don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 28 Aprile 2020

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MANGIARE LA CARNE DI CRISTO NELLA CHIESA DOVE CI POSSIAMO DONARE ALLA CARNE DEL FRATELLO

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Dio ci ama, ci dona ogni giorno il suo Figlio come โ€œpaneโ€ da mangiare. Ce lo dona โ€œdal Cieloโ€, e fin qui tutto a posto, rientra nei nostri schemi, anzi sembra rispondere alle nostre aspettative, tali come si sono andate formando in noi durante gli anni. Esattamente come quelle degli interlocutori di Gesรน, che avevano maturato unโ€™esperienza inossidabile ancorata nella Pasqua. Sappiamo che quando dicono โ€œi nostri padriโ€ intendono includere anche se stessi, perchรฉ per Israele il memoriale รจ unโ€™autentica attualizzazione dellโ€™esperienza fatta dai padri.ย Allora, quando dicono โ€œi nostri padri hannoย mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cieloโ€ รจ come se affermassero che, nel memoriale celebrato, lo hanno ricevuto anche loro. Piรน o meno, le parole che rivolgono a Gesรน potrebbero essere lette cosรฌ: โ€œanche noi eravamo nel deserto con i nostri padri, e sappiamo che Mosรจ ha compiuto il segno della manna dal Cielo. Per questo ci aspettiamo che il Messia faccia di nuovo quel โ€œsegnoโ€ per certificare che, come รจ stato con Mosรจ, cosรฌ Dio รจ anche con lui, che cioรจ รจ proprio lโ€™inviato di Dio. Non puรฒ essere diversamente, la nostra esperienza, la tradizione e la liturgia ci hanno insegnato questoโ€. E infatti, secondo la tradizione rabbinica il dono della manna era atteso dal Messia: โ€œCome il primo redentore (Mosรจ) fece scendere la mannaโ€ฆ cosรฌ anche lโ€™ultimo redentore farร  ascendere la mannaโ€ (Midrash a Qoelet, 1,9).ย Questo per capire la richiesta che fanno a Gesรน e che sembra paradossale: per credergli chiedono un segno proprio dopo che ne aveva fatto uno che richiamava inequivocabilmente quello fatto da Mosรจ. Andiamo avanti, e cerchiamo di capire: โ€œEโ€™ vero, ci troviamo davanti a un segno evidente, la moltiplicazione dei pani e dei pesci.ย Ma non ci basta, perchรฉ hai moltiplicato qualcosa che giร  cโ€™era. Mosรจ, invece, ha fatto scendere dal Cielo โ€œun paneโ€ che non conoscevamo, al punto che lโ€™abbiamo chiamato proprio โ€œmannaโ€, che significa โ€œche cosโ€™รจ questoโ€?ย ย Puoi tu ripetere lo stesso โ€œsegnoโ€ di Mosรจ perchรฉ possiamo crederti? Puoi darci un pane dal Cielo anche tu?โ€.
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Allo stesso modo anche noi, per โ€œpoter credere in Gesรนโ€, per appoggiarci completamente a Lui, esigiamo un โ€œsegnoโ€ che risponda a quello che ci aspettiamo dal Messia. E siccome la nostra esperienza รจ proprio quella della moltiplicazione dei pani e dei pesci, cioรจ di essere stati saziati, esauditi in qualche cosa che avevamo chiesto, chiediamo a Gesรน di continuare a ripetere quel โ€œsegnoโ€. Uno, due o tre, non ci bastano, perchรฉ ogni giorno abbiamo fame. Non cโ€™รจ niente da fare, stentiamo a credere, perchรฉ non abbiamo ancora gustato il โ€œcibo incorruttibileโ€ che Gesรน vuole donarci. Eโ€™ di questo, infatti, che Egli parla rispondendo ai suoi interlocutori.ย โ€œAttenzioneโ€ gli dice, โ€œcon autoritร  vi annuncio la Veritร : non Mosรจ vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dร  il pane dal cielo, quello veroโ€. Anche la manna era un segno che si corrompeva, ve lo siete dimenticato? Ebbene, per credere al Messia vi accontentate di un cibo che perisce, capace di saziarvi un giorno solo? Per credere e compiere le opere di Dio, cioรจ opere di vita eterna, volete che un uomo come voi, come lo era stato Mosรจ, vi mostri lo stesso segno? Ma scusate, quel segno vi ha salvato? No, infatti dirร  poi Gesรน, quelli che lโ€™hanno mangiato sono comunque morti. Perchรฉ anche se lโ€™aveva dato Dio e non un uomo la manna non era il cibo โ€œveroโ€, โ€œrivelatoโ€, โ€œnon piรน celatoโ€ come suggerisce lโ€™originale greco.ย Come โ€œsegnoโ€, la manna nascondeva il significato che Gesรน staย rivelando, e cioรจ che cโ€™รจ un โ€œpane veroโ€, come le โ€œvere ricchezzeโ€ preparate per gli amministratori saggi, come la โ€œvera luceโ€ che illumina gli uomini. Vi sono infatti delle ricchezze che sono solo segno di quelle vere, alle quali non bisogna attaccarsi ma che si devono usare con sapienza per ottenere quelle vere; cosรฌ come San Giovanni Battista era sรฌ una luce, ma offerta come un โ€œsegnoโ€ di quella che sarebbe giunta e per la quale molti si sono rallegrati solo per un breve spazio di tempo, mentre bisognava seguirla per giungere a conoscere la Luce โ€œveraโ€, ovvero Gesรน Cristo il Messia.
