LE PIAGHE โSPIEGATEโ NELLE PIEGHE DELLA VITA
Anche il vangelo di Luca, come quello di Giovanni domenica scorsa, mette lโaccento sulla fatica dei discepoli a credere nella resurrezione di Cristo. Persino in unโatmosfera piรน rasserenata, come quella che probabilmente si stava generando a Gerusalemme nel raccontarsi reciprocamente le esperienze di contatto con il Risorto (Lc 24,33-35). In questa riunione dove comincia ad affacciarsi la fede nei cuori, Gesรน appare in mezzo a loro annunciando la pace. Ed รจ veramente singolare che proprio mentre comunica la sua pace in presenza, i discepoli reagiscano invece sconvolti e pieni di paura, perchรฉ credevano di vedere un fantasma (Lc 24,37). Dio si manifesta per donare la sua pace, lโuomo risponde con la paura. Perchรฉ? Cosa cโรจ nel cuore umano che non permette di vedere subito la realtร ? Perchรฉ sembra opporsi al dono della pace?
Intanto ci farร bene pensare, provando a calarci nei panni dei primi discepoli, cosa significa aver visto con i propri occhi qualcuno che รจ morto, e non molto tempo dopo rivederlo in carne e ossa. Forse che anche noi non saremmo spaventati? Nessuno ha mai visto un morto ritornare in vita. Una cosa รจ certa. La paura che ci abita non permette di vedere bene la realtร , perchรฉ la deforma. Una volta, durante un corso di esercizi spirituali, ebbi una notte piuttosto agitata nellโalloggio a me riservato. Mentre dormivo ebbi un incubo e, in situazione di โdormivegliaโ, vidi davanti a me un uomo entrare dalla finestra di fronte al mio letto. Per la paura mi sono paralizzato aspettandomi unโaggressione. Invece non successe niente perchรฉ non cโera nessuno, e cosรฌ mi riaddormentai. Perรฒ al mattino mi accorsi per la prima volta che appena fuori quella finestra cโera un albero che protendeva i suoi grandi rami verso i vetri. Di notte, al buio, con la paura innescata dal brutto sogno, poteva sembrare una persona che stava entrando da quella finestra.
Solo nella pace di un cuore riconciliato lโuomo ci vede e ci sente bene, e quindi puรฒ percepire la realtร per quello che รจ. Se vive nelle sue ferite o nella paura, la percepisce in modo distorto. Le stesse parole umane arrivano cosรฌ alle nostre orecchie. Quante clamorose incomprensioni, fraintendimenti, sfiducie, dietrologie e tanto altro si generano nelle relazioni, quando le paure o le ansie la fanno da padroni nel cuore. Infatti lโuomo, normalmente, vede quel che vuol vedere e sente quel vuol sentire. Gesรน รจ il sapiente medico che puรฒ curare i problemi interiori nascosti nelle pieghe della nostra storia. Le sue domande sempre volte a metterci in contatto con i nostri dubbi e le nostre paure, sono principio di liberazione e di pace (Lc 24,38). Se si nega o si nascondono dubbi e paure, si attiva la loro forza condizionante.
Notate come lโopera di guarigione/convincimento dei discepoli da parte del Signore, si fondi sulla esposizione delle proprie piaghe corporee (Lc 24,39-40). Lโinsistenza del mostrare mani e piedi con lโinvito a toccarlo, ci rivela che la strada per โcapireโ ed entrare nel mondo della resurrezione รจ obbligata: bisogna toccare le piaghe, i dubbi e le paure della propria anima, bisogna esporle alla luce di Colui che, senza giudicarci, ha il potere di farci risorgere con Lui, perchรฉ quelle piaghe le conosce molto bene. Le ha portate nel suo corpo. Perciรฒ invita i suoi a guardarle attentamente. Credere che esse sono il canale della mia salvezza, il luogo dove si conosce Dio, รจ semplicemente stupefacente, tanto da far esitare ancora la fede (Lc 24,41). E il Signore interviene ancora amorevolmente. Come? Facendosi ancora bisognoso. Una porzione di grigliata di pesce da gustare aiuta i discepoli a credere in Colui che รจ risorto nel suo vero corpo (Lc 24,42-43).
Dove sta lโinghippo in cui tutti ci complichiamo? Nel mistero della sofferenza. Le piaghe mostrate da Gesรน sono lโesegesi corporea corretta di cosa sia per Dio la vita umana, e cosa deve essere anche per noi: gli siamo costati la vita, allora siamo molto importanti! Ma noi vorremmo eliminare la sofferenza dalla nostra vita. Non รจ questione di cercarla, ma di accoglierla quando inevitabilmente si presenta nella nostra storia: Gesรน sarร lรฌ con noi. Ultima osservazione. Quello che il Signore voleva spiegare ai discepoli con la sua parola, lo ha spiegato prima con le ferite del suo corpo. Se ci vogliamo capire qualche cosa di Dio, dobbiamo partire sempre dalle ferite della nostra storia. Poi ha ricordato ai presenti (ricordare=riportare dentro il cuore) che gli uomini a cui Dio parlรฒ in passato, hanno scritto le cose che lo avrebbero riguardato, e che queste cose erano necessarie (Lc 24,44). In questa memoria, si aprono le menti allโintelligenza divina delle Scritture. Le apparizioni di Gesรน Risorto sono finite, ma non il contatto con Lui. Nella memoria delle ferite e in quella delle Scritture lo trovo vivo, sempre fedele al mio fianco.
AUTORE: d. Giacomo Falco Brini
FONTE: PREDICATELO SUI TETTI
SITO WEB: https://predicatelosuitetti.com



