Domenica scorsa abbiamo soffermato la nostra attenzione su Gesรน buon Pastore, comprendendo che Lui solo ยซรจยป ilย bene della nostra vita e ยซfaยป il bene della nostra vita. E proprio questo spiega perchรฉ oggi i testi della liturgia puntanoย a farci capire che il discepolo di Gesรน risorto รจ colui che ยซstaยป in Gesรน, che sta ยซconยป e ยซinยป Lui, come il tralcio alla vite.ย Questo perchรฉ diversamente rischieremmo di condurre una nostra vita, di interpretare le cose con i nostri criteri,ย sempre sospettosi di quanto cโรจ fuori dal recinto o fortino della nostra esperienza, come abbiamo visto ieri e vieneย testimoniato oggi nella prima lettura che la liturgia ha scelto in questa quinta domenica. Di fronte allโapparire di Paoloย di Tarso, sono subito sorte paure e sospetti, ma per fortuna il Signore fa sorgere al momento giusto la persona giusta,ย Barnaba!ย ย
Ascolta “don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 28 Aprile 2024” su Spreaker.Gv 15,1-8 | don Andrea Vena 57 kb 28 downloads
V domenica di Pasqua, anno Bย At 9,26-31 sal 22 1Gv 3,18-24 Gv 15,1-8ย a cura di…v. 1: โIo sono la vite e il Padre mio รจ lโagricoltoreโ: Io-sono, ritorna questa espressione che abbiamo incontrato nei vangeli di queste domeniche e che rimanda alla rivelazione di Dio a Mosรจ (Es 3,14). Gesรน rivendica a sรฉ, qui come in altri passi, il nome di Dio: โIo sono il pane della vitaโ (Gv 6,35); โIo sono la luce del mondoโ (Gv 8,12); โIo sono la porta delle pecoreโ (Gv 10,7); โIo sono la resurrezione e la vitaโ (Gv 11,25); โIo sono la via, la veritร e la vitaโ (Gv 14,6); โIo sono la viteโ (Gv 15,5). Gesรน รจ dunque โColui che รจโ, Colui che cammina sempre con te, che non ti lascia; รจ lโEmmanuele, il Dio-con-noi (Is 7,14, Natale), fino alla fine dei giorni ( (Mt 28,20). Un insistere per aiutare a capire che il Signore Gesรน, il crocifisso e risorto, รจ veramente Dio. Domenica scorsa, โIo-sono il buon pastoreโ, oggi โLa viteโ. Giร nellโAntico Testamento โLa vignaโ รจ il simbolo del popolo: โCanterรฒ per il mio diletto il mio cantico dโamore per la sua vignaโฆโ (Is 5,1ss). Il profeta Isaia segnala che di fronte allโimpegno del vignaiolo nel prendersi cura della vigna, questa non ha portato frutto, tanto da decidere di abbandonarla e renderla un deserto, concludendo: โEbbene, la vigna del Signore degli eserciti รจ la casa di Israele; gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustiziaโฆrettitudineโฆโ (v.7).
โil Padre mio รจ lโagricoltoreโ:Colui che ha cura della vite รจ il Padre stesso che ha mandato il suo Figlio Gesรน. Il profeta Isaia dichiarava: โChe cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?โ (v. 4). Ecco, una cosa il Padre non aveva ancora fatto, mandare suo Figlio. Con lโIncarnazione questo รจ avvenuto a dimostrazione del Suo amore per la vigna.
v. 2: โOgni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perchรฉ porti piรน fruttoโ: attraverso lโimmagine di Isaia, si comprende che Gesรน รจ la vite, cioรจ il tronco solido, e i discepoli del Risorto sono i tralci che devono dare frutti. โNon porta fruttoโ: significa non assolvere al compito che Dio ha dato a ciascuno: โSiate fecondi e moltiplicateviโ (Gn 1,28); โSe il grano caduto in terra muore, produce molto fruttoโ (Gv 12,24): fin dalla Creazione Dio chiede di โportare fruttoโ: โNon chi dice Signore Signore entrerร nel regnoโฆma chi fa la volontร del Padre mioโ (Mt 7,21); un โfareโ che corrisponde a quello del Padre: โSono disceso dal cielo non per fare la mia volontร , ma la volontร di colui che mi ha mandatoโ (Gv 6,40): โIo sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโabbiano in abbondanzaโ (Gv 10,10).
