Commento alle letture di domenica 4 Agosto 2019 – Carlo Miglietta

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Il commento alle letture di domenica 4 agosto 2019 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ “Buona Bibbia a tutti“.

Gesรน raccontรฒ un’altra parabola per dire quale deve essere il rapporto con le ricchezze: “La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sรฉ: <<Che farรฒ, poichรฉ non ho dove riporre i miei raccolti?>>. E disse: <<Farรฒ cosรฌ: demolirรฒ i miei magazzini e ne costruirรฒ di piรน grandi e vi raccoglierรฒ tutto il grano e i miei beni. Poi dirรฒ a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia>>. Ma Dio gli disse: <<Stolto, questa notte stessa ti sarร  richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarร ?>>. Cosรฌ รจ di chi accumula tesori per sรฉ, e non arricchisce davanti a Dio>>” (Lc 12,15-21).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  A proposito del ricco accaparratore della parabola, Basilio scrive: “Cosรฌ quel tale ha ripagato il suo Benefattore. Non gli venne in mente che la natura รจ di tutti, non considerรฒ che il superfluo va diviso tra i bisognosi, non fece alcun conto del precetto: <<Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno>> (Pr 3,27). E ancora: <<Bontร  e fedeltร  non ti abbandonino>> (Pr 3,3) e <<Dividi il tuo pane con l’affamato>> (Is 58,7). Non ascoltรฒ il grido di tutti i profeti e di tutti i maestri” (Basilio,ย  op. cit., pgg. 28-29). E ancora: “Tu dici: <<Che male faccio se mi tengo le mie cose?>>. Ma dimmi: quali sono le tue cose? Dove le hai prese per portarle nella tua vita? Come se un tale, andando a teatro per uno spettacolo, pretendesse di non fare entrare gli altri ritenendo esclusivamente suo ciรฒ che, invece, รจ a disposizione di tutti. Allo stesso modo si comportano i ricchi. Per primi si impossessano dei beni e, siccome li hanno presi prima degli altri, li considerano soltanto propri. Se ognuno prendesse per sรฉ solo il necessario, lasciando il di piรน al bisognoso, nessuno sarebbe ricco e nessuno sarebbe povero. Non sei forse uscito nudo dal seno di tua madre e nudo tornerai sotto terra (cfr Gb 1,21)? Da dove derivano i tuoi beni? Se rispondi dal caso, sei un empio, perchรฉ non riconosci il Creatore e non gli dimostri gratitudine. Se, invece, ammetti che vengono da Dio, spiegami perchรฉ li hai avuti” (Basilio, op. cit., pgg. 42-43). “Chi ragiona saggiamente, fa uso delle ricchezze da amministratore e non da gaudente; se le lascia, deve rallegrarsene, convinto di separarsi da beni altrui, e non comportarsi come uno che perde i propri” (Basilio, op. cit., pgg. 52-53).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  Giovanni Crisostomo afferma: “Dimmi, donde proviene la ricchezza? <<L’ho ereditata dai miei beni>>… Potresti, risalendo di generazione in generazione, dimostrare se sono stati acquisiti giustamente? No, non lo potresti. Necessariamente alla loro origine e alla loro fonte c’รจ stata qualche ingiustizia. Perchรฉ? Perchรฉ Dio all’origine non ha creato ricchi e poveri…, ma ha dato a tutti la stessa terra. Perchรฉ dunque, dato che essa รจ comune, tu hai tante e tante pertiche, quando il tuo vicino non ha nemmeno un pugno di terra…? Tu possiedi i frutti della rapina, anche se tu non hai rubato. Ammettiamo anche che tuo padre non abbia rubato…: ebbene, per questo รจ una buona ricchezza? No, davvero! Tu dici che essa non รจ cattiva. E non lo รจ, a condizione che il ricco non commetta rapine e ne faccia parte a quanti sono nel bisogno” (Hom. in 1 Tm 12,4: PG 62,562-563). ย ย ย ย ย ย ย ย  Su questa linea, quando Giacomo scrive nella su lettera: “Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono essi che bestemmiano il bel nome cheย  รจ stato invocato sopra di voi?” (Gc 2,5-7), “non si pone neppure l’ipotesi che possa esistere un ricco buono, perchรฉ le due immagini, di <<ricco>> e di <<prepotente o violento>>, si sovrappongono” (R. Fabris, Lettera di Giacomo e Prima Lettera di Pietro, Dehoniane, Bologna, 1980, pg. 71). Giร  il Siracide aveva detto: “Il pane dei bisognosi รจ la vita dei poveri, toglierlo a loro รจ commettere un assassinio. Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento, versa sangue chi rifiuta il salario all’operaio” (Sir 34,21-22). Per Rufino d’Aquileia (345-410), avere beni superiori al necessario equivale a “sottrarre cosa altrui mediante violenza” (PG 31,1751). Se non si soccorre il povero, lo si uccide, affermano papa Leone Magno (morto nel 461; PL 54,491s) e Abelardo (1079-1142; PL 178,567).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  Clemente Alessandrino afferma che il ricco che non partecipa i suoi beni ai poveri รจ “omicida, seme di Caino, discepolo del diavolo”. Contro i manichei di ispirazione platonica, questo Padre greco accetterร  la teoria stoica che i beni sono indifferenti (“adiafora”), nรฉ positivi nรฉ negativi: dipende dall’uso che se ne fa. Ma l’atteggiamento verso il dovere di condividerli non cambia: Gesรน “rivela che per natura ogni ricchezza che ciascuno tiene per sรฉ, come fosse soltanto sua e non mette in comune con gli altri e a disposizione di quelli che ne hanno bisogno, costituisce qualcosa di iniquo, ma che da questa iniquitร  รจ possibile anche realizzare un atto giusto e salvatore: dare aiuto a quelli che hanno eterna dimora presso il Padre” (Quis dives, c. 31,6: GCS 17,180); “Tutte le cose sono comuni, e i ricchi non si arroghino piรน degli altri. Dunque le parole: <<Ne ho e ne ho in abbondanza, perchรฉ non dovrei goderne?>> non sono umane… Dio ci diede il potere di usare dei suoi beni, ma solo in quanto ci sono necessari, e volle che l’uso fosse comune. Non รจ giusto (cioรจ si รจ iniqui per il Regno dei cieli) che uno viva sontuosamente mentre i piรน sono bisognosi” (Pedagogo II, 12,125).

