d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 28 Agosto 2023

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La falsa austerità

Anche San Paolo parla di una falsa austerità religiosa che serve solo a soddisfare la carne, cioè interessi terreni. Strade che sembrano tanto serie ma in realtà non aiutano a trovare la via semplice e serena della vita nella grazia. Qui Gesù sottolinea anche che una delle conseguenze di tale falsa religiosità è il proselitismo, ossia il cercare adepti pensando di aumentare il proprio potere.

Inganni colossali perché dove non chiama Dio le persone non trovano sé stesse e non aiutano in ciò nemmeno gli altri. Sono situazioni che non si vivono bene e sono molto precarie. Su queste scie la parola data rischia di essere essa stessa formale e ispirata da miopi vedute, dunque soggetta a volatilità. In altri brani Gesù aggiunge che in tanti casi è meglio non giurare, non fare voti. Poi Dio comprende un voto fatto per esempio nel momento della prova senza tante consapevolezze.

Dunque Dio comprende e scioglie da quell’impegno ma anche insegna a dare un peso alla propria parola data. Dunque una prossima volta talora è meglio casomai dire a Dio col tuo aiuto ci proverò, insomma fare casomai promesse mantenibili. Ma in realtà per fare una promessa necessita un cammino spirituale nel quale il discernimento, confermato da guide affidabili, orienti a fare ritenere che Dio stesso stia suggerendo quell’impegno o almeno lo accetti, perché senza di lui non possiamo fare nulla.

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Gesù conclude insegnando un linguaggio semplice e sereno, pieno di buonsenso nella fede, che impara a non lasciarsi confondere da agitazioni, timori, schemi, andando all’essenziale: sì sì, no no, il di più viene dal maligno. Troppi arzigogoli sono un segnale a noi stessi di complicazioni inutili.

Gli altri non possiamo facilmente incasellarli.

Per gentile concessione di don Giampaolo Centofanti, dal suo blog.