d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 12 Aprile 2020 – Veglia

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รˆ lo Spirito che gradualmente, anche cominciando da piccole cose, ci conduce verso il costante vegliare sulla sempre nuova venuta di Gesรน. Come quelle donne fin dalle prime luci dellโ€™alba. Lโ€™umiltร  da sola puรฒ divenire falsa modestia. Su questa scia sono centrato su me stesso, su come devo, in realtร , fare lโ€™umile, apparire umile.

Lo Spirito aprendomi con delicatezza il cuore mi rende naturalmente umile, fiducioso nel suo amore capace di darmi vita sempre nuova, di rinnovare il mio cuore nel profondo. Le virtรน senza la grazia, lโ€™amore, possono diventare vuote apparenze. Lo Spirito mi conduce fuori del vecchio me stesso rivelandomi un Dio sempre nuovo e orirntandomi a pensare al vero bene degli altri. Gesรน pur essendo Dio ha vissuto nascostamente per trenta anni e nella vita pubblica non ha imposto la sua realtร  con la potenza. E quando si รจ in parte piรน visibilmente manifestato, come nella Trasfigurazione, non si รจ concesso un attimo di esaltazione.

Era sempre lโ€™amore alla persona concreta a guidarlo. Nรฉ falsa modestia, nรฉ superomismo. Non apparenze esteriori di virtรน ma fede, amore. Il terremoto indica tutto ciรฒ. Pensiamo a queste donne formate da una mentalitร  millenaria, con le sue possibili strutturazioni. Eppure lo Spirito le ha portate oltre. Lo Spirito dona gradualmente un cuore sincero, sempre piรน disponibile a lasciarsi rinnovare nel profondo, lรฌ dove agiscono le vere motivazioni.

Il cuore tenero, lo chiamerei. Che ha bisogno di sentirsi amato, compreso e gradualmente, con delicatezza, portato oltre strutturazioni, ferite, difese, in un nuovo, libero, respiro. Questo significa tornare in Galilea. Sempre tornare vissutamente, per grazia, alla vita di Gesรน nei vangeli, fin dai suoi esordi. Perchรฉ la Parola di Cristo non รจ un concetto ma il mistero senza fine del suo amore meraviglioso, che fra tremila anni ancora gli uomini riscopriranno in modo piรน bello, con stupore.

Via lucis

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Nella cineteca della memoria
prendo il film della tua storia
con sorpresa sempre nuova
di mille sfumature inavvertite.
E cercandoti mi scopro,
lรฌ, sullโ€™argine nebbioso,
a metร  del primo tempo,
nellโ€™ultima parola, non colta,
di quel canto, ai titoli di coda.

Poesiola tratta da Piccolo magnificat, un canto di tanti canti (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente).

A cura di don Giampaolo Centofanti su il suo blog


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