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Amministratori dei poveri

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  “Il significato ultimo delle ricchezze รจ di aiutare quelli che vivono in miseria” (J. de S. Ana,ย  op. cit., pg. 39).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  Scrive Cirillo (376-444), vescovo di Alessandria d’Egitto, a proposito dei ricchi: “Essi sono posti per cosรฌ dire quali amministratori dei poveri – ed amministratori sono detti proprio dal distribuire a ciascuno il suo -; ma essi non amministrano rettamente, dissipando… i beni ricevuti dal Padrone… Questo li ha accusati presso il Padrone di tutte le cose, e senz’altro essi decadranno dall’amministrazione al sopraggiungere della morte che li strapperร  dalla attuale condizione” (Comm. in Luc., hom. 108).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  E Basilio: “Tu sei un ministro della bontร  di Dio, sei l’amministratore dei tuoi fratelli. Non credere che tutto sia stato assegnato al tuo ventre. Considera degli altri le cose che hai nelle tue mani. Per poco tempo ti faranno felice, poi scorreranno via, svaniranno, e tu ne dovrai rendere conto dettagliatamente” (Basilio, op. cit., pg. 30); “Forse รจ ingiusto Dio nel distribuirci in misura disuguale i beni della vita? Perchรฉ tu sei ricco e quel tale รจ povero? Certamente perchรฉ tu ricevessi la ricompensa della bontร  e dell’amministrazione e quello il premio di una grande pazienza. E tu, rinserrando tutto nel grembo inaccessibile della tua avarizia e negando agli indigenti il necessario, pensi di non far torto a nessuno? Chi รจ l’avaro? Quello che non รจ contento di ciรฒ che gli basta. Chi รจ il ladro? Chi ruba le cose degli altri. E tu non sei forse un ladro, dal momento che consideri tuo ciรฒ che ti รจ stato dato per amministrarlo? Chi spoglia uno che รจ vestito, รจ definito ladro. Chi, potendo vestire uno che รจ nudo e non lo fa, forse merita un’altra definizione? Il pane che tu tieni รจ per l’affamato, il mantello che custodisci nell’armadio รจ per il nudo,ย  le calzature che marciscono a casa tua sono per chi รจ scalzo, l’argento che hai sotterrato รจ per il povero. A quante persone potresti dare un aiuto, a tante fai ingiustizia… Come ti parranno giuste… le parole nel giorno del giudizio… (Mt 25,41-43). Non รจ condannato il ladro, ma colui che non divide con gli altri i beni” (Basilio, op. cit., pgg. 43-44); “Quanti debitori potresti liberare soltanto con il tuo anello? Quante case cadenti potresti ricostruire? Il tuo solo armadio, colmo di abiti, puรฒ coprire tutto un popolo intirizzito dal freddo! Ma tu hai coraggio di mandar via il povero a mani vuote e non temi la giusta punizione del Giudice? Non hai avuto pietร  e di te non si avrร  pietร , non hai aperto la tua casa e sarai escluso dal regno dei cieli, non hai dato il tuo pane e non avrai la vita eterna” (Basilio, op. cit., pg. 56).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  L’insegnamento attuale della Chiesa รจ chiaro in questo senso, anche se ben poco ricordato: “Dio ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene, all’uso di tutti gli uomini e popoli, e pertanto i beni creati debbono secondo un equo criterio essere partecipati a tutti, essendo guida la giustizia e assecondando la caritร . Pertanto, quali che siano le forme concrete della proprietร , adattate alle legittime istituzioni dei popoli, secondo circostanze mutevoli e diverse, si deve sempre tener conto di questa destinazione universale dei beni. Perciรฒ l’uomo, usando di questi beni, deve considerare le cose esteriori, che legittimamente possiede, non solo come proprie, ma anche come comuni, nel senso che possano giovare non unicamente a lui ma anche agli altri. Del resto, a tutti gli uomini spetta il diritto di avere una parte di beni sufficienti a sรฉ e alla propria famiglia. Cosรฌ pensavano i Padri e i Dottori della Chiesa, quando hanno insegnato che gli uomini hanno l’obbligo di aiutare i poveri, e non soltanto con il loro superfluo. Colui che si trova in estremo bisogno ha diritto di procurarsi il necessario dalle ricchezze altrui” (Gaudium et spes, n. 69).