don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 30 Giugno 2024

Domenica 30 Giugno 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 5, 21-43

Data:

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Continua il nostro cammino alla scuola della liturgia. Domenica scorsa siamo stati rassicurati che il Signore รจ costantemente presente nella โ€œbarca della nostra vitaโ€ e anche quando sembra ย che lui โ€œdormaโ€, in realtร  si prende cura di noi, non mancando di rimproverarci se non lo abbiamo ย ancora capito, perchรฉ significa non aver capito che Lui si รจ fatto Uomo (Natale), รจ morto in croce ย ed รจ risorto (Pasqua) pur di salvarci e restare per sempre con noi (Pentecoste).

Spetta a noi imparare a ri-conoscerlo quale nostro Signore, confidando in Lui, unico nostro Salvatore. รˆ proprio questo il tema di questa domenica. Lui solo puรฒ salvarci dal male. Tutto il male. Tale realtร  non รจ stata ย creata da Dio, ricorda il libro della Sapienza nella I lettura: โ€œDio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventiโ€ (v.13).

E proprio per questo possiamo rivolgerci al Signore Gesรน, perchรฉ non ย รจ Lui che vuole il dolore, la sofferenza. Lui รจ amante della vita e fa di tutto pur di sottrarsi all’abbraccio del male e aiutarci a vivere una vita bella, positiva, autentica. ย 

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v. 21: โ€œIn quel tempo, Gesรน passato di nuovo in barca allโ€™altra riva, gli si radunรฒ attorno molta  folla ed egli stava lungo il mareโ€

Domenica scorsa abbiamo incontrato Gesรน che si dirigeva verso lโ€™altra riva con i suoi discepoli; dopo aver guarito un indemoniato in terra pagana (5,1ss), viene cacciato e cosรฌ torna indietro. Qui  โ€œmolta follaโ€ lo attende e lo accoglie.  

v. 22: โ€œVenne uno dei capi della sinagoga, di nome Giairo, il quale, come lo vide, gli si gettรฒ ai ย piedi e lo supplicรฒ con insistenza: โ€œLa mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perchรฉ ย sia salvata e vivaโ€. Andรฒ con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intornoโ€.

Tra la folla si fa avanti Giairo, capo della Sinagoga. Non si tratta di un ascoltatore qualunque, ma ย di colui che custodisce e spiega la Torah/Legge. Il fatto che proprio lui si rivolga a Gesรน, suggerisce ย la considerazione che il suo ruolo e tutto ciรฒ che insegnava, non riuscivano a dare un significato e ย un senso al suo dramma; nel rivolgersi a Gesรน Giairo รจ consapevole che sta mettendo in discus sione non solo il suo ruolo, ma pure il suo insegnamento, che paradossalmente si rivela ingombrante. La bimba, dice il testo nel finale del vangelo, aveva circa 12 anni: a quel tempo e in quelle ย terre, era dellโ€™etร  della fertilitร  e quindi del matrimonio. Questo spiega ancor di piรน il dramma del ย padre e il coraggio nellโ€™esporsi per il bene della figlia, incurante del fatto che per la โ€œleggeโ€ da lui ย predicata la malattia della figlia era segno del peccato. La โ€œleggeโ€ in questo caso si rivela โ€œsterileโ€, ย incapace di donare vita. Lโ€™atto del benedire โ€“ richiesta che il padre ha rivolto a Gesรน – era compito ย del padre di famiglia: chiedere quindi a Gesรน di โ€œbenedireโ€ la figlia significava lasciare che lui ne ย assuma la paternitร  (cfr Gn 27: la benedizione di Isacco a Giacobbe ed Esaรน). ย 

v. 25: โ€œOra una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per  opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi peggiorando,  udito parlare di Gesรน, venne tra la folla e da dietro toccรฒ il mantello. Diceva infatti: โ€œSe riuscirรฒ  anche solo a toccare le sue vesti, sarรฒ salvataโ€. E subito le si fermรฒ il flusso di sangueโ€ฆโ€. 

