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Carlo Miglietta – Commento alle letture di domenica 28 Aprile 2024

Domenica 28 Aprile 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 15, 1-8

SOLO UNITI A CRISTO SI HA LA VITA E SI PORTA FRUTTO

Nell’Antico Testamento รจ ricorrente l’immagine della vigna o della vite per designare Israele in quanto popolo di Dio, sua proprietร  (Is 5,1-7; 27,2-6; Ger 2,21; 12,10-11; Ez 15,1-6; 19,10-14; Os 10,1-3; Sl 80,9…): e tale metafora รจ ripresa anche dai Sinottici (Mc 12,1-11; Mt 20,1-16; 21,28-32; Lc 13,6-9; 20,9-19). Ma talora la vite รจ un simbolo individuale: un re della casa di Davide (Ez 17), la Sapienza personificata (Sir 24,17-21), il Figlio dell’uomo, il Messia (Sl 80,15-16). Nel Vangelo odierno (Gv 15,1-8) Gesรน applica a sรจ questa similitudine. Infatti “Gesรน รจ la vite escatologica, perchรจ รจ il Messia, il resto d’Israele, la Parola-Sapienza che prende il posto della legge mosaica e anima il nuovo popolo di Dio dall’interno” (Panimolle).ย 

Gesรน รจ la “vera” vite in opposizione alla sinagoga e al giudaismo sterile, ma anche a tutte le ideologie (lo Stato, la Religione, il Potere, l’edonismo, il materialismo…) che promettono vita all’uomo. Noi esistiamo solo uniti a Gesรน: lontani da lui c’รจ solo morte. รˆ il tema del “rimanere in Cristo”, che tanta importanza ha nel Vangelo di Giovanni: restare nell’amore di Cristo (vv. 9-10), nell’obbedienza ai suoi comandamenti, aderire a lui, credere in lui e nella sua parola, รจ l’unico modo per avere vita: solo Gesรน รจ la vita (Gv 14,6). Ecco perchรฉ nulla รจ importante come l’annuncio di Gesรน e del suo Vangelo: Gesรน รจ la base di tutto, il fondamento di ogni esistenza, il senso vero e profondo del creato e della storia.

Solo in Gesรน portiamo frutto: “Senza di me non potete far nulla” (v. 5): tale testo fu citato nel Concilio di Cartagine contro i Pelagiani e nel Concilio di Trento contro i Riformatori, per sostenere l’importanza della grazia e la possibilitร  per l’uomo, unito a Cristo, di compiere opere buone. Ma non basta essere uniti a Cristo nella fede: bisogna anche “portare frutto”, nell’osservanza dei comandamenti del Signore (v. 10), soprattutto nell’amore fino al dono della vita (vv.12-13), amando “non a parole nรฉ con la lingua, ma con i fatti e nella veritร ” (Seconda lettura: 1 Gv 3,18), e nella testimonianza del Signore anche nella persecuzione, secondo l’esempio di Paolo (Prima lettura: At 9,27-29). E’ infatti vero che “l’uomo รจ giustificato per la fede” (Rm 3,28), ma “che giova se uno dice di avere la fede ma non ha le opere?”; e “la fede senza le opere รจ morta” (Gc 2,14.26). 

Chi non porta frutto, avrร  sprecato la sua vita, lโ€™avrร  resa sterile (Gv 5,29; Mc 9,43; Mt 3,10; 13,30; 25,41). Si noti bene che solo il Padre รจ il vignaiuolo: l’unico padrone della vigna รจ lui, e nessun altro puรฒ arrogarsi il potere di eliminare o potare i tralci; perciรฒ dobbiamo astenerci dal giudicare ed avere sempre grande misericordia verso tutti. Ma anche chi porta frutto viene potato: รจ la Parola del Signore, “piรน tagliente di una spada a doppio taglio” (Eb 4,12), che ci monda continuamente, che ci purifica, che ci mette continuamente in crisi per farci migliori, piรน fedeli, piรน poveri, piรน capaci di amore e di servizio, piรน autentici, piรน evangelici, piรน cristiani. Al credente non รจ risparmiato il dolore, ma nella sofferenza nasce l’uomo nuovo (Gv 16,21).

Nel Vangelo odierno รจ adombrato il faticoso processo di crescita e di maturazione del credente nella sua unione a Cristo, fino ad arrivare a una reciproca inabitazione: “Se uno mi ama, osserverร  la mia Parola e il Padre mio lo amerร  e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,.23); ed รจ anche proposto il mistero della sofferenza che talora colpirร  il discepolo, ma che nell’ottica di Dio avrร  sempre un valore pedagogico e purificatorio, e che vedrร  Dio sempre a fianco dellโ€™uomo per proteggerlo e salvarlo.

Il commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โ€œBuona Bibbia a tuttiโ€œ.

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