LA FEDE NELLA RESURREZIONE SORGE E CRESCE NELL’ESPERIENZA DEL PERDONO DEI PECCATI CHE BRUCIA L’UOMO VECCHIO CON UN AMORE CHE NON SI CONSUMA NA CI RIGENERA IN ETERNO
La risurrezione รจ certa perchรฉ esiste un โaltro mondoโ che si rivela in coloro che โne sono giudicati degniโ: la vita soprannaturale che in loro si manifesta ne รจ la garanzia. Un uomo il cui corpo non รจ piรน schiavo della concupiscenza, ad esempio, รจ come una primizia della resurrezione: quel corpo ha giร conosciuto qui sulla terra una forza capace di strapparlo alla corruzione, che รจ sempre figlia dellโinganno demoniaco che mette in discussione lโesistenza amorevole di Dio. Per questo, Gesรน risponde alla questione posta dai sadducei, immagine di tutti quelli che negano la risurrezione, โparlando beneโ del โDio di Abramo, Isacco e Giacobbeโ; essi sono โviviโ nella storia di salvezza e amore che Dio ha inaugurato con loro e nella quale si รจ affacciato divenendo lโEmmanueleโ, il Dio vivo con loro, sino a farsi carne in suo Figlio. Cosรฌ Gesรน, per annunciare la resurrezione, insegna storia, perchรฉ รจ in essa che Dio si rivela e depone i semi della risurrezione. Al solo nominare i Patriarchi accanto a Dio, Egli ricorda i memoriali legati a ciascuno di loro, le tappe che un ebreo conosceva bene essendo parte della propria storia. Sino a ricondurre i sadducei allโalba della Pasqua, profezia di quella che Lui avrebbe vissuto nella sua morte e risurrezione. Chi poteva avere tanto potere da liberare gli Ebrei, quel manipolo di poveri uomini dal giogo di ferro del Faraone, piรน potente dei re della terra?
La risposta รจ identica: Io sono colui che sono ha il potere di liberare gli schiavi del Faraone e quelli sottoposti agli angusti confini della carne. Cosรฌ risale all’alba della Pasqua, al mistero del roveto ardente, immagine della sua vita che non ha subito la corruzione nelle fiamme degli inferi. E qui vi trova la risposta per i sadducei, perchรฉ โnon osino piรนโ interrogare surrettiziamente per mettere in dubbio il destino di resurrezione che attende ogni uomo. La resurrezione non รจ unโipotesi o un mito, ma รจ Dio che si rivela a Mosรจ, ardendo in un amore che non si consuma e brucia la morte e il peccato. Quel roveto รจ la vita divina che brucia senza consumare la carne di Cristo; รจ la Vergine Maria, la Chiesa, nella quale il Cielo prende dimora sulla terra; รจ il mistero della vita divina che scorre nella carne debole e fragile dei cristiani, la tua e la mia, e ci fa vivere da risorti in un mondo di morti, come un vessillo e un annuncio. Eโ il fuoco che il mondo aspetta, lโunico che avrร ragione dellโinganno che ovunque sputa corpi e menti deturpati dal peccato. Il fuoco della vita eterna che riduce in cenere le menzogne del demonio, e illumina le tenebre del pensiero unico che mette fuori gioco Dio, e contesta le certezze agnostiche di Veronesi e di tutti gli intellettuali illuminati con lโamore che arde nelle malattie facendone un altare dove offrirsi crocifissi con Cristo. Il fuoco che assorbe nella pietร tutta la pornografia che ci assedia e uccide lโimmagine divina nelle donne, vergini, spose e madri; il fuoco che รจ capace di bruciare le radici piantate dal demonio nel cuore degli uomini per produrre leggi assassine che scartano i deboli. Il fuoco che ci conduce fuori dallโEgitto della schiavitรน per condurci sul cammino dellโamore oltre la morte; il fuoco che semina nel mondo figli santi che amano oltre la morte perchรฉ, nella Chiesa che li ha rigenerati nella misericordia, sono primizie del Cielo. Come Gesรน, che รจ stato โgiudicato degno dellโaltro mondoโ per essersi umiliato sino alla morte di croce, per non essersi difeso e aver offerto la propria vita. Eโ โSignoreโ, il Kyrios, perchรฉ ha amato sino alla fine.
