don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 1 Luglio 2020

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GESU’ CI LIBERA DALLA FURIA DELLA CARNE PER VIVERE LIBERI COME FIGLI DI DIOย 

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Quanta “furia” c’รจ nel mondo, e quanta nella nostra esistenza! Ovunque si reclama giustizia, tra sposi, tra fratelli, tra condomini, anche nella Chiesa, tra vescovi e sacerdoti, tra fedeli e pastori: e che nessuno si avventuri a passare per la strada dove abitiamo… E’ il nostro territorio, vigono le nostre regole, e che nulla si azzardi a contestarle… La nostra vita รจ come quelle strade private serrate dalle sbarre, sigillate perchรฉ nessuno venga a disturbare. Poco importa se quelle sbarre obbligano i vicini e gli abitanti della cittร  ad allungare il percorso per tornare a casa, quel pezzo di terra รจ un prolungamento di noi stessi, รจ gravido di violenza e furia, difenderlo significa proteggere le nostre idee, i nostri criteri, la nostra giustizia; quelle sbarre sono i giudizi, le calunnie, la maldicenza, la concupiscenza che fa di ogni nostro prossimo un oggetto da usare ben lontano dal cuore. Proviamo a pensare quante strade abbiamo chiuso in faccia ai fratelli: la strada della comprensione e della pazienza dinanzi alla moglie o al marito; la strada della vita dinanzi ai bambini che Dio ha pensato far nascere attraverso di noi; la strada del perdono a chi ci vive accanto e ha sbagliato; la strada della generositร  di fronte a chi ha bisogno.

Strade, autostrade lunghe migliaia di chilometri, dove nessuno puรฒ passare, come catene che, giorno dopo giorno, ci stringono in un abbraccio di morte e solitudine. Strade progettate e costruite dal demonio, astuto ingegnere dell’egoismo e della superbia, il nemico di Cristo e di ogni uomo. Il Signoreย passaย all’altra riva per scendere negli abissi della morte e riscattare l’uomo schiavo del demonio. All’arrivo di Gesรน, come attirati da Lui, i due indemoniati del Vangelo, gli si fanno incontro, ed รจ subito una reazione di sfida, di mormorazione, di rifiuto. Come accade a noi quando ci raggiunge la predicazione, l’annuncio della Veritร  che smaschera le barriere che abbiamo eretto tra noi e gli altri. “Che hai a che fare con noi…”. Che vuoi Signore, sei venuto a rovinare i nostri piani, la vita pagana nella quale abbiamo immerso la nostra anima? Ma Gesรน รจ Dio e sa riconoscere, nella caricatura che siamo diventati, nell’involucro sporco, immondo e degenerato, il suo stesso volto, il grido disperato che il seme di vita eterna seminato in noi cerca di farsi strada. Gesรน riconosce nelle parole blasfeme e terribili del demonio, l’angoscia e la paura di chi ne รจ posseduto. Anche dentro i nostri rifiuti, nelle cadute, nelle chiusure piรน ostinate, Gesรน sa intercettare l’inganno e il camuffamento del demonio: รจ lui che rigetta Cristo, noi siamo solo degli schiavi caduti nelle sue trappole, nelle pompe illusorie che ci hanno sedotti. Certo lo abbiamo fatto liberamente, vi รจ stato almeno un momento in cui, nel fondo del nostro cuore, abbiamo scelto di dare ascolto alla voce del demonio. Ma Gesรน sa che portiamo una natura ferita: per questo, nonostante secoli di ostinazione, รจ sceso dal Cielo a cercare la pecora perduta, in territorio pagano,ย nel paese dei Gadareni, nell’accampamento nemico.ย 

E ascolta la voce del demonio ormai sconfitto dalla sua sola presenza, lรฌ, su quella strada che nessuno, sino ad allora, aveva osato percorrere. Gesรน รจ passato all’altra riva, si รจ avventurato laddove nessuno ha mai potuto nulla; Gesรน รจ l’unico che viene a cercarci laddove siamo, dove gli altri ci hanno rifiutato e non hanno piรน forza e desiderio di venirci a prendere. Gesรน scende nei quartieri malfamati delle metropoli, quelli dove governa la mafia e la malavita, dove neanche la polizia vi entra piรน, i bassifondi della nostra anima piagata. Gesรน entra nell’anarchia mortale che governa la vita dell’uomo. E spazza via la menzogna annidata nel cuore, il motore malefico che ci ha resi egoisti e soli. Gesรน arriva e fa giustizia del nostro avversario che, ormai sconfitto, gridaย ยซSe ci scacci, mandaci nella mandria dei porciยป.ย Il demonio torna ad essere quello che realmente รจ, una mandria di porci, che si rotolano nel loro vomito, che hanno perduto il senso del peccato e la gioia dell’amore.

E’ l’assassino che alla fine, per l’opera di Cristo, rivolge contro di se il suo stesso proposito malvagio. Cosรฌ il demonio precipita nel mare, come l’esercito del faraone, come ogni inganno illuminato dall’amore di Dio. Gesรน passa il mare della morte, supera con il sonno della sua morte laย furiaย della tempesta, ci raggiunge laddove l’inganno ci ha precipitato, e ci riporta in vita, come accade nel battesimo.ย Qualunque sia oggi la schiavitรน che ci opprime, qualunque disordine e chiusura ci attanagli l’esistenza Lui รจ qui, ora, a distruggere l’autore di tanto sfacelo, eย a sollevare la sbarra che impedisce al nostro prossimo di avvicinarci,ย e a spalancare le strade che ci conducono a donarci ad ogni uomo. Lui รจ la Via al Padre, il cammino di misericordia che ci fa fratelli liberi e misericordiosi, dove tutti possono, attraverso la nostra vita salvata, ritornare a Dio: “Come vedi, giร  nella traversata degli Ebrei, in cui l’Egiziano รจ perito e l’Ebreo s’รจย salvato, รจ presente la figura del santo ย Battesimo. Che altro ci insegna infatti questoย sacramento, se non cheย la colpa รจ annegata, l’errore abolito, mentre la pietร  e l’innocenzaย vengono salvate? (S. Ambrogio,ย de Myst. 12).ย 


AUTORE: don Antonello Iapicca
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