Dal Sussidio per l’Avvento/Natale CEI – Commento alle Letture di domenica 17 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: โœ Gv 1,6-8.19-28

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La III domenica di Avvento celebra la gioia della fedeltร  nuziale del Signore che viene e indica alla Chiesa la testimonianza del Precursore Giovanni: con la sua vita e il suo ministero anticipa il riscatto della gioia messianica ed escatologica, come cantato, per antichissima tradizione romana, nellโ€™antifona dโ€™ingresso che ha dato la denominazione di Gaudete a questa domenica: ยซRallegratevi sempre nel Signoreยป (Fil 4,4-5; cf. Antifona dโ€™ingresso).

La dimensione della gioia cristiana puรฒ essere recuperata anzitutto valorizzando lโ€™accoglienza dei fedeli nellโ€™aula liturgica prima della celebrazione, da parte dei presbiteri e di altri operatori pastorali. Durante la celebrazione il coinvolgimento di tutta lโ€™assemblea nel canto esprimerร  la partecipazione alla gioia condivisa.

Anche la Novena di Natale in famiglia (Cf. Direttorio su Pietร  popolare e liturgia, n. 103) con proposte semplici potrebbe favorire pastoralmente la riscoperta della gioia per la presenza del Signore e delle persone amate.

Indicazioni liturgiche

  • Per il saluto liturgico si propone di utilizzare Rm 15,13 (MR p. 310) che introduce cosรฌ nel clima gioioso della celebrazione.
  • Per lโ€™Atto penitenziale si puรฒ scegliere il II formulario introdotto dalla monizione โ€œFratelli e sorelle, allโ€™inizio di questa celebrazione eucaristicaโ€ (MR p. 312).
  • Qualora non si fosse usata come orazione colletta, al termine della preghiera dei fedeli si potrร  pregare la colletta alternativa Per il tempo di Avvento. III domenica B (MR p. 1005), chiaramente con la conclusione breve: โ€œPer Cristo nostro Signoreโ€.
  • I temi biblici dellโ€™attesa del Signore e della gioia che essa provoca suggeriscono la scelta del Prefazio dellโ€™Avvento II: Le due attese di Cristo (MR p. 331).
  • Per la benedizione finale si suggerisce la Preghiera di benedizione sul popolo n. 26 (MR p. 476).

Monizione introduttiva

Oggi, la Chiesa Sposa gioisce per lโ€™approssimarsi della venuta del suo Signore e Sposo, Gesรน Cristo. Questa gioia โ€“ che dร  il nome alla domenica odierna chiamandola โ€œdomenica Gaudeteโ€ โ€“ รจ la gioia del profeta e del popolo; รจ la gioia di Giovanni il precursore e di ciascuno di noi.

[Se i paramenti liturgici usati sono di colore rosaceo si aggiunge: Anche il colore rosaceo dei paramenti liturgici esprime la gioia dellโ€™imminente venuta del Signore, che illumina ogni notte e risplende di ilare luce].

Insieme a Giovanni il precursore invochiamo lo Spirito Santo su di noi perchรฉ ci prepari a celebrare il mistero della gioia e ci renda esultanti nel percorrere la via al Signore e nel testimoniare la sua presenza nel mondo.

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Avvento 2023 – Commento alle Letture di domenica 17 Dicembre 2023 1,36 Mb 14 downloads

In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete: a lui non sono degno di slegare il…

ยซSiate sempre lieti!ยป (1Ts 5,16). La liturgia di oggi ci parla in molti modi di gioia. รˆ questo il terzo atteggiamento, dopo quello della attenzione/ vigilanza e quello della disponibilitร /preparazione, che il tempo di Avvento propone come indispensabile per accogliere il Signore che viene.

Ma la gioia non รจ granchรฉ diffusa tra i cristiani. Eppure il Vangelo e tutta la Bibbia ne sono impregnati. Come รจ possibile aver conosciuto il Dio della tenerezza e della fedeltร , aver incontrato in Cristo il suo volto, aver capito che la sua grandezza e bontร  superano ogni nostra aspettativa e proiezione su di lui e non esplodere di gioia? Paolo arricchisce lโ€™invito allo stare sempre lieti con le parole: ยซpregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazieยป (1Ts 5,17-18) ribadendo cosรฌ che ciรฒ che apre le porte alla gioia รจ la fede, intesa come ricerca continua di comunione con Dio e disponibilitร  ad accogliere con gratitudine ogni suo dono e la sua volontร .

