ significa che il destino di ogni evento della vita e il compimento dell’annuncio della Chiesa รจ la nostra “trasfigurazione”.
Il “cambio di forma” รจ la chiamata che ci ha raggiunto, e la nuova forma di essere, ovvero di pensare, di vedere le cose, di parlare, di agire, รจ l’opera che Dio vuol fare con ciascuno di noi. La Trasfigurazioneย รจ il passaggio dalle nostre opere alle opere di Dio.ย Pietro, attento ai segni come ogni buon ebreo, aveva saputo riconoscere in quell’evento il compimento dell’Esodo del suo Popolo; su quel Monte Dio aveva di nuovo parlato, ed era di una “bellezza” mai contemplata.ย Era “bello” quel momento, era “bello” starci dentro, ma che schianto.ย L’urto di quell’epifania non poteva non stordire le povere carni degli apostoli. Vivere una vita trasfigurata suppone accettare la propria debolezza, e la dipendenzaย da Dio, come un figlio.
La vita del figlio nel Figlio, che compie la volontร del Padre del quale รจ, in Cristo, compiacimento e diletto.ย E’ il cammino che Dio ha preparatoย per noi nella Chiesa, Madre di ogni trasfigurazione, perchรฉ nel suo seno si compie il mistero accaduto sul Tabor. In essa possiamo ascoltareย le Parole del Figlio che cambiano formaย al nostro essere, al modo di pensare, guardare, parlare e agire. Sino a farci brillare come il sole, rivestiti delle vesti battesimali candideย di misericordia. Coraggio, il Signore si avvicinaย a noi,ย ci tocca, attraverso i sacramenti eย ci dice di alzarci, diย risuscitare,ย di non temere. E’ย la Trasfigurazioneย che ci attende: risorgere dalla morte dei nostri peccati, dalla schiavitรน alla menzogna, alla concupiscenza, all’egoismo, per essere trasformati dalla Grazia in puro amore.
Immaginiamo, come scrisse Chesterton, di vedere il mondo capovolto: “Se uno ha visto il mondo capovolto, con tutti gli alberi e le torri appesi allโin giรน come quando si specchiano in uno stagno, un possibile risultato sarebbe di mettere lโaccento sul concetto diย dipendenza. La correlazione รจ latina e letteraria; infatti il termineย dipendenteย propriamente significaย appeso”.ย Ecco, contemplando “Gesรน trasfigurato davanti a loro”,ย Pietro, Giacomo e Giovanniย devono aver fatto un’esperienza simile.
Essa รจ ben rappresentata in moltissima iconografia della “trasfigurazione”: Gesรน appare “appeso”, mentre i tre apostoli lo guardano proprio dal basso, con la testa sul suolo: “avvolti dalla nube luminosa”, infatti, all’udire “la voce” del Padre essi “caddero con la faccia a terra”.ย In quei momenti, non stavano guardando il “mondo capovolto”? Sul Tabor quell’uomo, quell’amico e maestro, stava infatti capovolgendo ogni loro idea sull’uomo, sull’amicizia, sulla vita. I loro occhi si erano aperti suย un di piรนย che puรฒ esplodere nella carne; stavano contemplando una possibilitร che appariva loro “appesa” a un biancore e un’intensitร che esistono solo in Cielo. Nella sua “trasfigurazione”, Gesรน stava svelando loro che, nascosta nella carne, esiste una vita che “dipende”, nasce dal Cielo e ad esso รจ legata, “appesa” appunto. Mai visto niente di simile: nella debolezza che,ย come una “veste”, ricopre le ore dell’esistenza, puรฒ dunque risplendere una luce mai vista; da ogni colore, anche dal grigio della routine, anche dal rosso della passione e del dolore, anche dal nero della morte e del dolore, puรฒ scaturire il “candore” della libertร , della gioia, della pace.
Quel “volto” che avevano fissato tante volte, rigato di sudore, corrugato per la fatica, disteso nella gioia, oraย “brillava come il sole”, ed era un annuncio sconvolgente:ย la realtร , anche quella piรน familiare, la realtร delle persone con cui si parla, si cammina, si soffre e si gioisce, si mangia e si beve, non รจ solo quello che si vede, si ascolta e si tocca. Anzi, essa cela un segreto, pronto a rivelarsi in una “metamorfosi”, un “cambio di forma”, che รจ l’originale greco tradotto con “trasfigurazione”.
L’evento prodigioso al quale i tre apostoli piรน intimi di Gesรน stavano assistendo affermava che soggiace in ciascuno un’identitร nascosta, una “forma” diversa da quella che appare ogni giorno. Ma non basta! La trasfigurazione di Gesรน desta la storia, risveglia le profezie che sembravano assopite nel ricordo: infatti, “ecco, apparvero Mosรจ ed Elia che conversavano con Lui”. Il destino di tutta la storia della salvezza, il compimento di tutte le Scritture era quel volto radiante e quelle vesti candide. Ciรฒ significa che il destino di ogni evento della vita e il compimento dell’annuncio della Chiesa รจ la nostra “trasfigurazione”.ย Il “cambio di forma” รจ la chiamata che ci ha raggiunto, e la nuova forma di essere, ovvero di pensare, di vedere le cose, di parlare, di agire, รจ l’opera che Dio vuol fare con ciascuno di noi.La “trasfigurazione” รจ il passaggio dalle nostre opere alle opere di Dio. Un mondo rovesciato, dunque, proprio come scriveva Chesterton a proposito di San Francesco, il santo nel quale si รจ compiuta al meglio la “trasfigurazione”.