Alla vicenda della ragazza dodicenne sโ€™intreccia la storia di una donna malata da dodici anni, la quale ha molto sofferto non tanto a causa della malattia, dice il testo, ma a causa dei medici! Non รจ un giudizio verso lโ€™operato dei medici in sรฉ, quanto lo sgretolarsi della fiducia riposta unicamente sullโ€™azione โ€œumanaโ€, come fosse lโ€™unica possibilitร  di salvezza. Questa illusione porta a grande dispersione: โ€œspendendo tutti i suoi averi e peggiorandoโ€. Come il capo della Sinagoga, anche questa ย donna emerge dalla folla, infrangendo la legge che proibiva alla donna in quelle condizioni, di toccare e farsi toccare perchรฉ era considerata โ€œimmondaโ€ e perchรฉ rendeva โ€œimmondoโ€ ciรฒ che toccava (cfr Lv 15,25-27).

Era una regola nata per corretta precauzione, che anche in questo caso si tra sforma in sterile legalismo. Un errato modo in cui viene vissuta la religiositร  ha portato a escludere ย una persona dalla societร , a farla sentire in colpa per quanto naturalmente vive, a farla sentire ย โ€œimpuraโ€ davanti agli occhi della comunitร . In questo modo una religiositร  vissuta in modo errato, anzichรฉ liberare, rende ancor piรน oppressi. La grandezza di questa donna sta nel seguire il suo desiderio, e โ€œtoccareโ€ comunque Gesรน, pur di essere salvata. ย 

v. 30: โ€œSubito Gesรน, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltรฒ alla folla dicendo: โ€œChi ha toccato le mie vesti?โ€โ€ฆ Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto ย questo. E la donna impaurita e tremanteโ€ฆ venne, gli si gettรฒ davanti e gli disse tutta la veritร . Ed egli le disse: โ€œFiglia, la tua fede ti ha salvata. Vaโ€™ in pace e sii guarita dal tuo maleโ€.

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Gesรน percepisce che qualcuno lโ€™ha toccato. Un โ€œtoccareโ€ non dettato dalla curiositร  ma da un “desiderio di salvezzaโ€. รˆ questo che lo spinge prima a chiedere โ€œchi mi ha toccatoโ€ e poi a guardarsi attorno. Sarร  proprio questo sguardo che porterร  la donna, โ€œimpaurita e tremanteโ€, ad avvicinarsi ย a Lui. In base alla reazione della donna, si puรฒ immaginare come lo sguardo di Gesรน sia stato sereno ย e rassicurante, invitante e attraente a tal punto da farla venire allo scoperto. E il suo narrare l’avvenuta guarigione grazie a quel โ€œtoccoโ€ animato dalla fede, le ha portato salute e salvezza. Cosรฌ, da ย una folla anonima, emerge un volto concreto di donna, guarita dal male. Una donna che ha recuperato in Gesรน la sua dignitร  di persona. La sua femminilitร . ย 

v. 35: โ€œStava ancora parlando quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: โ€œTua  figlia รจ mortaโ€โ€ฆ Gesรน disse: โ€œNon temere, soltanto abbi fede!โ€โ€ฆ Giunsero alla casaโ€ฆ vide  trambusto e gente che piangevaโ€ฆ disse loro: โ€œLa bambina non รจ morta, ma dormeโ€. E lo deridevano. Ma egli cacciati tutti fuori, prese con sรฉ il padre e la madre della bambina, quelli che erano  con lui (cfr Pietro, Giacomo e Giovanni) ed entrรฒโ€ฆ Prese la mano della bambina e le disse: “Talitร  kumโ€, che significa โ€œFanciulla, io ti dico alzati!โ€. E subito si alzรฒโ€ฆ e furono presi da grande  stuporeโ€. 