โLo tagliaโฆlo potaโ: comunque vada, il tralcio va โtagliatoโ: o per essere gettato perchรฉ im-produttivo, o โpotatoโ perchรฉ porti โpiรน fruttoโ. ร unโoperazione che spetta al Vignaiolo, il Padre del cielo, nei modi e nei tempi che lui riterrร . Se la potatura รจ finalizzata a valorizzare la pianta affinchรฉ porti piรน frutto, il gettare nel fuoco รจ dovuto al fatto che non si puรฒ far granchรฉ del tralcio, e Gesรน, da figlio di un falegname, lo sa. Ecco perchรฉ si getta nel fuoco. In questo modo viene indicata la sua inutilitร .
v. 3: โVoi siete giร puri a causa della parola che vi ho annunziatoโ: una purezza/beatitudine che nasce dallโascolto della Parola (cfr Lc 11,27), che in bocca รจ come miele, ma appena inghiottita ne senti lโamarezza (cfr Ap 10,8ss), perchรฉ la โParola di Dio รจ viva, efficace, piรน tagliente di ogni spada a doppio taglioโฆโ (Eb 4,12), e mette allo scoperto tutto quello che non รจ secondo Dio.
v.4: โRimanete in me e io in voi. Come il tralcio non puรฒ portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, cosรฌ neanche voi se non rimanete in meโ: โRimanete in me!โ non solo un invito, ma un imperativo. Se Gesรน รจ fedele alla sua promessa di rimanere sempre con noi โ โEcco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ (Mt 28,20) โ non รจ detto che lo siano anche i discepoli: ed abbiamo visto Pietro, Tommaso, Giudaโฆanchโessi tralci! Non spetta al singolo scegliere o meno di essere tralcio: โNon voi avete scelto me, ma io ho scelto voiโ (15,16), ed รจ una scelta che nasce da un amore preferenziale: โEgli ci amato per primoโ (1Gv 4,19). Tutti siamo โtralciโ per grazia di Dio, ma spetta a ciascuno portare frutto, con lโaiuto di Dio.
v. 5: โIo sono la vite voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, porta molto fruttoโ: โil rimanere in Luiโ non รจ motivo di prigionia, un togliere la libertร , ma permettere alla libertร di ciascuno di esprimersi al massimo nel โportare fruttoโ. Lโabbondanza sgorga da una vita โinnestataโ in Cristo a tal punto da poter esclamare: โNon sono piรน io che vivo, ma Cristo vive in meโ (Gal 2,20).
v. 6: โChi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca: poi lo raccolgono e lo gettano nel fuocoโฆโ: lโesistenza vale nella misura che cโรจ questo โinnestoโ, questa relazione, come Gesรน ha dichiarato fin dallโinizio: โLi chiamรฒ perchรฉ stessero con lui, e anche per mandarliโ (Mc 3,14-15). Scegliere di non restare con Lui e di rinunciare alla โmissione affidataโ, porta a una vita senza frutto, come denunciava il profeta Ezechiele di fronte alle ossa inaridite/secche: โLa mano del Signore fu sopra di meโฆmi depose nella pianura che era piena di ossaโฆtutte inaridite. Mi disse: โFiglio dellโuomo, potranno queste ossa rivivere?…Profetizza su queste ossa: โOssa inaridite, udite la parola del Signore. Cosรฌ dice: Ecco io faccio entrare in voi lo spirito e rivivreteโฆQueste ossa sono tutta la casa dโIsraeleโฆLoro vanno dicendo: la nostra speranza รจ svanita, noi siamo perdutiโฆTu profetizzaโฆโEcco io apro i vostri sepolcriโฆFarรฒ entrare il mio spirito e rivivreteโฆโ (cap 37).
