Il commento alle letture di domenica 9 Settembre 2018 a cura dei Missionari della Via.
Il brano di oggi ci narra lโincontro del Signore con un sordomuto, con uno che ha una grande sofferenza, essendo un poโ tagliato fuori per i suoi problemi di comunicazione: infatti non puรฒ sentire nรฉ parlare. Lโattenzione verso questโuomo ci mostra anzitutto la compassione del Signore che si china su ogni tipo di sofferenza, ed รจ un invito a far altrettanto, perchรฉ tante volte chi ha un handicap รจ oggetto di discriminazione o di prese in giro.
Inoltre, questo sordomuto puรฒ anche essere figura di qualcuno chiuso in se stesso, che non ascolta e non parla con nessuno: anche se sta in mezzo agli altri, รจ come se non ci fosse! In questo senso, quanti sordomuti in giro, che anche quando stanno con gli altri pensano solo a loro stessi, a cosa dire e fare per essere sempre al centro; quanti purtroppo, avendo chiuso la comunicazione con Dio, vivono solo per se stessi, incapaci di costruire relazioni vere, insensibili ai bisogni degli altri o quanti psicologicamente vittime della timidezza vivono ai margini.
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Noi siamo nati per entrare in relazione con Dio e con gli altri; la nostra veritร รจ essere con gli altri, salvati dalla nostra incapacitร relazionale, da quella solitudine che frustra la vita umana. Quanti meccanismi che ci isolano, ci ammutoliscono; ragazzi senza amici concreti ma con migliaia di amicizie su facebook, schiavi delle relazioni virtuali perchรฉ meno rischiose, non impegnative, piรน facili da ottenere, spesso false o semplici idealizzazioni.
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Quante persone sono chiuse in se stesse, incapaci di relazioni autentiche, che vivono passando da un piacere solitario allโaltro, fuggendo la splendida fatica del farsi capire e del capire gli altri; o hanno pochissime amicizie che spesso sono idolatrie: anzichรฉ dare la vita lโuno per lโaltro, incoraggiandosi al bene, lโuno consuma la vita allโaltro, tirandosi verso il basso, cercando di colmare i propri vuoti con quella persona, uniti solo da interessi in comune e nulla piรน. Ma non รจ sempre facile rendersene conto: questa รจ lโopera del separatore, del divisore, che ci rende incapaci di comunicare. Gesรน viene a guarire questa nostra solitudine.
Gesรน a questo sordomuto non gli impone subito le mani, prima lo deve sottrarre alla folla; cosรฌ รจ anche per noi. Per guarirci Gesรน ci deve portare in disparte, fuori dai nostri contesti abituali: lo fa in tanti modi, a volte persino la sofferenza ci aiuta; quante volte quel dolore inatteso รจ stata la strada del cambiamento, quel portarci fuori che Dio ha operato per farci ragionare un poโ meglio e ascoltare, magari chiedendosi: ma io dove sto andan-do? Per che cosa vivo? Che ne sto facendo della mia vita? Quanti santi hanno incontrato il Signore e si sono aperti a lui: pensiamo a S. Francesco, che in carcere inizierร a scoprire il Vangelo; o a S. Ignazio, allora soldato, che ferito e allettato per nove mesi, inizierร a far esperienza del Signore meditando sulla sua vita e su quella dei santi.
Nel Vangelo inoltre Gesรน fa un gesto non molto โeleganteโ: mette le dita nelle orecchie (e ci vuole pure lโumiltร del cieco per lasciarlo fare!) e gli tocca la lingua con la saliva. In realtร , allโepoca di Gesรน questi gesti avevano un significato medico-taumaturgico: toccando lโorgano malato si voleva comunicare quasi unโenergia benefica mentre alla saliva era attribuito un effetto curativo (G. Ravasi). Dunque Gesรน, Dio incarnato, si adegua agli usi e alla mentalitร del suo tempo, per far capire lโimportanza delle sue azioni. Ma la differenza la fa la potenza della sua parola; dopo aver sospirato, Gesรน pronuncia in aramaico un ordine: effatร , cioรจ apriti! ร un invito rivolto a tutto lโuomo: non chiuderti in te stesso, apriti a Dio, alla sua Parola: lasciati amare, lasciati salvare e apriti ai bisogni degli altri! Il sordomuto che parla รจ il ritratto di chi si apre alla Parola di Dio, del credente che professa la sua fede, che rompe il silenzio del peccato. Ecco perchรฉ la Chiesa primitiva ha inserito nel rito del battesimo il rito dellโEffatร , intendendo dire: apriti allโascolto della parola di Dio, alla fede, alla gioia, alla vita eterna!
