Domenica scorsa Gesรน ha diagnosticato un problema profondo nellโuomo, presente nel religioso come nellโateo: lโipocrisia. Con questa, la fede e la stessa vita, invece che essere spazio per la conoscenza di Dio e di sรฉ stessi, diventano maschera dietro cui ci si nasconde a Dio e a sรฉ stessi. I motivi sono tanti: vanitร , paura, vantaggi, bisogno di controllare gli altri ecc. Un culto costruito sullโosservanza delle regole e della cura meticolosa dei riti esterni, ma non sulla โregolaโ dellโamore e della cura della propria interioritร .
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Un culto che allontana da Dio. Si vive โreligiosamenteโ trascurando quel che Lui vuole per il piacere di osservare solo umane tradizioni, illudendosi di onorare in questo modo Dio. Apparire cristiani senza esserlo, รจ un rischio che corriamo tutti. Come superarlo? Lo stesso vangelo, ancora una volta, con la diagnosi offre anche la terapia.
Il cuore ipocrita รจ sostanzialmente un cuore duro, ottuso. ร il cuore di una persona molto rigida nelle cose della fede come in tante altre. Generalmente si occupa di scovare ed evidenziare il male negli altri, riducendo la fede a un discorso morale. Come non riconoscere tutti, chi piรน chi meno, questa durezza in noi? Il percorso di guarigione del sordomuto ci fa capire come Dio lavori per guarirci in profonditร dallโipocrisia. Infatti, come per ogni miracolo, quello che vediamo fare a questo sordomuto รจ quello che il Signore vuole compiere in noi. I miracoli sono sempre segni di realtร piรน grandi, non lo dimentichiamo. Di cosa รจ segno la sorditร e lโesser muti? E cosa significa guarire da essi? Una persona sordomuta รจ per definizione uno che non comunica correttamente in entrata e in uscita, uno che non puรฒ esprimersi bene, uno che fatica ad ascoltare/capire gli altri, รจ insomma qualcuno a cui non riesce spontaneo stabilire relazioni distese e belle. In senso spirituale, questo รจ precisamente ciรฒ che genera lโipocrisia.
Infatti, dire che siamo tutti duri di cuore, equivale a dire che siamo tutti, un poโ o tanto, sordomuti. Siamo sordi (oltre che ciechi) quando non sappiamo udire il grido โsordoโ dei migranti che sโaffacciano al nostro mondo in cerca di dignitร e futuro. Siamo sordi quando continuiamo a rimandare lโimpegno urgente di curare una natura che urla per gli abusi che stiamo perpetrando su di lei. Un padre o una madre possono essere sordi davanti ai molteplici segnali di un figlio che sta attraversando qualche problema. Anche un prete puรฒ essere sordo davanti a unโanima che, dietro certe parole o silenzi, cela la paura di parlare di sรฉ su certi argomenti. Ma siamo anche muti quando per paura, convenienza o altro interesse, tacciamo invece che denunciare qualcosa che fa male. Siamo muti quando, invece che aprirci a glorificare Dio per il bene che qualcuno compie, rimaniamo in silenzio per non ammettere lโinvidia che ci abita (cfr. Mc 3,5). Siamo muti quando ci chiudiamo in un orgoglioso sdegno davanti a qualcuno che ci chiede perdono per il male fatto. Potremmo continuare con altri numerosi esempi.
Nellโera imperante dei grandi mezzi di comunicazione dobbiamo ammettere che allโumana comunicazione spesso non giova la sua potenza. Perchรฉ per la Bibbia la comunicazione non รจ corretta nella misura in cui la scienza ne aumenti le sue possibilitร , ma nella misura in cui si stabilisce una corretta relazione con Dio. Quando Adamo ed Eva avevano una buona relazione con il Signore, tra loro cโera armonia comunicativa. Quando infransero quella relazione, subito le cose tra loro si rovinarono in unโipocrita accusa reciproca (cfr. Gen 3). Quando gli uomini progettarono di farsi una torre (la famosa Babele, cfr. Gen 11) per arrivare al Cielo senza consultare Colui che vi abita, la Bibbia racconta che, come prima conseguenza di un tale progetto, gli uomini non si capivano piรน gli uni gli altri. Basta dare uno sguardo a certi dibattiti televisivi per riconoscere lo stato di ipocrisia in cui vivono moltissime relazioni.

AUTORE: d. Giacomo Falco Brini
FONTE: PREDICATELO SUI TETTI