Dopo aver guarito-salvato la donna malata, ora รจ il momento della ragazza. Gesรน entra nella sua stanza lasciando fuori i โ€œcantori del lamentoโ€. E in un contesto di familiaritร  e di amore โ€“ ci sono infatti solo i genitori e i suoi tre discepoli (Pietro, Giacomo e Giovanni) โ€“ tocca la ragazza e la invita ad alzarsi. Gesรน non spiega il male, ma lo vince con il gesto e la parola: Talitร  kum, bambina alzati! Azione e parola che richiamano la risurrezione stessa di Gesรน.ย 

La folla. Accanto alle protagoniste di queste due scene, cโ€™รจ una terza categoria che merita di essere  segnalata, ed รจ la โ€œfollaโ€. Dalla folla emerge prima Giairo e poi la donna malata; troviamo la folla  che โ€œtocca Gesรนโ€ ma se la confrontiamo al tocco della donna, intuiamo che โ€œtoccaโ€ senza desiderio  di salvezza. La folla รจ quella che deride Gesรน quando dice che la bambina dorme, e che tenta di  ostacolare lโ€™azione salvifica di Gesรน (cfr lโ€™esperienza del cieco Bartimeo, il quale nel mentre gridava โ€œGesรน, figlio di Davide, abbi pietร  di meโ€, veniva tacciato dalla folla (cfr Mc 10,46ss), da quanti credono o si illudono di essere a posto perchรฉ rispettosi  esteriormente della legge).  

Da una parte lโ€™appiattimento della folla, omologata dalla sua โ€œcertezza legalisticaโ€, dalla sua stupida sapienza, e dallโ€™altra il coraggio del padre e della donna capaci di uscire dalla folla, di reagire, ย di mostrarsi per quello che sono. รˆ questa esperienza di libertร  che porterร  a rendere grazie al Signore, trasformando lโ€™esperienza in preghiera di lode, cosรฌ come troviamo nel salmo scelto dalla liturgia per questa domenica: โ€œTi esalterรฒ Signore perchรฉ mi hai risollevato e mi ha fatto risalire dagli ย inferiโ€ฆ Cantate al Signore inni, e celebrate il suo ricordoโ€. ย 

La prima cosa che questa Parola mi fa ricordare รจ il rimprovero di Gesรน ai discepoli nel vangelo di domenica scorsa: โ€œNon avete ancora fede?โ€ (Mc 4,40). Mi colpisce questo perchรฉ oggi, una  donna considerata โ€œimpuraโ€ dalla legge, mossa dal legittimo desiderio di essere sanata, โ€œtoccaโ€  Gesรน e viene salvata e guarita; un capo della Sinagoga che fino a quel momento ha posto tutta la  sua fiducia nella โ€œleggeโ€, sperimenta la sterilitร  della pura legge, da lui predicata e difesa in Sinagoga, e si apre alla legge dellโ€™amore predicata da Gesรน lungo le strade: un atto di fiducia che porterร  a ritrovare salva la figlia. 

Un secondo aspetto che incontriamo in entrambe le esperienze รจ, paradossalmente, la disobbedienza. La donna โ€œimpuraโ€ che per la legge di Mosรจ non poteva toccare nulla e nessuno puรฒ toccarla, sfida la legge e tocca il mantello di Gesรน; in secondo luogo il padre che disobbedisce alla Torah/Legge chiedendo a Gesรน โ€œsalvezza e vitaโ€ per la figlia. A dimostrazione che non รจ in virtรน della legge che siamo salvati, ma in virtรน dellโ€™amore, in virtรน della fede (cfr Rm 3,20-25, Ef 2,8-10), e Dio ย non guarda alla fedeltร  della legge senza anima, ma guarda alle buoni intenzioni del cuore (cfr 1Samย 16,7, la scelta di Davide; โ€œNon chi dice Signore Signoreโ€ฆ ma chi fa la volontร  del Padre mioโ€ Mt 7,21-29). Infine, in entrambe le situazioni un uomo e una donna hanno il coraggio di rischiare, di uscire dalla ย folla, dallโ€™anonimato, incuranti di eventuali giudizi e derisioni. Si espongono perchรฉ riconoscono in ย Gesรน il Signore e Salvatore, quanto i discepoli sulla barca non erano riusciti a riconoscerlo, chiamando Gesรน solo con il titolo di Maestro. ย 

Alla luce di questa Parola, ripenso alla mia e nostra vita, di fronte agli imprevisti, alle tribolazioni, al male, alle โ€œperdite di vitaโ€ (perdita di sangue โ€“ come per la donna – รจ comunque perdita ย di vita) e mi domando verso chi indirizzo la mia preghiera, il mio grido dโ€™aiuto. Forse anchโ€™io rischio ย talvolta di rivolgerlo verso gli idoli del momento, di cedere alla superstizione, al โ€œsantoneโ€ di turno ย capace solo di sperperare i miei beni. Realtร  che si sta diffondendo sempre di piรน, perchรฉ nel momento in cui non si crede piรน in Dio, si fa di ogni idolo il proprio dio!