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Gesรน dunque afferma di nuovo che il miracolo che aveva appena compiuto, come la manna, non รจ il pane โ€œveroโ€ e โ€œincorruttibileโ€, perchรฉ solo su di esso Dio ha messo la sua โ€œsphragisโ€, il suo sigillo. Anticamente con questo termine โ€œsi indicava sia lo strumento con cui si imprimeva un segno, sia lโ€™impronta stessa impressa con questo. Il termine designava i sigilli che servivano ad imprimere un marchio nella cera. Ma piรน in particolare era il marchio con cui un proprietario segnava gli oggetti di sua appartenenza… La โ€œsphragisโ€ era anche segno di protezioneโ€ (J Danielou, Bibbia e Liturgia). Ciรฒ significa che cโ€™รจ un pane che presenta lโ€™autenticazione di Dio e lโ€™appartenenza a Lui. Un pane che reca lโ€™impronta del Padre, proprio come leggiamo di Gesรน nella lettera agli Ebrei: โ€œQuesto Figlio, che รจ irradiazione della sua gloria eย improntaย della sua sostanzaโ€. Ecco, questo pane โ€œveroโ€, ormai svelato, รจ proprio quel Gesรน che parlava con quei giudei, e oggi parla a noi: โ€œil pane di Dio รจ colui che discende dal cielo e dร  la vita al mondoโ€.ย Per questo Gesรน dice che anche la manna non era stata data da un uomo, ma da Dio: un uomo non avrebbe potuto dare la vita per โ€œnon avere piรน fameโ€, per quanto Mosรจ fosse stato lโ€™uomo piรน mite della terra; per donare questo โ€œpane veroโ€ era necessario lโ€™autore della vita, cioรจ Dio stesso. Era necessario che Dio si facesse uomo conservando la natura divina, e cosรฌ farsi โ€œpane della vitaโ€ per donarsi a tutti e saziare per sempre la fame di ogni uomo. Era dunque inevitabile che Dio superasse ogni aspettativa del popolo ebreo, anche la loro immagine del Messia che attendevano con ansia infinita. Doveva, infatti, superare il bisogno della carne di saziarsi ogni giorno, guarendo alla radice il cuore dellโ€™uomo. E per farlo cโ€™era un solo modo: โ€œdiscendere dal Cieloโ€ e farsi pane capace di riempire il cuore dellโ€™uomo, svuotato, a causa dallโ€™inganno del demonio, della vita divina che Dio creandolo gli aveva donato.ย Ora comprendiamo perchรฉ anche oggi il Signore ci inviti ad โ€œandare a Luiโ€ e a โ€œcredere in Luiโ€: per saziare la nostra fame di vita, per dissetare il nostro cuore arido perchรฉ sprovvisto dellโ€™amore che ci fa capaci di donarci. Per donarci il โ€œpane veroโ€ che viene direttamente da Dio, quello che ogni โ€œsegnoโ€ che Egli ha deposto nella nostra vita ci ha annunciato. Coraggio allora, รจ arrivato il momento di avvicinarci con piena fiducia a Cristo attraverso la Chiesa, e ricevere da Lui il โ€œpane della vitaโ€, per amare finalmente, senza limiti, senza paura, gratuitamente e nella libertร .ย Chi si nutre di Cristo, chi lo ascolta nella predicazione, chi lo riceve nelle specie eucaristiche, chi si accosta al suo perdono nel sacramento della confessione, chi cammina con il suo Corpo che รจ la comunitร  cristiana, puรฒ amare senza esigere che Dio si manifesti secondo le proprie aspettative, ma lasciandosi sorprendere da un โ€œpaneโ€ sconosciuto. Chi si unisce intimamente a Cristo, infatti, ama entrando nelle sorprese e nellโ€™ignoto che la storia e le persone presentano, senza la pretesa di voler capire e gestire le situazioni obbligandole a essere quello che la propria carne vorrebbe.