Tante volte la mancata gioia cristiana รจ dovuta al fatto che dalla sequela di Cristo ci si aspetta contentezza, benessere, fortuna e invece poi si fanno i conti con il dolore, la solitudine, la noia. Se ci aspettavamo che la fede ci desse gioia nel senso che non avremmo piรน sofferto, che ogni nostro desiderio sarebbe stato realizzato subito, che sarebbe scomparso ogni problema dalla vita, abbiamo mancato lโ€™obiettivo. รˆ unโ€™esperienza di disillusione che tutti i credenti hanno fatto presto o tardi nello scoprire che la gioia cristiana, e questo deve continuamente essere ricordato, รจ qualcosa di diverso dallโ€™assenza di sofferenza. La liturgia della parola ci aiuta nel comprendere quali siano i tratti specifici della gioia cristiana e quali siano le strade da percorrere per trovarla.

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Non era lui la luce

Anche in questa domenica siamo accompagnati dal personaggio di Giovanni Battista, nella peculiare presentazione che ne dร  il quarto vangelo (Gv 1,6-8.19-28): ยซNon era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luceยป (1,8). Ciรฒ che รจ evidente per tutti non necessita di testimoni; ma esistono dati circoscritti a un determinato luogo e tempo, o che sono segreti e difficili da determinare, o accessibili a pochi, per avere notizia dei quali ci si puรฒ solo affidare a testimoni degni di fede, a persone che hanno partecipato a quellโ€™avvenimento o che ne sono venuti a contatto (come il testimone in un processo). Molte cose, spesso anche molto importanti, sono accessibili solo per mezzo di testimoni.

Giovanni รจ testimone della luce. Non cโ€™รจ nulla di piรน evidente della luce, ed รจ paradossale che proprio la luce abbia bisogno di un testimone. La luce vera risplende per ogni uomo, eppure gli uomini non vengono a trovarsi naturalmente nel suo splendore. Come un tesoro nascosto, essa deve essere prima scoperta; soltanto dopo risplende e rende visibile tutto nella sua vera realtร . รˆ caratteristico di Cristo che la sua vera realtร  non sia accessibile con qualsiasi tipo di approccio: egli non si impone, non fa violenza e non costringe nessuno; รจ sempre possibile evitarlo e prescindere da lui. Cristo รจ la luce che esige la libera decisione dellโ€™uomo. A causa di questo suo essere nascosto, egli ha bisogno di testimoni.

Giovanni quando viene interrogato insiste con solennitร  (ยซconfessรฒ e non negรฒยป: 1,20) su chi non รจ (non รจ il Cristo, non รจ Elia, non รจ il profeta); la sua identitร  trova un senso pieno solo nel riferimento a un altro da sรฉ: egli รจ solo testimone, rimando, โ€œvoceโ€. Egli definisce se stesso solo in relazione allโ€™evento Cristo. Cristo รจ la Parola, Giovanni รจ soltanto voce.

Questa domenica Gaudete ci suggerisce che la gioia cristiana รจ legata allโ€™atteggiamento di Giovanni, il quale prepara la strada ma tende a scomparire per dare rilievo a Cristo. Spesso infatti la tristezza รจ proprio causata dalla smania e dalla pretesa di essere al centro dellโ€™universo, riferimento ultimo di sรฉ e degli altri; su questa strada, assoldando ogni sforzo e ogni mezzo alla realizzazione del proprio egocentrismo, si potrร  godere o vivere allโ€™eccesso, ma difficilmente si gusterร  la gioia interiore e profonda.

Essa la troviamo solo nel momento in cui riconosciamo ciรฒ che siamo: creature limitate e fragili di un Dio che ci ama. ยซLui deve crescere; io, invece, diminuireยป (Gv 3,30): la saggezza del Battista ci insegna che la gioia la troviamo veramente quando nel deserto (quando cioรจ รจ tolto ogni possibile appiglio: la gioia in ciรฒ che ho, in ciรฒ che so fare, nelle relazioni che so intrattenere…) riconosciamo profondamente e con tutto noi stessi che solo alla bontร  di Dio ci si puรฒ appigliare, e quello รจ un appiglio sicuro, certo.

Cristo, colui che รจ venuto per rivelarci questo volto amante di Dio, รจ una luce nascosta (ยซin mezzo a voi sta uno che voi non conosceteยป: 1,26) e tante volte ci riduciamo a ricorrere ad essa solo quando si sono spente per noi tutte le altre luci apparenti (la fama, il potere, la realizzazione dei progetti), ma รจ la luce vera.

