don Alessandro Dehò – Commento al Vangelo del 25 Ottobre 2020

Tutto dipende

Era meglio fermarsi prima.

Prima della domanda.

Chissà, forse Gesù l’avrà guardato con occhi carichi di supplica: “fermati, ti prego, rischi di farti male. Rischi seriamente di bruciarti. Fermati. Non sei pronto”.

E invece no, il rancore, il senso di vendetta, quel dannato bisogno che abbiamo di ammutolire chi non la pensa come noi, l’orgoglio di far parte di un gruppo che non ammette sconfitte, il dottore della legge prende parola e si scaglia all’attacco “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”. E inizia la fine, una tempesta. Non si salva nulla, il pover’uomo è travolto e Gesù non può farci niente, gli spiace, ma non può essere altrimenti, se tocchi il cuore degli eventi deve saperne portare il peso…o accettarne le conseguenze. E questo, per quanto riguarda l’amore non lo impariamo quasi mai.

“Amerai”, il più grande comandamento è l’amore, risponde Gesù al dottore della legge, ma l’amore come soglia da attraversare e non come obiettivo da raggiungere a suon di obbedienze o di preghiere. Non il punto d’arrivo dei buoni ma il punto d’inizio dei temerari.

“Amerai” e la vita subito eccede, sfugge, stupisce, non si lascia addomesticare.

“Amerai” e come prima cosa perderai l’orientamento, perderai il controllo, perderai la faccia.

“Amerai” e ti farai male perché l’amore brucia.

“Amerai” e se amerai davvero dopo, solo dopo,  parlerai di Alleanza sapendo di cosa stai parlando; solo dopo potrai usare tutte le immagini bibliche del Testamento Antico che si rifanno all’innamoramento e all’incontro tra gli amanti, Cantico compreso, ma prima di tutto: innamorati. Se non sei innamorato, taci, Questo è il più grande comandamento.

“Amerai il Signore Dio” ma proprio perché parti dall’amore e non da un concetto non basta amare il Signore… Amerai il Signore Dio: tuo! E in quel “tuo” c’è da perdersi. C’è tutta la differenza. “Tuo”, perché l’amore è un legame, è geloso l’amore e unico, perché non c’è amore se non c’è conoscenza e coinvolgimento. Gesù sta dicendo al povero dottore della legge e a tutti noi che il comandamento prevede il coraggio di entrare in relazione con il Padre, di ascoltarlo vivo, di sentirlo, di accoglierlo. Se non c’è coinvolgimento vero, non c’è verità.

Se non ci hai mai parlato a tu per tu non puoi capirmi, se non l’hai sentito vicino non puoi comprendere, se non ti sei mai sentito “suo” ti sembrerò solo un folle…

E poi non è questione di primo o ultimo comandamento… è questione di “tutto”. Sei pronto per giocarti fino in fondo? Tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente.

Parlare di Dio è un conto, parlare con Dio un altro, sentir parlare Dio da quel legame tenero e implacabile che è l’Amore è altro ancora.

“Amerai”: e ti metterai in discussione e ti accorgerai di quanto sia ricca la nostra vita e insondabile il nostro cuore. “Amerai”: e mentre cercherai di decifrare i pensieri su di lui ti accorgerai che non bastano e coinvolgerai gli affetti, la carne, i sogni… tutto. E non basterà, capisci? Questo è il dramma dell’amore: non basta mai. L’amore è cannibale, non lascia una briciola. Capisci il rischio? Non è questione di regole, è questione di fame e di consegna totale di sé. Ma capisci che se tu osassi rapportarti a Lui solo con la mente o solo con il cuore o solo con l’anima adoreresti una cosa, un oggetto, un’idea, un idolo? Invece tutto e tutto di te, e non basterà, ma sarai innamorato, e la tua fame si trasformerà in preghiera.

Il Vangelo non riporta reazioni, immagino silenzio e smarrimento del dottore della legge.

E poi “amerai il tuo prossimo come te stesso”. L’amore ha bisogno dell’incontro vero, concreto, faticoso, quotidiano. Carnale. Di misurarsi sulla fragilità di quel terreno dove non si può mai dare niente per scontato. Dove l’incontro con l’altro ti cambia. E allora sì, se partiamo dall’Amore quello che sto dicendo è che quel Dio che tu immagini impassibile e lontano invece è vivo e si compromette e si gioca, e cambia per amore. E lo puoi incontrare, se ti innamori del fratello.

“Da questo amore dipendono tutta la Legge e i Profeti”.

E qui il crollo definitivo. Dall’amore dipendono la morale e la predicazione, i dogmi e la catechesi… Mettiti il cuore in pace, se riesci, l’amore non dipende dalla legge. L’amore non dipende dalla lettera. L’amore non dipende che da se stesso, anticipa, viene prima. Tutto il resto dipende da lui.

Se ami comprendi la Legge e non fraintendi i profeti. Se non ami: meglio che stai zitto.

Non si ama ciò che si conosce, si conosce poco alla volta solo ciò che si ama.

Se non ami: zitto. Meglio non fare nemmeno domande.

Se a parlare fossero solo cuori innamorati non avremmo piĂą bisogno nemmeno delle leggi.


AUTORE: don Alessandro Dehò
FONTE: Sito personale
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