don Alessandro Dehò – Commento al Vangelo del 15 Agosto 2025

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Sembrò l’illuminarsi di una nuova Genesi,
inevitabile la scelta di un nuovo definitivo inizio dopo che gli angeli
lasciando la casa
imposero al tempo degli umani di decifrare il mistero di un’Annunciazione.

La luce esplose con inusitata incontenibile delicatezza
ad incartare la resistenza del buio,
avrebbe poi continuato il Frutto del grembo,
a spandere polline luminoso,
avrebbe continuato fino alla fine
fino al Calvario, fin dentro il sepolcro,
fin oltre la fine
a giurare che perfino le tenebre fossero scrigno
di possibili aurore.

All’annunciazione seguì la nuova creazione
la nuova Eva stava,
splendida e trasparente, pronta a camminare all’ombra
dei rami di un rinnovato Eden.

Ora era Dio il nascosto
non per paura,
per prova d’estremo definitivo coraggio:
incarnarsi nella creatura
tra le pieghe di un ventre
calda fornace in grado di dorare
la carne del pane degli angeli.

Amata d’urgenza divina Maria
vide sfilarsi le radici dei piedi
iniziò così a imbastire rotte celesti
come attraverso una regione montuosa
iniziò a seminare luminosi sentieri
inediti ed eterni,
inaugurando rotte d’assunzione.

Il frutto che premeva dal grembo
la rendeva una gemma fecondata d’Altrove,
parlava con le piante
il suo cuore batteva al ritmo del mondo
cantava la vita che si declina in futuro,
stupivano in lei i desideri divini
incarnati in fame d’umanità.
Essere scelti è l’alba della più pura libertà.

Sembrò succedere in fretta
ma forse fu solo l’inchino del tempo
che s’arrestò stupito,
tutto sembrò implodere nell’unico istante,
perfino lo spazio, contratto,
accadde al suo destino d’Universo,
una donna anticipava la pienezza.

Tutto in un punto
Tutto Assunto alla radice della propria verità,
il creato è la pupilla di Dio.

Sciolse la soglia della casa
alla pura presenza d’una donna trasfigurata in angelo,
un semplice saluto fu svelamento della divina pace
baciata su ogni uomo,
questo era l’intento originario di un Dio creativo per eccesso d’amore.

Svelato il profondo segreto del mondo
al bambino non restava che danzare.
E non importa, non importa se Giovanni morirà
sulle note d’una tetra danza
decapitato per quel diabolico gioco che ha nome seduzione.
non importa,
nell’oggi che si compie, nella divina pupilla,
perfino il sangue è trasfigurato in vino.
E tutto finalmente danza.

In quel giorno,
assunta ogni cosa al cuore dell’Eterno,
ci scopriremo colmi di Spirito
Santo eccedente
quel che chiamavamo Dio
ed è sempre stato Tutto

Per Cristo con Cristo in Cristo
le voci intrecciate
nell’unico canto possibile.

Benedetto il tempo in cui abbiamo
creduto d’essere creduti.
In cui il frammento
conteneva promessa d’adempimenti.

E danzavano come fiori
perfino i sassi
obbedienti alla vocazione
profonda d’essere in cammino
luminoso d’assunzione.

Per gentile concessione dell’autore don Alessandro Dehòpagina Facebook

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