Dario Reda – Commento al Vangelo di domenica 18 Maggio 2025 per ragazzi

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Dario Reda, propone il commento del brano del Vangelo di domenica 18 maggio 2025, per ragazzi delle scuole superiori.

Per questa domenica, Dario riflette sul significato del brano evangelico in cui Gesù parla della sua “glorificazione” nel momento del tradimento di Giuda, considerandolo un atto d’amore incomprensibile secondo la logica umana. Sottolinea come Gesù indichi un nuovo comandamento, amare gli altri come Egli ha amato loro, suggerendo che questo amore non proviene dalle proprie forze ma dall’essere colmati dall’amore di Cristo e dal diventare strumenti per trasmetterlo. La riflessione porta alla conclusione che l’essere riconosciuti come discepoli di Gesù dipende dalla qualità dell’amore offerto agli altri, un amore gratuito che deriva dal farsi attraversare dall’amore divino.

Punti salienti

• Il video si concentra su un brano biblico della quinta domenica di Pasqua, che conduce verso la Pentecoste, riflettendo sul tema del “vivere da vivi” e “da risorti col risorto”.
• Il brano evangelico di oggi è definito “faticoso” e difficile da comprendere con la sola logica umana; forse non va compreso ma “colto” e “accolto”.
• Il contesto del brano è l’ultima cena, in particolare dopo che Giuda esce dal cenacolo. La sintesi del brano è espressa dalla frase “ti amo da morire“, che significa essere disposti a morire per amore.
• Gesù parla molto di “gloria“. Nel contesto del brano, “gloria” viene interpretata come “senso“. Sorprendentemente, Gesù dice che il “senso” o il “momento più alto per cui sono qui” è arrivato proprio quando Giuda esce per tradirlo, un momento apparentemente “basso”.
• Dalla prospettiva di Gesù, il tradimento di Giuda è il momento in cui può mostrare quanto ama. I momenti di crisi e le difficoltà possono servire a testare e comprendere la profondità delle relazioni.
• Gesù dà un “comandamento nuovo“: “vi emiate gli uni gli altri come io ho amato voi così amatevi anche voi gli uni gli altri”.
• Lo speaker avverte la difficoltà umana nell’adempiere a questo comandamento, sentendo di “non farcela” ad amare come Gesù (es. lavare i piedi, dare il pane anche a Giuda).
• Il punto cruciale è che non dobbiamo “farcela” con le nostre forze (“non devo farcela“). L’amore richiesto non è un amore prodotto da noi stessi, ma un amore che scaturisce dall’essere stati amati da Gesù.
• Il principio è: “poiché sei stato amato da me ama gli altri con lo stesso amore di cui sei amato“. Non è un impegno a “creare” amore, altrimenti diventerebbe un amore “finito”, contaminato da possesso o egoismo.
• Siamo chiamati a farci “tubo vuoto libero“, “tramite“, “mezzo“, “strumento” attraverso il quale l’amore ricevuto da Gesù arriva agli altri. È come una tazza piena d’acqua che tracima, l’amore ricevuto “trabocca” verso gli altri senza sforzo.
• Non si può donare ciò che non si possiede: per dare amore, bisogna prima riceverlo. Non lo produciamo noi.
• Da cosa saremo riconosciuti come discepoli di Gesù? Non da segni esteriori come la croce al collo, le preghiere, le frequenze alla messa o le dichiarazioni di fede sui social media.
• Saremo riconosciuti dagli altri per l’amore che abbiamo gli uni per gli altri. È la qualità dell’amore, quello gratuito che arriva direttamente da Gesù e attraverso noi raggiunge gli altri, a fare la differenza, non la quantità.
• L’obiettivo è essere un mezzo “fecondo” ed “efficace”, svuotato della propria personalità, affinché l’amore di Gesù per gli altri possa passare attraverso di noi.
• Vivere la resurrezione significa farsi attraversare dal Risorto per portare “parole di risurrezione” a coloro che vivono le proprie “morti”.

Dario Reda è un ragazzo di Padova che a 21 anni ha scoperto la fede cristiana e da quel momento la sua vita è cambiata.
Insegnante, impegnato in parrocchia nella preparazione di adulti al battesimo, sul suo canale Youtube commenta con entusiasmo il Vangelo domenicale.

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