In questa quarta domenica, denominata del โBuon pastoreโ per il tema del vangelo, Gesรน ci aiuta a comprendere che, come promesso, Lui รจ e resterร sempre con noi, per cui non dobbiamo temere.
La prima lettura, tratta dal libro degli Atti, ci presenta lโimpegno missionario di Paolo e Barnaba, i quali predicano davanti โa giudei e proseliti credenti (stranieri credenti)โ. Se nella loro prima predicazione non ci furono ostacoli, la settimana successiva, dice il testo, a causa di gelosie da parte dei giudei, ci furono complotti per allontanare i due โapostoliโ, tanto da riuscire a cacciarli.
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Ma non tutto รจ male: infatti giร Isaia aveva profetato che la parola di Dio avrebbe comunque raggiunto tutti fino ai confini della terra (cfr Is 49,6ss). Come Gesรน fu cacciato da Cafarnao e andรฒ a predicare in tutta la Galilea (cfr Lc 4,16-37), cosรฌ i discepoli colgono questa โcacciataโ come unโobbedienza a quanto Gesรน aveva detto loro preparandoli alla missione: โQuanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro cittร e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loroโ (cfr Lc 9,5).
Possiamo ritenere che se il Vangelo รจ giunto “fino ai confini della terraโ (At 1,8) รจ anche grazie alle โcacciateโ ricevute, che han permesso ai discepoli di non adagiarsi in una vita tranquilla: la fuga da un luogo, cosรฌ, si รจ sempre rivelata inizio di nuova missione, occasione di apostolato. Valeva per i discepoli dโun tempo, ma vale anche per noi oggi: non importa cosa fai o dove vai, lโimportante รจ stare con il Signore e riconoscere che Lui sempre precede lungo il cammino.
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In fondo, come ricorda il libro dellโApocalisse nella II lettura, coloro che sono vestiti di bianco sono proprio coloro che sono passati attraverso la โtribolazioneโ, che possiamo bene intendere non solo attraverso il sangue, ma anche attraverso quelle pungenti lame che sono le โlingueโ, pronte a criticare, giudicare, umiliareโฆ ma incapaci di costruire.
Ebbene, questa moltitudine di gente โ รจ bello notare che si tratta di moltitudine sia in Atti che in Apocalisse โ sta โdavanti al trono e allโAgnelloโ, cioรจ direttamente in relazione con Dio; โavvoltiโ, per dire che si tratta di una relazione definitiva e โin vesti candideโ, quindi partecipi della risurrezione di Gesรน, con il quale ormai condividono la vittoria (โrami di palma nelle loro maniโ).
Ma non solo. Il testo dellโApocalisse conclude dicendo: โColui che siede sul trono stenderร la sua tenda sopra di loroโ: tutti sono sotto lโala protettrice di Dio: nessuno potrร piรน rapirle da Lui. Ciรฒ che โin vitaโ poteva apparire un fallimento, nei tempi nuovi si rivela garanzia di partecipazione alla gioia del Padre!
Con questa premessa, accostiamoci al Vangelo: โLe mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono e Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperร dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, รจ piรน grande di tutti e nessuno puรฒ strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa solaโ.
Lโimmagine del pastore non รจ nuova nella Bibbia, in quanto era una metafora facile da comprendere per quanti vivevano di pascolo: โIl Signore รจ il mio pastoreโ (Sal 23,4; Sal 56,9; Ez 34,1-11 e Is 40,11). Tra pastore e gregge cโรจ una relazione, tanto che le pecore โascoltanoโ la voce del pastore e lo seguono.
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Cosรฌ รจ tra Gesรน e i suoi discepoli, a differenza di quanti โ come descritto negli Atti โ ribollono dโinvidia e non accettano di ascoltare. Nonostante lโincostanza delle pecore nellโaccogliere e custodire la Parola, Gesรน โ buon pastore โ assicura che si prende cura di loro fino a dare la vita perchรฉ nessuno le strappi mai dalla sua mano (cfr Gv 17,11ss).
Ciรฒ che Gesรน sta facendo capire ai suoi discepoli e oggi a noi รจ che la persecuzione, la contrarietร , รจ parte della missione, non รจ solo segno di errore: spetta a ciascuno valutare quando fare un passo indietro e andare ad annunciare altrove, dove il messaggio viene accolto.
Una cosa รจ certa: nessuno ci strapperร mai dallโamore di Dio; il gregge รจ al sicuro, ciascuno di noi รจ al sicuro perchรฉ il Signore Dio รจ โmio rifugio e mia fortezzaโ (cfr Sal 91).
Un concetto che lโapostolo Pietro ha talmente ben capito nella sua esperienza, che riconosce Dio come quel โbuon pastoreโ che si prende cura, che ristabilisce, conferma, rafforza (At 5,6ss).
Pietro puรฒ dirlo-scriverlo perchรฉ ne ha fatto esperienza: dopo una breve sofferenza, รจ stato ristabilito da Gesรน, da lui confermato, rafforzatoโฆ E quindi puรฒ fare altrettanto: โLa misericordia รจ puro dono di grazia, che poggia sullโesperienza di uomini perdonatiโ (cfr domenica scorsa, Gv 21).
Lโapostolo Pietro ha sperimentato entusiasmo, rinnegamento, misericordia e quindi puรฒ con forza testimoniare quanto รจ buono e misericordioso รจ il Signore, buon pastore!
Il rapporto tra pastore e pecore, e quindi tra Gesรน e noi suoi discepoli, รจ fondato sulla relazione con Lui, ossia lโessere conosciuti da Dio e ri-conoscere la sua voce nella nostra vita.
Vivere da risorti, quindi, รจ saper restare sintonizzati con il buon Pastore, รจ tenere sempre viva la sua Parola in noi, cosรฌ diversa da quella del mondo.
Una relazione, dicevamo, che nasce dal fatto che le pecore, โsono mieโ, dice Gesรน (v. 27) perchรฉ il โPadre mio me le ha dateโ (v 29). La relazione parte da qui, non dalla nostra osservanza ai comandamenti: โDio ci ha amati per primoโ (1Gv 4,19).
La conoscenza di Gesรน, la relazione con Lui passa attraverso lโamore fiducioso. Ascoltare e seguire โ come dice Gesรน โ sono lโessenziale per essere discepoli del risorto, per essere coinvolti nella sua vita nuova, per far parte della sua comunitร .
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.