Oggi mi sento e ci sentiamo ย interpellati dal Signore che ci domanda quanto maturi/adulti siamo nella fede. Un essere adulti che ย non si qualifica come un fare di testa propria, agendo contro il vangelo e la chiesa, come va di moda ย oggi! Lโ€™adulto รจ proprio colui che impara a rivolgersi a Dio riconoscendolo Signore e Salvatore; รจ ย colui che sa leggere il vangelo interpretandolo tra le braccia di Madre Chiesa, custodendone tutta ย la freschezza e vivacitร , a costo di infrangere la โ€œnormalitร โ€ lรฌ dove, con un cuore puro, coglie che ย la legge dellโ€™amore misericordioso viene intrappolata dai cavilli della legge umana, quando capisce ย che la legge si รจ trasformata in barriera (cfr Mc 7,11-13: โ€œVoi annullate la parola di Dio con la tradizione che aveteย  tramandato voi. E di cose simili ne fate molteโ€). ย 

Lโ€™adulto nella fede รจ colui che si mette in ascolto di ciรฒ che dice lo Spirito, รจ capace di dare ragione  di quanto ascoltato, รจ colui che, se serve, emerge dalla folla anonima per far sentire la sua voce pur  di restare fedele alla freschezza del vangelo. Si pensi a san Benedetto, a san Francesco, a santa  Teresa dโ€™Avila, a san Giovanni Boscoโ€ฆ Se si fossero rassegnati adeguandosi alla โ€œfolla anonimaโ€  del tempo, non sarebbero mai diventati quello che sono, e non avrebbero mai arricchito la Chiesa  di quanto lo Spirito aveva suggerito nei loro cuori. E quante โ€œleggiโ€ hanno infranto!  

Gesรน smonta la fedeltร  alla โ€œletteraโ€ per recuperare lo spirito della legge (cfr Gal 3,1-5), ossia lโ€™amore: ย e si lascia toccare, come si lascerร  toccare dal lebbroso (Mc 1,41), come toccherร  orecchio e lingua ย del sordomuto (Mc 7,33), gli occhi del cieco (Mc 8,23), come toccherร  i bambini (Mc 10,13), il morto per ย risuscitarlo (Lc 7,14)โ€ฆ e si lascia toccare dalla folla, dai peccatori, dalla prostitutaโ€ฆ Il toccare si rivela ย un gesto di vicinanza, di reciprocitร , di relazione: azioni tutte vietate dalla Legge che si trasformano ย in esperienze di liberazione, di amore, capaci di dire โ€œsono con teโ€. Non un โ€œtoccareโ€ di giudizio, maย di speranza: โ€œFiglia, la tua fede ti ha salvata. Vai in pace e sii guarita dal tuo maleโ€.

Parola e gesto che, come i sacramenti, sono azioni di salvezza. Ecco Gesรน, colui che libera, che salva, che porta gli ย ultimi, gli scartati, gli intrusi, i non aventi diritto, gli etichettati, gli irregolari ai primi posti (Mt 20,16). Come un tempo,Gesรน continua a volgere il suo sguardo verso la folla anonima, alla ricerca di quanti ย lo โ€œtoccanoโ€ con cuore puro, di quanti sono schiacciati dal giudizio dei benpensanti; cerca, per ri dare speranza, per risollevare da sofferenze e umiliazioni, e rimettere tutti in cammino verso la ย Meta. Questo sguardo e questa parola sono rivolti a tutti: โ€œIo ti dico, coraggio, alzati!โ€.ย 

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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