รˆ venuto a portare il lieto annuncio ai miseri

Giovanni dice di non essere degno neppure di prestare al Cristo il servizio piรน umile, quello che lo schiavo presta al suo padrone: sciogliergli i legacci dei sandali. Tale affermazione ci rimanda alla dignitร  suprema del Messia, il consacrato con lโ€™unzione dello Spirito.

I versetti del profeta Isaia (Is 61,1-2.10-11) che risuonano in questa domenica della gioia parlano della missione di un inviato/unto di Dio. La rilettura cristiana di questo testo, fin dallโ€™epoca della tradizione evangelica (cf. Lc 4,18-19), ha ritenuto senza dubbi che lโ€™opera di Gesรน si pose in continuitร  e in piena corrispondenza rispetto alle azioni qui elencate: nel suo annuncio e nei suoi gesti si rese presente lโ€™intervento di Dio. Nelle parole del libro di Isaia, rilette a partire dalla loro comprensione cristiana, รจ stato cosรฌ sovente riconosciuto uno spessore messianico.

Tutte le azioni elencate sono funzionali a riabilitare la situazione di alcune categorie di persone tra le piรน derelitte: i poveri, gli afflitti, gli schiavi e i prigionieri; in questo modo il verbo ebraico bsr (โ€œportare un messaggioโ€) che apre la serie acquista un carattere di soliditร  e concretezza: non si tratta di portare lโ€™annuncio di un messaggio teorico e astratto, ma una notizia che รจ lieta e buona perchรฉ produce effetti di bene e di salvezza.

Ai vv. 10-11, ascoltando le parole ยซIo gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dioยป, siamo colpiti nel percepire lโ€™ambiguitร  su chi sia il soggetto parlante. La tradizione giudaica ha spesso affermato che qui possiamo riconoscere la voce di Gerusalemme, nel giubilo di riconoscersi visitata, redenta, rivestita di giustizia. Lโ€™immagine degli ornamenti preziosi di due sposi parla di una relazione intima tra la cittร  santa e Dio, alleanza che si attualizza ancora una volta nel dono della salvezza e della giustizia portate dallโ€™inviato di Dio. In questo canto ogni particolare trasuda di gioia, situazione interiore che deriva dalla comunione ritrovata con Dio.

L’Arte del Predicare

Ma che sia Gerusalemme redenta a parlare qui non รจ cosรฌ scontato e lโ€™ambiguitร  che avevamo riscontrato puรฒ essere colmata anche da un ulteriore punto di vista; i commentatori moderni di questo testo, infatti, tendono a riconoscere qui la voce dello stesso profeta/unto del v. 1 che รจ stato da Dio inviato per portare la notizia gioiosa della salvezza. Gioisce non solo chi riceve da Dio la sua visita, ma anche chi si fa portatore di essa, chi fa da tramite e mediatore, chi crede nella promessa di Dio a tal punto da avere il coraggio di diffonderla senza bloccarsi di fronte alle possibili situazioni di limite e di indigenza. Per noi, assemblea cristiana, non sarร  difficile vedere in Gesรน di Nazaret che trova la sua gioia nel compiere fino in fondo la missione affidatagli dal Padre, una meravigliosa attualizzazione di questo poema; e possiamo anche cogliere noi stessi in qualche modo investiti di questo incarico profetico.

Vi santifichi interamente

In conclusione, la gioia cristiana รจ qualcosa di tuttโ€™altro che superficiale e dunque non si esaurisce semplicemente nella contentezza o nellโ€™allegria. Riguarda invece la pace profonda di chi sa di essere nel bene.

Lโ€™augurio che Paolo offre nella seconda lettura (1Ts 5,16-24) va proprio in questa direzione: ยซil Dio della pace vi santifichi interamenteยป; la benedizione ha a che fare con una vita santificata (che cioรจ porta lโ€™impronta di Dio) nella sua interezza. Ogni dimensione della persona entra in questo dinamismo: lo spirito (lโ€™apertura al trascendente), lโ€™anima (il mondo interiore e le dinamiche intrapsichiche con i pensieri e i sentimenti) e anche il corpo (la vita pratica e la nostra attitudine relazionale). รˆ felice chi vive integrato in queste dimensioni e non diviso tra ciรฒ che brama, ciรฒ che professa, ciรฒ che vuole mostrare e ciรฒ che compie. Questa รจ pace!

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