d. Giacomo Falco Brini – Commento al Vangelo di domenica 30 Gennaio 2022

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LA TUA PAROLA SVELA I PENSIERI DEL CUORE

Oggi si รจ compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato (Lc 4,21). Questo versetto รจ una cerniera che unisce il vangelo di domenica scorsa a quello di oggi. Quanto abbiamo meditato nella 1a parte deve essere integrato da quanto diremo oggi a commento dei versetti che chiudono il racconto della rivelazione pubblica a Nazareth. Il solenne e stringato commento del Signore alla lettura del rotolo di Isaia รจ la chiave decisiva di comprensione dellโ€™episodio. Infatti, lโ€™oggi proclamato da Gesรน si estende per tutta la storia fino ai nostri giorni. In Lui si sono compiute tutte le promesse di Dio. Tutto quanto era stato scritto prima e dopo la sua venuta, trova il suo compimento nella persona di Gesรน. รˆ Lui la chiave di lettura della sacra scrittura e della storia umana. Se non si crede a questo annuncio, il prosieguo del vangelo rimarrร  solo qualcosa di oscuro, come ogni altra scrittura.

Il commento continua dopo il video.

Del resto, ce lo chiedevamo anche alla fine del commento scorso. Se la parola di Dio comunica gioia, dovremmo rinvenire nel vangelo di oggi una reazione dellโ€™assemblea credente che lo confermi. Gesรน รจ un compaesano che miete fama fuori dai confini di Nazareth, la cosa dovrebbe diventare motivo di orgoglio per il villaggio. Invece assistiamo ad un inspiegabile e repentino mutamento dello stato dโ€™animo dei nazareni. Inizialmente la meraviglia avvolge i presenti che sembrano essere aperti alle parole di grazia di Gesรน.

Ma il sussurro che comincia a scorrere tra essi lascia prevedere che quella meraviglia non sia sintomo di unโ€™apertura di fede: non รจ il figlio di Giuseppe? (Lc 4,22) Cioรจ: โ€œcome รจ possibile che queste cose escano dalla bocca del figlio di Giuseppe? Qualcosa non ci torna. Certo, sono cose belle quelle che ci dice, ma che ce le dica il figlio di Giuseppe non si incastra con la nostra fede. Noi sappiamo chi รจ: come fa a proferire quelle cose? Dovrebbe essere piรน attento a quel che dice, lui non รจ uno scribaโ€ฆโ€

La lettera agli Ebrei afferma che nessun essere umano puรฒ nascondersi davanti alla parola di Dio (Eb 4,12-14). Infatti, davanti al Signore e alle sue parole successive, lโ€™assemblea riunita si rivela sconcertando noi lettori. In che modo la parola ha fatto venire a galla il rifiuto indignato di una intera sinagoga, che si spinge fino a volerlo far sparire? (Lc 4,28-29) Gesรน manifesta la consapevolezza di essere davanti a una popolazione che attende di vedere segni taumaturgici da qualcuno che fra loro รจ stato inaspettatamente portato agli onori della cronaca di Galilea (Lc 4,22).

Ma Egli non รจ addomesticabile da queste false attese religiose. Gesรน รจ la parola definitiva di Dio che viene a spiegare il suo amore fedele per ogni uomo. Egli รจ la parola libera di Dio che non puรฒ essere nรฉ incatenata, nรฉ condizionata da privilegi di patria. Per questo cita due precisi episodi biblici, preceduti dalla celebre sentenza (Lc 4,24) che ricorda la normalitร  del destino di ogni vero profeta.

Gli episodi riferentesi al ciclo di Elia ed Eliseo hanno un minimo comun denominatore. I due antichi profeti sono inviati a personaggi che non fanno parte del popolo di Dio. La citazione dei 2 episodi ha poi una triplice valenza.
1) Conferma manifestamente lโ€™amore di Dio che si posa su una povera vedova e un lebbroso sofferente: รจ lโ€™amore per gli ultimi, per quei poveri e derelitti di cui parlava il testo messianico di Isaia.
2) Lโ€™amore di predilezione di Dio per i poveri e gli ultimi non ha confini, รจ universale, non รจ parziale, non fa differenze per lโ€™appartenenza a questo o quel popolo. Vi รจ qui un anticipo profetico di quel che dirร  S.Paolo ai Galati circa il disegno dโ€™amore di Dio: non cโ€™รจ piรน giudeo nรฉ greco; non cโ€™รจ piรน schiavo nรฉ libero; non cโ€™รจ piรน uomo nรฉ donna (Gal 3,28)
3) Lโ€™appello ad Elia ed Eliseo fatto da Gesรน, conferma un tema caro a Luca evangelista: cioรจ che il Signore trova la fede laddove non dovrebbe esserci, e non la trova nel popolo eletto, dove invece dovrebbe esserci.

A questo punto il messaggio per noi cristiani รจ abbastanza chiaro. Nessuno cerchi di โ€œinquadrareโ€ la parola e lโ€™amore di Dio nei propri schemi di pensiero. Nessuno cerchi di mettere avanti al Signore prima di tutto interessi di parte, campanilismi o prerogative di natura religiosa. Nessuno accorci il suo braccio misericordioso, nessuno metta confini o restringa alla propria misura la sua volontร  dโ€™amore salvifico. Nessuno pensi di conoscere presuntuosamente il Signore Gesรน solo perchรฉ si appartiene alla sua chiesa.

Diversamente, come รจ successo quel giorno a Nazareth al popolo eletto, si incappa nella spiacevole sorpresa di scoprire che nel proprio cuore non si cerca, non si crede e non si ama veramente il Signore. Svelati nei propri pensieri, la sua parola diventa pietra di scandalo che invita a convertirci, a meno che non lo si voglia, e allora si rischia di ritrovarsi dalla parte del nemico (Lc 4,29).


AUTORE: d. Giacomo Falco Brini
FONTE: PREDICATELO SUI TETTI