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  L’enciclica “Populorum progressio” ribadisce, citando proprio la “Gaudium et spes”, la “<<regola della giustizia, che รจ inseparabile dalla caritร >>. Tutti gli altri diritti, di qualunque genere, ivi compresi quelli della proprietร  privata e del libero commercio, sono subordinati ad essa… Si sa con quale fermezza i Padri della Chiesa hanno precisato quale debba essere l’atteggiamento di coloro che posseggono nei confronti di coloro che sono nel bisogno: <<non รจ del tuo avere che tu fai dono al povero; tu non fai che rendergli ciรฒ che gli appartiene. Poichรฉ quel che รจ dato in comune per l’uso di tutti, รจ ciรฒ che tu ti annetti. La terra รจ data a tutti, e non solamente ai ricchi>> (S. Ambrogio). E’ come dire che la proprietร  privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno รจ autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciรฒ che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario. In una parola <<il diritto di proprietร  non deve mai esercitarsi a detrimento dell’utilitร  comune, secondo la dottrina tradizionale dei Padri della Chiesa e dei grandi teologi>> (Lettera alla Settimana Sociale di Brest, in L’homme et la rรฉvolution urbaine, Lyon, Chronique sociale, 1965, pgg. 8-9)… Il bene comune esige dunque talvolta l’espropriazione se, per via della loro estensione, del loro sfruttamento esiguo o nullo, della miseria che ne deriva per le popolazioni, del danno considerevole arrecato agli interessi del paese, certi possedimenti sono di ostacolo alla prosperitร  collettiva. Affermandolo in maniera inequivocabile (Gaudium et spes, n. 71), il Concilio ha anche ricordato non meno chiaramente che il reddito disponibile non รจ lasciato al libero capriccio degli uomini” (Populorum progressio, nn. 22-23-24).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  Afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Il diritto alla proprietร  privata, acquisita con il lavoro, o ricevuta da altri in ereditร , oppure in dono, non elimina l’originaria donazione della terra all’insieme dell’umanitร . La destinazione universale dei beni rimane primaria… La proprietร  di un bene fa di colui che lo possiede un amministratore della Provvidenza, per farlo fruttificare e spartire i frutti con gli altri” (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2403-2404).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  Giร  Agostino affermava che la proprietร  privata non รจ un diritto assoluto, ma preminente รจ il diritto dei poveri alla condivisione. Basilio riflette: “Noi che siamo dotati di ragione cerchiamo di essere meno crudeli degli animali che ne sono sforniti. Infatti essi si servono quasi in comune di quanto la terra spontaneamente offre: le pecore pascolano insieme sul medesimo monte, i cavalli ugualmente sulla medesima pianura e non c’รจ animale che non consenta a quelli della sua specie di prendere il cibo di cui hanno bisogno. Noi, invece, nascondiamo nel nostro seno le cose che appartengono a tutti e vogliamo possedere da soli ciรฒ che spetta pure agli altri. Dovremmo arrossire di fronte a certi esempi di umanitร  offerti dai pagani. Presso alcuni di loro, infatti, vige una legge secondo la quale sono comuni la mensa ed i cibi per cui una moltitudine di persone forma quasi una sola grande famiglia” (Basilio, op. cit. , pg. 91).ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย 

