Comunità Kairos – Commento al Vangelo di domenica 14 dicembre 2025

Domenica 25 Maggio 2025 - VI DOMENICA DI PASQUA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Gv 14,23-29

Data:

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Splendida pagina del Vangelo di Matteo questa che leggiamo in una domenica “gioiosa”, nonostante l’Avvento sia tempo di ripensamenti e di conversione. Sappiamo infatti che l’aurora rosea di un nuovo giorno è proclamata sia dalla Profezia di Isaia (1^lettura):

“Coraggio! Non temete, ecco il vostro Dio…Egli viene a salvarvi…ci sarà una Via Santa….vi cammineranno i redenti…i riscattati del Signore…gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto”,

sia dal Salmo 145 (II lettura):

“Il Signore libera i prigionieri, il Signore dona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge lo straniero, Egli sostiene l’orfano e la vedova…”

Ma lo stupore che desta la pagina del Vangelo è dovuto a molte altre ragioni, fra cui il fatto che sia un DIALOGO a distanza tra Gesù e Giovanni, il VENIENTE e il suo PRECURSORE! e il fatto che Giovanni, icona ricorrente dell’ATTESA OPEROSA del Veniente e del suo Regno, sia descritto con immagini icastiche e definizioni uniche da Gesù in persona.

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Gesù si rivolge “alle folle” che avevano seguito Giovanni nel deserto ed erano state indotte dalla forza della sua predicazione a confessare i peccati e a farsi purificare nelle acque del Giordano. Ma sembra che Gesù metta in dubbio che queste folle abbiano compreso a pieno la verità di Giovanni, se le provoca riproponendo loro la figura di un uomo fuori dal comune: non certo un uomo che si piega ai compromessi, come canna al vento, e non certo un ambizioso cortigiano in morbide vesti, bensì un PROFETA che manifesta nella radicalità del suo aspetto e del suo agire la perseverante lotta contro la corruzione dei potenti e di tutti coloro che ne seguono il triste esempio. Ma c’è anche altro: Giovanni è PIU’ di un PROFETA dell’A.T. Egli è chiamato infatti “MESSAGGERO” di Dio, inviato a preparare la via verso il Regno ( Mt 11,14 “Egli è quell’Elia che deve venire”, coma aveva profetato l’ultimo degli antichi Profeti, Malachia, 3,23).

Eppure, dal Regno Giovanni è ancora lontano! Sicché, con un briciolo di amarezza, Gesù ne rileva la lontananza con un paragone di minoranza rispetto a chi vi entrerà sulla Parola di Gesù stesso: “la tua fede ti ha salvato!”

Questa nota di tristezza non può che farci riflettere sul compimento della salvezza che Gesù realizzerà sulla Croce e poi con la “Discesa agli Inferi” e la liberazione di Patriarchi, Profeti e Santi fuori e dentro l’A.T (cfr. Ebrei 9,15 e Efesini 4,8-10): grande mistero della nostra fede, quale proclamiamo nel CREDO, che apre il cuore alla Speranza dell’universale Salvezza nel Regno di Dio, quel Regno che Gesù annuncia e inaugura, aprendone le porte.

Ma dobbiamo anche meditare sulla prima parte del brano; là dove è Giovanni ad iniziare il dialogo con Gesù! E qui ci viene incontro un’immagine attualissima del grande Profeta. L’abbiamo conosciuto come severo asceta, ma anche come grande comunicatore, capace di trascinare le folle con la sola forza delle sue

invettive fondate non solo sull’Amore per la Giustizia e per il trionfo della santità, ma anche sulla certezza della venuta ormai imminente del MESSIA promesso.

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Nel nostro brano invece egli si manifesta nella debolezza dei limiti conoscitivi, propri dell’uomo, così riconoscibili in tutti noi, ossia come l’UOMO del DUBBIO. Come negare infatti che la fede di ognuno di noi non sia continuamente sfiorata dal dubbio? O meglio, da un inquietante DESIDERIO di CERTEZZE, la cui mancanza è fonte di sofferenza, di domande e di ricerca della verità! E quale ansia di verità non sprigiona dalla domanda di Giovanni: “Sei tu quello che deve venire, o dobbiamo attendere un Altro?” La cosa stupenda è che Giovanni non chiede ad altri se non a Colui che già ha conosciuto come seguace e riconosciuto come “Colui che viene dopo (o dietro?) di me “ed “è più potente di me ed io non sono degno neppure di portargli i sandali”! È da LUI, dalle Sue risposte che dipenderà una morte rasserenata ( morte ormai designata allo scomodo prigioniero!) oppure una morte angosciata dal dubbio.

Perché, sì, è vero che Giovanni ha visto in Gesù il Messia promesso, ma, condizionato dai suoi tempi e ferito dal dilagare del male, attende uno che” con in mano il ventilabro…pulisca la sua aia e bruci la pula”. Pertanto, non ha ancora compreso l’agire misericordioso e ricreante di Colui che guarisce e risuscita, non si preoccupa dei potenti, si prende invece cura dei piccoli e chiama beati coloro che non giudicano scandaloso il suo AMORE incondizionato per l’umanità caduta nel peccato, al punto da portarsene LUI SOLO il peso infamante sulla Croce, pur di non perdere nessuna di quelle creature che il Padre gli ha dato in consegna.

Vanna

Per gentile confessione della Comunità Kairos.

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