I figli di Dio, tu ed io, siamo chiamati a divenire โfigli della risurrezioneโ nel Figlio che ha vinto la morte. I cristiani nei quali la fede ha raggiunto la statura adulta, partecipano ormai della natura e della vita divina, e sono, giร in questo tempo e in questo mondo, โgiudicati degni di un altro mondo e della risurrezione dai mortiโ: sono cittadini della Gerusalemme celeste, della quale spargono nel mondo i segni credibili che chiamino gli uomini alla fede. Nella Chiesa possiamo vivere ogni relazione in modo diverso, celeste, perchรฉ siamo โuguali agli angeliโ, giร oggi, nella debolezza della carne, ma non ancora in pienezza: โhanno moglie come se non lโavesseroโฆ possiedono come se non possedessero, usano del mondo senza usarne appienoโ. Per questo Gesรน dice che โnon prendono moglie nรฉ maritoโ: nei peccati abbiamo visto giร โpassare la scena di questo mondoโ, e sappiamo che โil tempo si รจ fatto breveโ come la distanza che ormai ci separa dal Cielo. Occorre riempirlo di opere che testimonino al mondo la vita eterna, inducendo chi ci รจ accanto a desiderare di vivere come i cristiani. Essi, infatti, in famiglia come a scuola e al lavoro, nel dolore e perfino affrontando un cancro, โnon possono piรน morireโ; per questo non si difendono piรน come i figli di questo mondo, che afferrano e si impadroniscono voracemente di cose e persone per stordire la paura della morte, tentando cosรฌ di allungare il tempo nellโillusione di allontanare la tomba. In noi รจ vivo il โDio dei viviโ che vuole trasfigurare la nostra carne incapace di andare oltre la biologia ferita dal peccato, come โla donna data in sposa a sette maritiโ posta ad esempio dai sadducei. Sette, come i peccati capitali, come gli sposi di Sara morti nella prima notte di nozze. Ma Gesรน ha vinto il peccato e la morte e viene oggi ad unirsi a ciascuno di noi come Tobia: รจ Lui il Marito al quale siamo stati promessi sin dallโeternitร . Egli ha inaugurato per noi lโโottavoโ giorno, del quale con i sadducei di ogni tempo anche tutti noi, schiacciati nel dubbio di fronte al dolore e alla morte, non potevamo sospettarne lโesistenza. In esso siamo chiamati a vivere giร da ora attraverso una vita feconda di un amore che, tra le fiamme della storia, non si consuma, capace di perdonare e donarsi oltre i limiti della carne. In questo amore divino possiamo far risplendere la bellezza di un matrimonio indissolubile, impossibile per chi non lo ha sperimentato; e la gioia di una sessualitร aperta alla vita come ci insegna la Madre Chiesa. Una famiglia numerosa che vive abbandonata alla provvidenza di Dio, รจ un fuoco che arde misteriosamente in mezzo a un mondo confuso come Babele, chiuso alla vita naturale e aperto a quella innaturale prodotta in laboratorio e affidata a relazioni che non conoscono la feconditร della diversitร e complementarietร tra maschio e femmina inscritta da Dio nellโuomo. Esiste la risurrezione perchรฉ i cristiani, ciascuno di noi, โesistiamo per Luiโ; non nei salotti della televisione, ma nella vita di ogni giorno si vede che, in tutto, il Dio dei vivi รจ sempre con noi, come lo รจ stato nella storia della salvezza con Abramo, Isacco e Giacobbe. E, attraverso di noi, sta giungendo a ogni uomo per attrarlo nella Pasqua, come ha soccorso e risuscitato il suo Figlio.

Qui l’intervista Rai a don Antonello
Busshozan shi ko 31-1
Takamatsu, Kagawa 761-8078
Japan
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20, 27-40
In quel tempo, si avvicinarono a Gesรน alcuni sadducรจi – i quali dicono che non c’รจ risurrezione – e gli posero questa domanda: ยซMaestro, Mosรจ ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma รจ senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morรฌ senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e cosรฌ tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morรฌ anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarร moglie? Poichรฉ tutti e sette l’hanno avuta in moglieยป. Gesรน rispose loro: ยซI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ marito: infatti non possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, poichรฉ sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ tutti vivono per luiยป. Dissero allora alcuni scribi: ยซMaestro, hai parlato beneยป. E non osavano piรน rivolgergli alcuna domanda.
Parola del Signore