Tanti nel giustificare il loro non credere lamentano di non aver ricevuto il dono della fede; ma forse dovrebbero chiedersi: ma ho mai dato a Dio la possibilitร di parlarmi? Mi ritaglio del tempo per meditare la sua Parola? Per riflettere, per leggere, per ascoltare delle sane catechesi? O vivo in mezzo al frastuono, nutrito e bombardato dai media, dalle chiacchiere che mi intossicano lโanima e che mi paralizzano in mille luoghi comuni? In certi casi, per ascoltare Dio, dobbiamo farci un poโ sordi: il martire santโIgnazio diceva: siate sordi quando qualcuno vi parla male di Gesรน Cristo. Noi aggiungiamo: siate sordi quando qualcuno vi parla male del prossimo. Siate sordi quando qualcuno vi adula o tenta di corrompervi con promesse di guadagni disonesti. Siate sordi quando la radio vi propone canzoni oscene e blasfeme, in linguaggio scurrile e volgare. Dobbiamo essere sordi, a volte, anche quando qualcuno ci parla male di noi, senza ribattere colpo su colpo. Diventiamo sordi per sentire un poโ meglio! (R. Cantalamessa).
Alla fine Gesรน chiederร silenzio su questo miracolo, perchรฉ non sia ridotto a โmagiaโ, svuotandolo del suo senso piรน profondo: lโincontro con lui, lโaprirsi allโascolto del Vangelo salva lโuomo dalla chiusura in se stesso, rendendolo libero e capace di amare. Per questo dobbiamo proporre a tutti lโincontro con Gesรน! E chiediamogli questa grazia: di aver nelle orecchie le sue dita, le sue opere, cioรจ di ascoltare la sua Parola, accogliendo lโamore infinito che ha per noi e di aver in bocca la sua saliva, il suo sapore, la sua sapienza!
Sรฌ, se vogliamo portare bellezza e luce del mondo, abbiamo bisogno che le parole di Cristo siano sulla nostra bocca, che la parola di Dio riempia il nostro palato: finiamola di piangerci addosso, di misurare tutto secondo i nostri modi di pensare, di parlare sempre di noi e parliamo un poโ di Dio, del suo amore, della sua misericordia: il mondo ne ha fame e sete!
Preghiamo la Parola
Spesso siamo davanti a te, Signore, come sordi alla tua parola e muti nel trasmettere la fede; infrangi la nostra sorditร , apri le nostre labbra perchรฉ possiamo proclamare agli altri la gioia del Vangelo.
VERITAโ: Vita interiore e sacramenti
Entrando le parole di Dio nelle orecchie e sulla bocca di questโuomo, entra la vita: quanto spazio diamo alla meditazione del Vangelo o alla lettura di testi di spiritualitร durante le nostre giornate? Dalla nostra bocca escono solo parole vuote, banali, o parole gioiose, edificanti, concrete?
CARITAโ: Testimonianza di vita
Il sordomuto ricorda ciascuno di noi quando siamo nel peccato, incapaci di sentire il Signore, di riconoscerne la presenza; Possiamo avere accanto Dio, che ci sussurra le parole piรน dolci e imperiose. Non lo sentiamo. Possiamo aver vicino le persone piรน acute e piรน buone, che desiderano aiutarci. Non prestiamo attenzione. O passiamo davanti a chi ha bisogno di un conforto, di una speranza. ร come se fossimo soli al mondo, chiusi nel nostro egoismo. Ma se il sacramento di Cristo ci raggiunge… Puรฒ essere la Chiesa che battezza o ci offre il perdono a nome del Signore Gesรน. Le dita, la saliva, lโโapritiโ possono essere lโacqua o la mano benedicente che si leva su di noi: โIo ti battezzoโ; โIo ti assolvoโ. Allora avviene nuovamente il โmiracoloโ. Diventiamo capaci, per grazia, di udire le consolazioni e i suggerimenti e gli imperativi di Dio. Diventiamo capaci di rispondergli con la preghiera e con la vita. E il prossimo รจ colui che devโessere ascoltato e confortato. Nasce la fraternitร . Se ci lasciamo salvare dal Signore. Se aderiamo a lui con tutte le forze (lachiesa.it). Chiediamoci: siamo aperti o chiusi a Dio e agli altri?
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 9 Settembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Is 35, 4-7; Sal.145; Gc 2, 1-5; Mc 7, 31-37
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondoย Marco
31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decร poli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ยซEffatร ยป, cioรจ: ยซApriti!ยป. 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandรฒ loro di non dirlo a nessuno. Ma piรน egli lo proibiva, piรน essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: ยซHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 09 – 15 Settembre 2018
- Tempo Ordinario XXIII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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