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  “La proprietร  privata deve essere demistificata. Ogni cosa รจ dono di Dio affidato alle mani dell’umanitร , perchรฉ crei condizioni di vita piene per tutti e non, invece, accumulo da un lato e impoverimento disumano dall’altro. Del resto, anche se inascoltata, la Chiesa ha sempre richiamato fino ai giorni nostri il carattere subordinato della proprietร  privata che, seppur legittima, ha una funzione eminentemente comunitaria. Essa non deve essere al servizio dell’arricchimento fine a se stesso, ma deve piuttosto alimentare il bene di tutti… E’ certamente un discorso difficile in tempi di esaltazione della dimensione privatistica dell’economia e dell’esistenza intera, ma proprio per tale motivo ancor piรน necessario e urgente” (A. Agnelli,ย  op. cit., pg. 37).

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  La Chiesa di oggi, รจ ancora capace di predicare questa impopolare Parola del Signore? Scriveva il cardinal Pellegrino, arcivescovo di Torino: “E’ dovere di tutta la Chiesa – di tutta la Chiesa e anzitutto di coloro a cui spetta in primo luogo l’ufficio profetico come maestri autentici della fede, i vescovi e i presbiteri, loro immediati collaboratori – denunciare l’abuso del denaro e del potere, cosรฌ come si denunciano (o si dovrebbero denunciare) tutti i peccati: la bestemmia, l’adulterio, il furto… Io temo che le voci profetiche del magistero in questo campo non abbiano nella predicazione e nella pastorale quotidiana la risonanza che dovrebbero avere” (M. Pellegrino, Camminare insieme, LDC, Torino- Leumann, n. 10).

Da: C. MIGLIETTA, CONDIVIDERE PER AMORE. La chiamata dei cristiani alla povertร , Gribaudi, Milano, 2003, con prefazione di Arturo Paoli

Letture della
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Quale profitto viene allโ€™uomo da tutta la sua fatica.

Dal libro del Qoรจlet
Qo 1,2; 2,21-23

ย 
Vanitร  delle vanitร , dice Qoรจlet,
vanitร  delle vanitร : tutto รจ vanitร .
ย 
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrร  poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo รจ vanitร  e un grande male.
ย 
Infatti, quale profitto viene allโ€™uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo รจ vanitร !
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 89 (90)
R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare lโ€™uomo in polvere,
quando dici: ยซRitornate, figli dellโ€™uomoยป.
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che รจ passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
ย 
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come lโ€™erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera รจ falciata e secca. R.
ย 
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietร  dei tuoi servi! R.
ย 
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi lโ€™opera delle nostre mani,
lโ€™opera delle nostre mani rendi salda. R.

Seconda Lettura

Cercate le cose di lassรน, dove รจ Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossรฉsi
Col 3,1-5.9-11

ย 
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassรน, dove รจ Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassรน, non a quelle della terra.
ย 
Voi infatti siete morti e la vostra vita รจ nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarร  manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
ย 
Fate morire dunque ciรฒ che appartiene alla terra: impuritร , immoralitร , passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che รจ idolatria.
ย 
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dellโ€™uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
ย 
Qui non vi รจ Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo รจ tutto e in tutti.

Parola di Dio

Vangelo

Quello che hai preparato, di chi sarร ?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 13-21

In quel tempo, uno della folla disse a Gesรน: ยซMaestro, diโ€™ a mio fratello che divida con me lโ€™ereditร ยป. Ma egli rispose: ยซO uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?ยป.
E disse loro: ยซFate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perchรฉ, anche se uno รจ nellโ€™abbondanza, la sua vita non dipende da ciรฒ che egli possiedeยป.
Poi disse loro una parabola: ยซLa campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sรฉ: โ€œChe farรฒ, poichรฉ non ho dove mettere i miei raccolti? Farรฒ cosรฌ โ€“ disse โ€“: demolirรฒ i miei magazzini e ne costruirรฒ altri piรน grandi e vi raccoglierรฒ tutto il grano e i miei beni. Poi dirรฒ a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripรฒsati, mangia, bevi e divรจrtiti!โ€. Ma Dio gli disse: โ€œStolto, questa notte stessa ti sarร  richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarร ?โ€. Cosรฌ รจ di chi accumula tesori per sรฉ e non si arricchisce presso Dioยป.

Parola di Dio

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