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Eโ€™ fantastico quello che Dio vuole donarci in Cristo: amare in pienezza, scoprendo il suo โ€œsigilloโ€ in ogni istante e in ogni fratello. Amare facendociย interpellare e mettere in gioco da chi e da che cosa ci รจ dinanzi; l’amore, infatti, รจ l’unico che ci puรฒ far uscire da noi stessi, disposti a perdere qualcosa, o molto, o tutto di noi, perchรฉ sia affermato l’altro. Egli, infatti, รจ come la manna che Dio ha donato al suo popolo e che il Popolo non sapeva che cosa fosse. I rimproveri che oggi tua moglie ti farร , l’atteggiamento urticante di tuo figlio, i gesti e le parole che ti attendono sono come unoย strato di rugiadaย che ogni giorno Dio depone dinanzi a te. Quando essa evapora appare qualcosa che in essa era celato,ย come la brina sulla terra, e non sai che cosa sia.ย Chi ama sa porsi le domande, e cerca di “vedere” oltre le apparenze. Chi ama non si muove mai in automatico, si chiede sempreย “Cos’รจ quello?”:ย perchรฉ mi parlano cosรฌ? Perchรฉ si comportano in questo modo? Che รจ come chiedere a Dio di svelare ancora il pane della vita nascosto nella storia. Per questo occorre l’umiltร  di chi, nel deserto, ha fame ma non ha nulla da mangiare, e ha imparato che proprio lรฌ si vive solo della Parola che esce dalla bocca di Dio.ย La manna, quindi, era la pedagogia di Dio che spingeva il popolo a uscire fuori dall’accampamento per imparare a chiedersi che cosa fosse quel cibo; era l’alimento dell’uomo libero, da se stesso e dal faraone, il demonio che obbliga tutti a ripetere gli stessi peccati figli della superbia.ย La manna guariva la mormorazione come una rugiada di misericordia, l’unica capace di attirare l’uomo nella libertร  dell’amore.ย Per questo il Signore viene anche oggi per destarci alle domande che abbiamo smesso di porci. Il “segno” che cerchiamo con la nostra ragione macchiata dall’inganno del demonio รจย giร ย dinanzi a noi! E’ Cristo risuscitato che “discende dal Cielo” come la rugiada del mattino di Pasqua; รจ Lui la manna che non conosciamo, il Pane della Vita. Ma non solo, Gesรน, il pane “vero” si cela nei fatti e nelle persone della nostra storia, che divengono cosรฌ il dono che Dio depone sulla soglia del nostro cuore per offrirci la stessa occasione di accogliere la misericordia che fu offerta al popolo.ย In ogni parola e gesto degli altri vi sono il profumo e il sapore di Cristo, adeguati al gusto di ciascuno, come dice il Libro della Sapienza a proposito della manna. Ogni giorno l’alimento giusto e adatto che ci nutre e ci fa crescere a immagine e somiglianza di Dio. Per questo, insieme ai giudei, siamo chiamati a pregare implorando che il Signore โ€œci dia sempre questo pane”, l’unico che ci sazia perchรฉ realizza in noi la volontร  d’amore nella quale siamo stati creati.ย Solo la fede che cresce e si rinnova in un continuo โ€œandare a Cristoโ€ ci fa capaci di accogliere quello che realmente il nostro cuore desidera.ย “Sempre”, perchรฉ ogni giorno รจ diverso, ogni istante la persona che ci รจ vicino cambia, e occorre uscire da se stessi per amarla ed entrare nella storia; uscire da se stessi per andare a Cristo, “il pane della vita”, perchรฉ solo “chi viene a me non avrร  piรน fame e chi crede in me non avrร  piรน sete”; chi lo accoglie si nutrirร  del suo amore e in Lui amerร , e non avrร  piรน fame dell’affetto dell’altro e sete di prestigio, denaro e potere.ย Questo รจ l’Eucaristia, il “cibo dei forti”, ovvero dei sapienti che ruminano e studiano la Torah scritta e orale, di coloro che “credono” perchรฉ ascoltano la Parola proclamata e predicata, e “vanno” verso di essa che si fa “carne” nella storia e nel prossimo:ย “Il nostro atto di santitร  piรน grande รจ proprio nella carne del fratello e nella carne di Gesรน Cristo. Lโ€™atto di santitร  di oggi, nostro, qui, nellโ€™altare, รจ non vergognarci della carne di Cristo che viene oggi qui! รˆ il mistero del Corpo e del Sangue di Cristo. รˆ andare a dividere il pane con quelli che non possono darci niente in contraccambio: quello รจ non vergognarsi della carne!” (Papa Francesco).ย Siamo chiamati aย uscire dall’accampamento, sorgendo dalla tenda dove a Shabbat – il giorno del riposo – ci siamo nutriti della sovrabbondanza. Ecco โ€œil segnoโ€ che Gesรน aveva mostrato: la moltiplicazione dei pani era quello profetizzato dalla manna che il popolo raccoglieva in razione doppia il giorno di venerdรฌ e che introduce nello shabbat, il giorno dove si sta “seduti” e non si fa nulla, nel quale l’unica opera consentita รจ la “fede”, ovvero accogliere l’amore nel giorno che unisce il Cielo alla terra, nella Pasqua che ci sazia della vita che non muore. E dopo esserci nutriti del “pane della vita” nella comunitร , potremo “uscire” anche noi dalla tenda per andare “a Cristo”, cioรจ verso i fratelli, sino al giorno in cui entreremo nella Terra Promessa, nel Cielo, dove cesserร  anche la manna, e Gesรน sarร  tutto in tutti.ย 

AUTORE: don Antonello Iapicca
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