v. 7: โSe rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarร fattoโ: il Padre ha dato il suo Figlio Gesรน, ha giร dimostrato cosa รจ capace di fare per quanti si affidano a Lui. Ora spetta alla libera responsabilitร di ciascuno entrare in una relazione dโamore: โSe vuoi, seguimiโ(Mt 19,21). v. 8: โCome il Padre ha amato me, anchโio ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amoreโฆโ: il Padre viene glorificato non a parole, ma se osserviamo i comandamenti, se entriamo nella โgrammaticaโ del suo amore: con Lui, con gli altri, con la natura stessa. Non basta amare โcon la linguaโ, ricorda san Giovanni nella II lettura, ma โcon i fatti e nella veritร โ. ร importante questa sottolineatura: non bastano i fatti, se questi non sono guidati dalla veritร , e la veritร รจ Gesรน stesso: โIo sono la Veritร โ (Gv 14,6). La misura e il modello dellโamore รจ Gesรน non noi: a Lui, risponde il salmo, va data gloria e lode: โLoderanno il Signore quanti lo cercanoโฆ โฆA lui solo si prostrerannoโ. โRimanere in luiโ รจ una opzione fondamentale, dalla quale scaturisce il โfareโ come Gesรน: โAmatevi gli uni gli altri come io vi ho amatiโ (Gv 15,12). Un โcomeโ che รจ invito a riconoscere ciรฒ che giร si possiede con la grazia del Battesimo: se il Signore chiede di fare โcome Luiโ รจ perchรฉ prima ci ha attrezzati a farlo dandoci lo Spirito santo. In secondo luogo il testo fa capire che si ama con i fatti e con il cuore: lโamore รจ tale se diviene concreto, come a dire che โsia ama con la vitaโ.
Il testo del vangelo, illuminato anche dagli altri testi che la liturgia propone in questa V domenica, ci aiuta a comprendere che con il battesimo siamo rinati in Lui, ma ora siamo chiamati a crescere in Lui, proprio per superare le nostre resistenze. In fondo noi restiamo โvasi di cretaโ (2Cor 4,7), sempre bisognosi del rinforzo della misericordia di Dio. Stare con Lui significa fidarsi di Lui e affidarsi a Lui, convinti che โSenza di me non potete fare nullaโ. Come a dire che non posso/possiamo produrre frutti allโaltezza delle attese dellโagricoltore, di Dio, se non abbiamo in noi la sua linfa, la vita eterna: ed รจ quanto Gesรน ci ha donato con la sua venuta e ci ha lasciato nei suoi sacramenti. Rifiutare di โdimorare/diventare come Luiโ equivale a privilegiare una vita autoreferenziale, che si accontenta di se stessa, che rinuncia a essere feconda nellโabbondanza: una vita chiusa in se stessa non รจ vita, รจ prigioniera del recinto del proprio โioโ (cfr meditazione di ieri sul buon pastore e il recinto/fortino). Chi rimane in Lui, invece, vive in modo pieno la vita stessa di Dio: si lascia animare dagli stessi sentimenti di Gesรน, dal suo modo di sentire e pensare, dallo stesso sguardo attento e compassionevole.
- Pubblicitร -
Ecco perchรฉ il Padre o โtagliaโ o โpotaโ, perchรฉ Lui non resta indifferente di fronte alle scelte della nostra vita: arriva comunque il momento in cui il grano viene distinto dalla zizzania (cfr Mt 13,24ss). Col โtagliareโ elimina ciรฒ che tende a soffocare la vite ma anche il vigneto, ossia la Comunitร , perchรฉ le mie/nostre azioni o omissioni hanno sempre un riflesso sugli altri (cfr 1Cor 12,26: la Chiesa, corpo di Cristo) .
Col โpotareโ, invece, alleggerisce la pianta da ciรฒ che ha di superfluo. Azione che suggerisce quanto lโazione del Padre miri ad alleggerire la vita, a semplificarla, a renderla sempre piรน secondo il progetto originario.
E non fermiamoci di fronte alle nostre debolezze e fragilitร : fanno parte della vita! Come ricorda san Giovanni nella II lettura, se il cuore condanna, Dio รจ piรน grande del mio cuore e delle mie debolezze! Non sta qui il punto. Lโattenzione va data allโAmore di Dio non alle debolezze! La prima linfa che nutre la vita รจ la fraternitร ! Ricordate la prima meditazione (II domenica): Tommaso non crede perchรฉ non era presente in Comunitร !
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.