Il commento alle letture del 29 Novembre 2018 a cura del sito Dehoniane.
ย XXXIV settimana del tempo ordinario II settimana del salterio
Nello scenario simbolico dellโApocalisse siamo chiamati a misurarci con unโimmagine piuttosto violenta, a cui la liturgia affida perรฒ il compito di infondere quasi una speranza per il camminoย ย ย di conversione a cui siamo chiamati a causa del vangelo: ยซUn angelo possente prese allora una pietra, grande come una mร cina,ย e la gettรฒ nel mare esclamando: โCon questa violenza sarร distrutta Babilonia, la grande cittร , e nessuno piรน la troverร โยป (Ap 18,21). Se talvolta i piรน acerrimi nemici della nostra vita interioreย ci appaiono proprio come una cittร dove siamo invincibilmente segregati e da cui facciamo fatica a uscire, la profezia dellโApocalisse su Babilonia annuncia che non esiste alcun Egitto da cui Dio non sia in grado di liberarci con la sua potenza dโamore. Nel descrivere questa scena di violenza, il libro sacro non vuole incoraggiare lโodio nei confronti di niente e nessuno, ma solo rivelare che le strutture culturali, economiche, sociali โ persino quelle religiose โ non possono essere mai considerate un condizionamento ultimo e definitivo per quanti sono ยซinvitati al banchetto di nozze dellโAgnelloยป (19,9).
Lโesultanza che lโangelo esprime per la fine della cittร di Babilonia deve essere colta come espressione di quel desiderio che ogni cosa estranea alla logica del vangelo manifesti la sua complicitร con le tenebre, al di lร delle apparenze seducenti con cui puรฒ mostrarsi ai nostri occhi e, persino, prosperare dentro la storia: ยซLa luce della lampada non brillerร piรน in te; la voce dello sposo e della sposa non si udrร piรน in te. Perchรฉ i tuoi mercanti erano i grandi della terra e tutte le nazioni dalle tue droghe furono sedotteยป (18,23). Solo a partire da questa prospettiva, dove nulla e nessuno รจ giudicato negativamente per se stesso ma solo in relazione alla possibilitร di assumere la pericolositร dellโidolo, si puรฒ intendere senza alcun fraintendimento la grande esclamazione di gioia che รจ lecito esternare di fronte al giudizio di Dio sul male e sul peccato: ยซEgli ha condannato la grande prostituta che corrompeva la terra con la sua prostituzione, vendicando su di lei il sangue dei suoi servi!ยป (19,2).
Anche il vangelo di oggi fa riferimento a un linguaggio di tipo militaresco, per descrivere la drammaticitร del percorso di liberazione a cui i figli di Dio sono avviati attraverso la partecipazione alla vita nuova in Cristo. Tuttavia, il riferimento a ยซesercitiยป (Lc 21,20),ย ยซgiorniย diย vendettaยปย (21,22),ย diย grandiย ยซcalamitร ยปย e di
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ยซiraยป (21,23) รจ il preludio a una sconcertante rivelazione: ยซQuando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzateย il capo, perchรฉ la vostra liberazione รจ vicinaยป (21,28). Lโincarnazione di Dio non ha rimosso dalla storia umana i limiti, le imperfezioni, la presenza del caos e del male. Per questo i limiti della storia, e di ogni storia umana, devono manifestarsi, crean do persino lโimpressione che la fine possa essere molto ยซvicinaยป (21,20). Tuttavia, gli sconvolgimenti della creazione non devonoย ย in alcun modo diventare lโautorizzazione a cedere alla paura:
ยซVi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per lโattesa di ciรฒ che dovrร accadere sulla terraยป (21,25-26).
Con grande finezza psicologica, il testo afferma che gli uomini potranno ยซsepararsi dalla (loro) anima, per la paura di attendereยป (21,26). La grande Babilonia da cui dobbiamo continuamente uscire รจ questo istinto di separazione da noi stessi, a cui facilmente acconsentiamo ogni volta che siamo raggiunti dallโansiaย per una vita che resta fuori da ogni nostro tentativo di controllo. Lโantidoto contro questa forma ordinaria di ripiegamento su noi stessi non puรฒ essere altro che unโabitudine a sollevare il capo per riprendere, giorno per giorno, il nostro cammino di liberazione, ยซperchรฉ buono รจ il Signore, il suo amore รจ per sempreยป (Sal 99[100],5).
Signore Gesรน, tu ci insegni a odiare il male e per combatterlo eserciti una necessaria violenza sui nostri nemici interiori. Tu ci inviti a lasciarci ferire dai limiti e dai drammi che sperimentiamo. Donaci perรฒ di non soccombere alla paura, di non lasciarci separare da noi stessi e da te, di ricominciare a camminare a testa alta verso la liberazione che ci attende.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 21, 20-28
Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซQuando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione รจ vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la cittร se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in cittร ; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinchรฉ tutto ciรฒ che รจ stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perchรฉ vi sarร grande calamitร nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarร calpestata dai pagani finchรฉ i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciรฒ che dovrร accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perchรฉ la vostra liberazione รจ vicinaยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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