Cosรฌ anche i tre apostoli avevano visto la realtร da una “nuova prospettiva soprannaturale e di grande pericolo”: erano ebrei, e per questo portavano dentro l’esperienza della precarietร vissuta nel deserto, dove “Dio onnipotente non aveva lasciato cadere” il Popolo. Per questo, di fronte a quel rovesciamento di prospettiva, รจ risuonata in loro la Pasqua, e il “cambiamento di forma” di cui Israele aveva esperienza:ย dalla schiavitรน alla libertร , dalla sottomissione al giogo del faraone al cammino nel deserto sino alla libertร della Terra promessa. E, al centro di quell’esperienza, il Sinai e il dono della Legge, perchรฉ fosse osservata da un popolo diverso da tutti gli altri.
- Pubblicitร -
Per un ebreo, quel cammino di libertร abbracciato alla Torah era la “bellezza”. Per questo Pietro dice a Gesรน: “Signore,ย รจ belloย per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Elia”. Non era semplicemente un voler catturare quel momento estatico. Pietro intuiva che ciรฒ che stava accadendo aveva relazione con l’esperienza del suo popolo, per questo vorrebbe costruire tre “capanne”, come ogni ebreo fa durante la festa di Succot, Le tende, o capanne, infatti sono il segno della permanenza del popolo nel deserto. E proprio in quel momento, quando cioรจ Pietro ha intuito cosa stava accadendo, mentre “stava ancora parlando, una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโamato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยป”.
Dalla stessaย “nube” che aveva guidato gli israeliti durante i quarant’anni dell’Esodo, la voce del Padre ripete agli Apostoli quello che aveva annunciato nel deserto: “Questi รจ il Figlio mio, lโeletto; ascoltatelo!”.ย Tra una mormorazione e l’altra, tra le maglie di una debolezza infinita, ogni ebreo aveva fatto l’incomparabile esperienza di poter (e dover) vivere del solo cibo della Parola di Dio, capace diย trasformareย la roccia in acqua. Pietro, attento ai segni come ogni buon ebreo, aveva saputo riconoscere in quell’evento il compimento dell’Esodo del suo Popolo; su quel Monte Dio aveva di nuovo parlato, ed era di una “bellezza” mai contemplata.ย Era “bello” quel momento, era “bello” starci dentro, ma che schianto…
L’urto di quell’epifania non poteva non stordire le povere carni degli apostoli. In un momento era apparsa dinanzi a loro la visione della Veritร , di ciรฒ che di autentico,ย glorioso, ovvero di peso, consistente, si cela nella realtร . Ma ciรฒ significava anche “precarietร ”, la stessa vissuta dal popolo nel deserto, identica a quella di Assisi rovesciata, “in costante pericolo e dipendenza”. Vivere una vita trasfigurata contempla anche accettare la propria debolezza, e la “dipendenza” da Dio. Essere cristiani significa essere istante dopo istante “appesi” al Cielo, perchรฉ i “pericoli” sono “costanti”. E il filo che ci lega al Padre, quello al quale siamo “appesi” per vivere in pienezza ogni frammento della nostra vita, รจ l”ascolto” del Figlio amato di Dio. Non c’รจ altro cammino sul quale trasfigurare la nostra realtร in un0identitร celeste, in un amore oltre la morte, che “ascoltare” Cristo.
Sul Tabor iniziava per gli apostoli, come per ciascuno di noi, un cammino nuovo, che li avrebbe condotti con Gesรน al Calvario. Un altro Monte, dove si sarebbe compiuto il rovesciamento di ogni realtร , la trasfigurazione della morte in un’esplosione di luce. E’ il cammino che Dio ha preparato anche per noi nella Chiesa. Essa รจย la Madre di ogni trasfigurazione, perchรฉ nel suo seno si compie il mistero accaduto sul Tabor. In essa possiamo “ascoltare” le Parole del Figlio che “cambiano forma” al nostro essere, sino a farci “brillare come il sole”, rivestiti delle vesti battesimali “candide” di misericordia. Coraggio, il Signore si “avvicina” a noi anche oggi, e ci “tocca”, attraverso i sacramenti. E ci dice di “alzarci, diย risuscitareย e di non temere”.
E’ questa la “trasfigurazione” che ci attende: risorgere dalla morte dei nostri peccati, dalla schiavitรน alla menzogna, alla concupiscenza, all’egoismo, per essere trasformati in puro amore. Siamo chiamati a vivere come uomini trasformati dalla Grazia, che camminano nel mondo a testa in giรน, indicando a tutti dove guardare: al Cielo, dove ogni uomo รจ appeso pur non sapendolo. Basta mostrarglielo, come ha fatto Gesรน ai suoi apostoli.



